Bello il messaggio contenuto in questo breve dialogo: la vera scienza consiste nel giudizio ossia nel saper pensare. I dati dell'esperienza (sensazioni e ricordi) rimarrebbero tali se non fossero pensati e giudicati
é un'opera ricchissima di spunti di riflessione sugli universali, sul pensiero, sul modo di intendere la realtà, sulla possibile esistenza e sostanza delle cose soprasensibili, etc.
Il libro è interessante sotto molti aspetti. è il diario di un letterato italiano che descrive il suo viaggio in America alla fine dell'ottocento. in quanto tale, si riscopre l'america di più di un secolo fa, le idee che la nobiltà italiana aveva dell'america, aneddoti storici (ad es. il fatto che durante il viaggio in nave verso l'america ogni giorno a mezzogiorno una campana suonava a bordo per annunciare l'orario e tutti rimettevano l'orologio per il fuso orario e dalla differenza d'ora scommettevano sulle miglia già trascorse), personaggi noti (meucci) e, almeno per quant mi riguarda, non noti e interessantissimi (luigi palma di cesnola: non voglio anticiparvi nulla per chi non lo conosce ma vale davvero la pena scoprire questo personaggio tramite questo libro).
insomma, iin linea generale mi è piaciuto sopratutto perchè per una settimana circa mi sembra di essere tornato indietro nel tempo rivieneo un'epoca che orami non esiste più.
Spettacolare e terribilmente reale. Zola ti fa vivere sulla tua pelle le sofferenze dei minatori e la situazione sociale del tempo: è come se fossi lì, uno spettatore muto tra i personaggi. Soffri e senti tutto ciò che soffrono e sentono i protagonisti. Rivivi la disastrosa situazione dei poveri minatori nel pieno della rivoluzione industriale e finisci col domandarti, insieme all'autore, se per l'uomo sarà mai possibile vivere all'insegna della giustizia.
Cito, fra i tanti, uno dei pezzi oiù intensi:
“Ammettendo che la vecchia società non esistesse più, che fosse stata spazzata via fino alle briciole; be', non c'era da temere che il nuovo mondo a poco a poco sarebbe stato rovinato dalle stesse ingiustizie, gli uni malati e gli altri in buona salute, gli uni più furbi, più intelligenti, che si arricchivano e gli altri imbecilli e pigri, che ridiventavano scavi? Allora, davanti a quella visione di eterna miseria, il meccanico gridò con un tono feroce che, se la giustizia non era possibile con l'uomo, bisognava che sparisse l'uomo”
Crizia, insieme al Timeo e al perduto Ermocrate, traduce in mito la teoria platonica dello stato perfetto, delineata nella “Repubblica”. Nel Crizia si parla di novemila anni prima di Platone in cui, al di là delle colonne d'Ercole, si stendeva il regno di Atlantide.
é interessante la genealogia del mito. Cito Adorno, il curatore dell'opera: “C'è chi, seriamente, ha pensato che l'Atlantide platonica sia l'America, ignota all'epoca di Platone, ma scoperta da antichissimi arditi navigatori mediterranei e conservatasene la memoria, come starebbe ad indicare l'accenno al continente al di là del mare, che è un “vero mare” e non come questo una specie di “porto” (il Mediterraneo), le zone concentriche nel mezzo dell'isola che richiamerebbero analoghe strutture di città messicane preistoriche, e disegni aztechi dell'Atzlan, ove si è notato la consonanza Atzlan con Atl-ante.”
Per il resto, il dialogo vuole presentare Atlantide come il contrario dello stato giusto e misurato delineato nella Repubblica; gli atlantidei peccarono di hyubris e così furono puniti dagli dei che inabissarono l'isola.
Uno ci rimane davvero male della sua incompiutezza perchè stai lì, tutto preso dalla storia di Atlantide e tutto si interrompe con Zeus che “adunati gli dei, disse..” :(
La “Repubblica” fu scritta da Platone in un tempo di crisi per la democrazia ateniese. Non vi erano più valori di riferimento a cui i giovani potessero guardare ma spopolava il peggior sofismo per cui non era importante convincere gli altri di un'idea che si pensava giusta ma convincere gli altri qualsiasi fosse l'idea. In questo ambiente, la “Repubblica” di Platone era rivolta ai giovani come un faro nella nebbia per indicargli la strada da seguire. E il messaggio più importante che scaturisce da queste pagine è, a mio parere, la necessità di lavorare su sé stessi per vivere secondo la giusta misura, senza eccessi, cercando di essere virtuosi.
In tal senso, nel clima di oggi, penso che tale opera sia ancora utilissima ai giovani di oggi.
“Mettiamo il caso che un giorno, affacciandomi alla finestra, veda passare mille persone. Forse molte sono infelici, ma se ricordassero anche una sola cosa per la quale vale la pena vivere, probabilmente in quel preciso attimo cambierebbero idea”
Secondo me, ci sono due aspetti interessanti in quest'ultima opera di Platone. Il primo è il simpatico fatto che, senza mentire o falsare direttamente i fatti storici, ma semplicemente tagliandoli e incollandoli sapientemente, riesce a far passare il messaggio che a lui interessa. E qui sorge la domanda: il fine giustifica in tal caso i mezzi? Probabilmente per Platone sì, dato che era convinto di aver trovato le risposte giuste, ma in generale si può accettare l'idea di falsare i fatti storici per far passare l'idea ritenuta “giusta?”
La seconda osservazione è la solita, il profondo insegnamento di Platone: non tendere a superare sé stessi ma, piuttosto,guardarci dentro, avere il coraggio di essere onesti con noi stessi, di riconoscere non solo le nostre potenzialità ma anche le nostre parti cattive. E la vera toria sarà allora consolare queste parti cattive, riportarle alla ragione. Non vincere noi stessi, bensì REALIZZARE completamente le nostre capacità seba più paure e dubbi.
Platone qui tenta di educare il politico all'ideale di governo delineato nella “Repubblica”. E dice che lo Stato veramente giusto non è quello governato da pochi o da molti, dai ricchi o dai poveri, accettato volontariamente o a forza: il vero governo è quello che sia retto da chi abbia scienza, la scienza dialettica delineata nella Repubblica.
Tuttavia Platone si rende conto che le riforme non si possono fare da un giorno all'altro e dal di fuori perciò sottolinea l'importanza di inserirsi nella situazione da riformare attraverso un continuo educare il cittadino.
Molto belle alcune parti. Ad esempio quella in cui Platone all'unità armonica del tutto si giunge solo attraverso un'intima e personale esperienza interiore; il Bene che è giustizia interiore e dover essere si afferma come coscienza di misura, che appunto perché misura è ineffabile ma comunque sia per giungere a questo punto bisogna essere vissuti a lungo con questi problemi, bisogna essersi a lungo tormentati, essere passati attraverso gravi conflitti così da giungere, al fine, non al superamento di sé stessi ma alla realizzazione di sé attraverso il riconoscimento delle proprie potenzialità e dei propri limiti. Pezzi bellissimi insomma.
I capitoli iniziali possono considerarsi interessanti e divertenti, ma a partire dal capitolo IX il libro si riduce a una traduzione - per altro molto libera - delle Droidi di Ovidio. Sicuramente le premesse mitico-storiche ad ogni lettera sono interessanti e la maniera comica e popolare di tradurre le lettere invogliano ad un approfondimento della letteratura greca, ma per il resto non si può certo dire che il libro pecchi di originalità.
Haggard era uno spiritualista; credeva che, oltre la scienza e la religione, fosse possibile un'altra spiegazione del mondo, basata sull'amore, che rende l'anima eterna. Convinzione che forse deriva dal fatto che non riuscì, in vita, a sposare l'unica donna che affermò di aver mai amato.
Il suo spiritualismo si riflette in molti dei suoi libri, ad esempio nella serie “She”. Però in “When the world shook” mette a confronto tutte e tre le visioni nei personaggi di un medico, un prete e il protagonista in un'avventura simile a “She”.
Il libro è carino, anche se, a tratti, poco scorrevole.
I libri di Dehane consistono nella descrizione dei suoi progressi nel tentativo di dare una descrizione scientifica della coscienza ossia di renderla accessibile sperimentalmente. I suoi libri seguono i progressi in questa sua ricerca: parte dalla descrizione dei processi matematici da parte del cervello, mostrando che la matematica è una nostra invenzione che soggiace alla struttura del nostro cervello piuttosto che una scoperta di qualcosa di universale (ne “Il pallino della matematica”), continua tentando di capire come descrivere la conoscenza dal punto di vista fisico (in “Coscienza e cervello”): e qui scopre che alla base del pensiero cosciente vi è una caratteristica prettamente umana: il linguaggio. Così, ne “I neuroni della lettura”, si dedica attivamente alla ricerca dei meccanismi che ci permettono di imparare a leggere, a scrivere e a comunicare con gli altri. Si tratta, a suo dire, di un processo di riciclaggio neuronale in cui i nostri neuroni da primati si riciclano per altre attività culturali (il linguaggio appunto, ma anche l'arte, la religione, la scrittura). In quesot senso non è l'evoluzione del cervello ad aver dato origine alla rivoluzione culturale umana, bensì un riciclaggio di neuroni già presenti per altri scopi primitivi.
Infine riconosce che....leggete il libro altrimenti vi rovino il finale :)-
Non è stato affatto semplice decidere la votazione per questo libro. Da una parte sono molto interessato agli argomenti trattati, dall'altra questi non vengono affrontati con il dettaglio che mi sarei aspettato e che avrei desiderato. Comprendo che questo sia dovuto al tentativo di attrarre più lettori possibili e all'impossibilità di affrontare tutti gli argomenti in dettaglio; tuttavia, una volta concluso l'ultimo capitolo si rimane insoddisfatti... Ma il libro è pieno di spunti e suggerimenti di letture più o meno interessanti che affrontano alcuni dettagli e che, a spulciarle tutte, potrebbero tranquillamente impiegare qualche mese di tempo e incita esso stesso, per come é scritto, a consultare le varie fonti. Per questo, alla fine, mi sono deciso comunque per quattro stelle.
Qualche altro piccolo commento: a mio parere manca un'introduzione e una conclusione ben fatti. Infatti la prima non spiega il piano del libro (a meno di leggere l'introduzione dell'editore ma in tal caso si creano false aspettative) mentre la conclusione non mi sembra propriamente una conclusione quanto piuttosto un ulteriore capitolo a parte. Probabilmente questo è dovuto al fatto che gli autori sono due però crea un po' di confusione nella lettura.
Questa raccolta di poesie mi è piaciuta moltissimo, sopratutto perché sono sincere. Gli stessi autori dicono di aver scelto l'anonimato per poter esprimere liberamente ciò che provano e pensano. Ebbene, a mio parere non solo sono ricchissime di contenuti e di pensieri, ma sono anche scritte con una rara eleganza.
Non avevo idea, prima di leggere questo libro, quanti aspetti della nostra vita il meteo e il clima possano influenzare: l'arte, la cucina , le religioni, le leggi, le guerre, la salute, l'evoluzione degli animali, i pianeti, i record sportivi...insomma di tutto e di più. é sicuramente una lettura interessante per chi pensa che l'unico problema relativo alla meteorologia siano le previsioni del tempo e quello relativo alla climatologia l'innalzamento delle temperature. ;)
Il libro è favoloso, anche se probabilmente la mia opinione possa essere influenzato dalla mia passione per le Neuroscienze. Comunque sia, il primo punto a favore è l'autore: non si tratta del solito giornalista scientifico che, eccitato da qualche frase sentita da qualche scienziato, decide di scrivere un libro sulla concezione dei numeri senza sapere niente né di matematica né del cervello. Qui si parla di un matematico che ha preso un PhD in psicologia cognitiva arrivando così ad occuparsi della rappresentazione cerebrale dei numeri e della matematica. Insomma, un tipo che sa perfettamente ciò di cui sta parlando. E si vede: il libro è incredibilmente chiaro, nonostante arrivi a trattare argomenti piuttosto complessi.
Il secondo punto a favore sono le molteplici riflessioni che suscita: la matematica è un'entità astratta che esiste indipendentemente dall'uomo o è frutto dell'uomo stesso? È possibile pensare qualcosa di universale oppure sul cervello agisce la selezione darwiniana di modo che i nostri pensieri sono efficienti ma non necessariamente coerenti? (Se no, la cosa mi spaventa un po'). Esiste l'anima o è solo un'illusione?
Leggere Jerome è bellissimo perché:
a. sembra di intrattenersi in una simpatica conversazione con l'autore
b. è divertentissimo
c. sotto la comicità traspaiono sempre riflessioni e consigli di vita.
Una interessantissima e coinvolgente storia che convertirebbe anche i più scettici alla causa ambientalista. Certo, lo sviluppo della storia in alcuni punti può sembrare un po' forzato ma in fin dei conti è il messaggio che importa e a mio parere è trasmesso più che bene. Difatti, all'inizio pensavo “che noia, una storia su quanto è importante attivarsi per salvare il pianeta dal disastro ambientale bla bla bla” e invece, fidandomi di Gaarder, che è comunque uno dei miei autori preferiti, mi sono ritrovato ad apprezzare il libro e a simpatizzare con il suo messaggio. Insomma, ne consiglio la lettura anche perché è un libro breve che può leggersi con tranquillità.
p.s. l'idea della casa editrice di cambiare il titolo originale “anna” in “il mondo di anna” probabilmente è dovuta al tentativo di attrarre i lettori de “il mondo di sofia” ma è fuorviante perché il tema è diverso.
Avevo sentito che Montalcini fosse una persona speciale ma nella sua autobiografia emergono molte cose in più, in particolare il coraggio e la tenacia che l'hanno sempre accompagnata nella sua professione di ricercatrice. Gli episodi salienti e stupefacenti in tal senso sono: la decisione di iscriversi all'Università nonostante le idee maschilista del tempo, continuare le sue ricerche in neurobiologia nonostante fosse stata cacciata dall'Università per le leggi razziali e nonostante la minaccia dei bombardamenti della sua città etc etc. Davvero questo libro è una fantastica fonte di ispirazione e di stimolo a coltivare e combattere per le proprie passioni e i propri sogni nonostante tutto e tutti.
Le migliori storie di Agathe Christie sono, a mio parere, quelle legate a un mistero e quelle di spionaggio. Non per togliere qualcosa a Poirot (che comunque dopo la serie televisiva mi resta difficile leggere con gusto) ma la coppia tommy e tuppence mi sembra perfettamente riuscita perché unisce umorismo, dolcezza, mistero, indagine e spionaggio in una fantastica avventura.
Il romanzo segue il solito schema di Hope: un uomo onesto e coraggioso si ritrova a vivere una grande avventura, affronta nemici e si innamora della giovane fanciulla. secondo me come storia d'avventura non è niente male anche se questa volta, a differenza di “Rupert of Hentzau”, il finale è più scontato. Una cosa che mi è piaciuta molto invece è stato il fatto che, dopo aver sconfitto un nemico, ne compare un altro ancora più temibile e la storia continua.
Negli ultimi capitoli si affronta il problema climatico e l'autore sembra rifarsi completamente, riscuotersi dai passati capitoli un po' pesantucci per analizzare con piena lucidità l'effetto dell'uomo moderno sul clima; scuoterlo per le braccia e gridargli non solo la verità ma semplicemente la necessità di non fermarsi alle apparenze, si non essere superficiali, di non fidarsi di quel che viene detto solo perché ripetuto bensì di usare la propria testa e i propri occhi per approfondire, capire e farsi la propria idea ...sul clima e - aggiungerei- su tutto il resto.
Un libro bello, su una ragazza che trova la sua strada dopo essere stata immersa in un ambiente completamente nuovo.
Nelle tre opere che compongono l'Etica di Aristotele ci si chiede “è possibile essere felici? se sì, come?”. E il primo argomento affrontato, qui nell'Etica Eudemea, è l'amicizia. Cos'è l'amicizia? L'uomo felice ne ha bisogno?
Buona lettura.
Bello perché ancora una volta Platone ricorre a un favoloso mito per spiegare il fulcro delle sue idee.
Interessante perché traduce l'ideale politico Platonico delineato nella Repubblica in uno stato pratico che tenga conto del caos e dei pregi e difetti delle persone.
Attuale perché fa riflettere mettendo a confronto i “politici” di oggi con i politici senza virgolette. :)