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Average rating3.8
The premise intrigued me, but unfortunately i couldn't make it past the first 15 pages or so. A conversation between two people was presented as one giant run-on sentence, with no dialogue tags, quotation marks, or even capitalization aside from the first word when a new person started speaking. This went on for multiple pages and i could not focus on it at all.
quando penso, sinto-me mesmo feliz por partilhar um país com o Saramago
loved the writing and the speed of the narative.
however, I feel that something big is missing from the story.
✩✩✩
“That's how life is, what it gives with one hand one day, it takes away with the other.”
let me just say this was hard to understand as this Jose guy can make a sentence last for pages. comma comma comma comma
Slow, but in a musical way. It took me a while to get used to the prose style, but I would then get into these grooves and pages would pass by. Phone discussions were a little hard to follow, but only in who said what.
Loved the ending.
Le intermittenze della morte è un romanzo di José Saramago, che è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998, scritto a Lisbona nel 2005.
La scrittura di Saramago è veramente particolare: tende a scrivere frasi molto lunghe, usando la punteggiatura in un modo anticonvenzionale. Ad esempio, non usa le virgolette per delimitare i dialoghi, non segna le domande col punto interrogativo; i periodi possono essere lunghi anche più di una pagina e interrotti solo da virgole dove la maggior parte degli scrittori userebbe dei punti. Questo all'inizio, e per chi entra per la prima volta in contatto con l'autore, rende la lettura un po' difficile, ma ben presto ci si abitua.
Come l'altro libro che ho letto “Cecità” e molti altri la storia iniziano con un avvenimento inaspettato, surreale o impossibile, che si verifica in un luogo imprecisato. Non ci si deve domandare come sia potuto accadere: è successo, punto e basta. Da questo avvenimento scaturisce poi una storia complessa, occasione per studiare le mille forme del comportamento e del pensiero umano. I protagonisti (spesso senza nomi propri) devono cercare con le loro sole forze di uscire dalla situazione che si è venuta a creare.
In questa storia in un paese senza nome, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre nessuno muore più. All'inizio la gioia è grande, ma ben presto molti problemi cominceranno ad affiorare in un paese dove nessuno più muore: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito; la chiesa, ora che non c'è più lo spauracchio della morte e non serve più nessuna resurrezione sarà in discussione. Dopo sette mesi però la morte annuncia che sta per riprendere il suo usuale lavoro, affidando però a delle lettere consegnate per posta, una settimana prima dello sfortunato evento, l'annunciazione della futura dipartita ai diretti interessati.
Anche qui è frequente l'uso dell'ironia: ai personaggi non vengono risparmiate critiche per i loro comportamenti, spesso discutibili, ma profondamente umani. La lettura non è semplice anche se non siamo davanti ad una riflessione sul senso della vita o quello della morte, ma semplicemente uno studio dell'animo umano, delle dinamiche sociali, una critica alla società. Siamo di fronte ad una storia intelligente, piacevole, audace e barocca e sebbene la parte centrale sia la più ostica, il finale merita molto.
L'unico peccato è aver letto prima di questo “Cecità” e dunque non potere affibbiare a questo le cinque stellette, perché questo per me è un gradino sotto al primo.
Bellissimo! E' il secondo libro che leggo di Saramago ed è il secondo che considero un capolavoro. Questo scrittore trasuda intelligenza da ogni riga che scrive, ogni cosa che racconta ha una sua logica (malgrado l'illogicità dell'idea di base del racconto) tanto che ti viene da fidarti ciecamente di quasiasi cosa ti dica, o almeno a me succede così...
Il libro è diviso in due parti: la prima è più che altro un analisi dettagliata delle conseguenze che la scomparsa della morte porterebbe sulla società...questa parte è piena di spunti interessanti e malgrado il tema impegnativo scorre via abbastanza velocemente.
Nella seconda parte invece, quasi a sorpresa, comincia a svilupparsi la vera e propria trama del libro, che si sviluppa come un racconto “leggero” con al centro la figura della morte, che diventa un vero e proprio personaggio. E' questa la parte del libro che mi sono goduto di più: è impagabile l'ironia con cui Saramago descrive la morte, dipinta con tratti umani e quasi con affetto, quasi che lo scrittore stesse cercando di analizzare il movente psicologico della crudeltà del personaggio.