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Bellissimo! E' il secondo libro che leggo di Saramago ed è il secondo che considero un capolavoro. Questo scrittore trasuda intelligenza da ogni riga che scrive, ogni cosa che racconta ha una sua logica (malgrado l'illogicità dell'idea di base del racconto) tanto che ti viene da fidarti ciecamente di quasiasi cosa ti dica, o almeno a me succede così...
Il libro è diviso in due parti: la prima è più che altro un analisi dettagliata delle conseguenze che la scomparsa della morte porterebbe sulla società...questa parte è piena di spunti interessanti e malgrado il tema impegnativo scorre via abbastanza velocemente.
Nella seconda parte invece, quasi a sorpresa, comincia a svilupparsi la vera e propria trama del libro, che si sviluppa come un racconto “leggero” con al centro la figura della morte, che diventa un vero e proprio personaggio. E' questa la parte del libro che mi sono goduto di più: è impagabile l'ironia con cui Saramago descrive la morte, dipinta con tratti umani e quasi con affetto, quasi che lo scrittore stesse cercando di analizzare il movente psicologico della crudeltà del personaggio.