Questa è la più recente run del gruppo che unisce Vendicatori e Mutanti in una singola squadra. Idea molto interessante, è il mio primo approccio a questo concetto.
Mi secca, come spesso succede con le più recenti iniziative editoriali di questa casa, che un 'prima volta' come me si trovi spiazzatissimo da quello che sta succedendo. E' difficile empatizzare con una situazione che ti passa davanti senza coinvolgerti. In compenso i disegni sono ottimi, la caratterizzazione c'è e fà il suo lavoro di intrattenere. Ma alla fine, occorre accontentarsi, peccato.
Questa è la più recente run del gruppo che unisce Vendicatori e Mutanti in una singola squadra. Idea molto interessante, è il mio primo approccio a questo concetto.
Mi secca, come spesso succede con le più recenti iniziative editoriali di questa casa, che un 'prima volta' come me si trovi spiazzatissimo da quello che sta succedendo. E' difficile empatizzare con una situazione che ti passa davanti senza coinvolgerti. In compenso i disegni sono ottimi, la caratterizzazione c'è e fà il suo lavoro di intrattenere. Ma alla fine, occorre accontentarsi, peccato.
La parte migliore?
Questa roba funzionerebbe pure in una miniserie di 4 episodi scritti con un tono SERIO. Questa ragazza è Supergirl con un senso etico e lo smart più marcati. Se perde la bussola, è potenzialmente la più grande minaccia dopo il Dottor Destino!
Ed è assolutamente adorabile!
Il suo piano è Scoiattolotopia. E non si fermerà di fronte a nulla pur di realizzarlo. 'Nuff said!
La parte migliore?
Questa roba funzionerebbe pure in una miniserie di 4 episodi scritti con un tono SERIO. Questa ragazza è Supergirl con un senso etico e lo smart più marcati. Se perde la bussola, è potenzialmente la più grande minaccia dopo il Dottor Destino!
Ed è assolutamente adorabile!
Il suo piano è Scoiattolotopia. E non si fermerà di fronte a nulla pur di realizzarlo. 'Nuff said!
Mi aspettavo di più, ma temo che col senno di poi non dovevo: Se da una parte si vede il tentativo di capitalizzare sul successo di un'altra miniserie, "Superior Foes of Spider-Man", qui il problema è che non puoi avere sia un gruppo di criminali iconico come i Sinistri Sei e subito dopo metterci il Dottor Destino che ruba la scena, la mangia, la digerisce con calma e passa ad UN ALTRO gruppo di supercattivi e poi ad un altro ancora e si arriva ad un finale che si capisce che l'autore era ormai disperato e chiudiamola lì.
Mi piacciono i momenti umoristici, mi piace che si cerchi di esplorare un po' dei supercattivi anche di second'ordine, ma hanno sbagliato il focus. Di brutto.
Mi aspettavo di più, ma temo che col senno di poi non dovevo: Se da una parte si vede il tentativo di capitalizzare sul successo di un'altra miniserie, "Superior Foes of Spider-Man", qui il problema è che non puoi avere sia un gruppo di criminali iconico come i Sinistri Sei e subito dopo metterci il Dottor Destino che ruba la scena, la mangia, la digerisce con calma e passa ad UN ALTRO gruppo di supercattivi e poi ad un altro ancora e si arriva ad un finale che si capisce che l'autore era ormai disperato e chiudiamola lì.
Mi piacciono i momenti umoristici, mi piace che si cerchi di esplorare un po' dei supercattivi anche di second'ordine, ma hanno sbagliato il focus. Di brutto.
Una raccolta come questa ci ricorda che non bisogna mai fare l'errore di incasellare il geniale Professor Calcare -un eclettico narratore che in quel che fa ci mette sempre un cuore grande come il mondo. E' capace di farti pensare mentre ridi a crepapelle, e un attimo dopo di farti piangere pure le lacrime del battesimo (cit.) con certi pugni allo stomaco!
Tirato per la giacchetta -non so più se ne abbia una, tra poco arriviamo allo striptease per procura - imboccato nelle parole e nei pensieri, eterno pedone del crocevia tra il fatticazzituoi e sonocazzimieigrazie, rimane quel che è: un grande protagonista!
Una raccolta come questa ci ricorda che non bisogna mai fare l'errore di incasellare il geniale Professor Calcare -un eclettico narratore che in quel che fa ci mette sempre un cuore grande come il mondo. E' capace di farti pensare mentre ridi a crepapelle, e un attimo dopo di farti piangere pure le lacrime del battesimo (cit.) con certi pugni allo stomaco!
Tirato per la giacchetta -non so più se ne abbia una, tra poco arriviamo allo striptease per procura - imboccato nelle parole e nei pensieri, eterno pedone del crocevia tra il fatticazzituoi e sonocazzimieigrazie, rimane quel che è: un grande protagonista!
Non si può non adorare il protagonista pieno di entusiasmo e casinista, non si può non adorare la sua resilienza, la sua forza d'animo mentre la vita cerca di mollargli dei bei colpi. Stavolta il focus si sposta sul rapporto tra Sam e suo padre e sulla ricerca della verità. Con l'aiuto di Rocket Raccoon! Ancora una volta, uno splendido mix di arte, scrittura, umorismo e slice-of-life!
Non si può non adorare il protagonista pieno di entusiasmo e casinista, non si può non adorare la sua resilienza, la sua forza d'animo mentre la vita cerca di mollargli dei bei colpi. Stavolta il focus si sposta sul rapporto tra Sam e suo padre e sulla ricerca della verità. Con l'aiuto di Rocket Raccoon! Ancora una volta, uno splendido mix di arte, scrittura, umorismo e slice-of-life!
Questa recensione vale sia per questa che per la prima parte.
Ho passato diversi anni senza leggere Marvel, riprendendo solo col ritorno in scena di Rocket Raccoon, e da lì ho cominciato a recuperare.
"Infinity" è uno di quegli eventi che mi fa realizzare quanto sia stato lontano da questo gigantesco universo narrativo: troppi personaggi, troppi riferimenti, troppe cose se non si è già un lettore costante. Apprezzare il contesto diventa difficile, parecchio.
E NON aiuta che qui esistano almeno 3 storylines: Thanos che vuole uccidere suo figlio, lo scontro tra diverse forze spaziali e i Creatori, e le sottotrame degli Illuminati, della guerra Atlantide/Wakanda e degli Inumani.
Lo stato dell'arte non si discute, così come i tempi dell'azione, ma sarebbe bello se la Marvel ricordasse che esistono anche i lettori casuali o ritornanti.
Questa recensione vale sia per questa che per la prima parte.
Ho passato diversi anni senza leggere Marvel, riprendendo solo col ritorno in scena di Rocket Raccoon, e da lì ho cominciato a recuperare.
"Infinity" è uno di quegli eventi che mi fa realizzare quanto sia stato lontano da questo gigantesco universo narrativo: troppi personaggi, troppi riferimenti, troppe cose se non si è già un lettore costante. Apprezzare il contesto diventa difficile, parecchio.
E NON aiuta che qui esistano almeno 3 storylines: Thanos che vuole uccidere suo figlio, lo scontro tra diverse forze spaziali e i Creatori, e le sottotrame degli Illuminati, della guerra Atlantide/Wakanda e degli Inumani.
Lo stato dell'arte non si discute, così come i tempi dell'azione, ma sarebbe bello se la Marvel ricordasse che esistono anche i lettori casuali o ritornanti.
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Sono i Guardiani. C'è ROCKET. Si vende da solo...tuttavia, continua a mancare quel senso di direzione che era appartenuto al loro primo arco. Succedono cose, sono risolte con coerenza, è divertente, ma è ancora un arco blando, senza guizzi. Angela, il primo personaggio serio ad apparire, si riduce ad una comparsata senza approfondimenti. E, come sempre, pesano tanto, troppo, i riferimenti ad "Infinity" e ad "Age of Ultron" che qui sembrano messi a caso.
Sono i Guardiani. C'è ROCKET. Si vende da solo...tuttavia, continua a mancare quel senso di direzione che era appartenuto al loro primo arco. Succedono cose, sono risolte con coerenza, è divertente, ma è ancora un arco blando, senza guizzi. Angela, il primo personaggio serio ad apparire, si riduce ad una comparsata senza approfondimenti. E, come sempre, pesano tanto, troppo, i riferimenti ad "Infinity" e ad "Age of Ultron" che qui sembrano messi a caso.
Lo stile c'è, ma è NOIOSISSIMO. Il protagonista è un drone, è morto dentro. Sono arrivato alla scena della lettera alla stazione prima di chiudere il libro: fino a questo punto non c'è stata la minima ragione per affezionarsi ad un sig. Qualunque che non fa altro che prenderle sul lavoro senza mostrare uno straccio di personalità. Si fà mettere i piedi in testa dalla qualunque, poco ci manca che i cani gli piscino sui pantaloni tanto per trollarlo.
L'ambientazione è...incomprensibile: prima l'autore ci dà un ricco resoconto della burocrazia dove lavora il protagonista (il worldbuilding qui fa la sua porca figura, va detto), descrive gli scarni e ovviamente sfigati rapporti col vicinato, ma poi non se ne fa più niente perché viene mandato in missione a supervisionare un collegio di giovani dotati di poteri magici -e qui arriviamo al colpo di grazia, per me. Appurato che in questo mondo la magia è riconosciuta ed inserita in un quadro burocratico, perché gli orfani dotati di superpoteri sembrano essere destinati ad essere degli adulti 'felici e produttivi' e basta? Se è una metafora, l'autore te la sbatte in faccia da subito, senza PRIMA rendere interessante questo contesto. Il protagonista, mi dispiace dirlo, potrebbe stare lavorando per il governo Sovietico sotto Stalin, intento solo ad eseguire gli ordini senza fiatare, anche se le vittime dei suoi rapporti finissero in un gulag -tant'è vero che la sua lettura preferita è il manuale del regolamento! Sant'iddio, PERCHE' dovrei affezionarmi a questo tizio? E' il ritratto vivente dello squallido grigiore senza scampo.
La missione di Linus è, dicevo, supervisionare un orfanotrofio che i suoi superiori ritengono molto importante, e dal suo rapporto ne andrà della chiusura della struttura. E a quel punto, la mia domanda è stat un bel "E CHI SE NE FREGA!?" Non sapendo quale sia il rapporto dei piccoli maghi col resto del mondo, senza neanche avere uno straccio di intuizione, dovendo contare solo sul punto di vista di uno che a sua volta è solo una macchina obbediente, allora non vale la pena andare avanti!
PS - il libro poteva comodamente cominciare dalla scena dell'arrivo alla stazione, vista l'utilità di quanto narrato fino a quel momento.
Lo stile c'è, ma è NOIOSISSIMO. Il protagonista è un drone, è morto dentro. Sono arrivato alla scena della lettera alla stazione prima di chiudere il libro: fino a questo punto non c'è stata la minima ragione per affezionarsi ad un sig. Qualunque che non fa altro che prenderle sul lavoro senza mostrare uno straccio di personalità. Si fà mettere i piedi in testa dalla qualunque, poco ci manca che i cani gli piscino sui pantaloni tanto per trollarlo.
L'ambientazione è...incomprensibile: prima l'autore ci dà un ricco resoconto della burocrazia dove lavora il protagonista (il worldbuilding qui fa la sua porca figura, va detto), descrive gli scarni e ovviamente sfigati rapporti col vicinato, ma poi non se ne fa più niente perché viene mandato in missione a supervisionare un collegio di giovani dotati di poteri magici -e qui arriviamo al colpo di grazia, per me. Appurato che in questo mondo la magia è riconosciuta ed inserita in un quadro burocratico, perché gli orfani dotati di superpoteri sembrano essere destinati ad essere degli adulti 'felici e produttivi' e basta? Se è una metafora, l'autore te la sbatte in faccia da subito, senza PRIMA rendere interessante questo contesto. Il protagonista, mi dispiace dirlo, potrebbe stare lavorando per il governo Sovietico sotto Stalin, intento solo ad eseguire gli ordini senza fiatare, anche se le vittime dei suoi rapporti finissero in un gulag -tant'è vero che la sua lettura preferita è il manuale del regolamento! Sant'iddio, PERCHE' dovrei affezionarmi a questo tizio? E' il ritratto vivente dello squallido grigiore senza scampo.
La missione di Linus è, dicevo, supervisionare un orfanotrofio che i suoi superiori ritengono molto importante, e dal suo rapporto ne andrà della chiusura della struttura. E a quel punto, la mia domanda è stat un bel "E CHI SE NE FREGA!?" Non sapendo quale sia il rapporto dei piccoli maghi col resto del mondo, senza neanche avere uno straccio di intuizione, dovendo contare solo sul punto di vista di uno che a sua volta è solo una macchina obbediente, allora non vale la pena andare avanti!
PS - il libro poteva comodamente cominciare dalla scena dell'arrivo alla stazione, vista l'utilità di quanto narrato fino a quel momento.
Quattro e mezzo solo per un tecnicismo: ci sono tanti punti in cui l'autore ripete e sottolinea quanto già detto e sottolineato. Non c'è bisogno di gonfiare la storia, funziona pure con una cinquantina di pagine in meno.
Per il resto: un capitolo molto importante, splendidamente narrato come sempre, nella vita di Harry Dresden e della sua cerchia di conoscenze. Qui si può dire: dopo quanto successo in questo capitolo, niente sarà più come prima. Il barattolo dei vermi è stato scoperto, le già screpolanti fondamenta del Consiglio Bianco sono ancora più infragilite, e il Consiglio Nero è di fatto una realtà nella lore -e tutto questo è solo una minima parte di ciò che a ritmo cinematico succede nel libro.
Originally posted at hardcover.app.
Quattro e mezzo solo per un tecnicismo: ci sono tanti punti in cui l'autore ripete e sottolinea quanto già detto e sottolineato. Non c'è bisogno di gonfiare la storia, funziona pure con una cinquantina di pagine in meno.
Per il resto: un capitolo molto importante, splendidamente narrato come sempre, nella vita di Harry Dresden e della sua cerchia di conoscenze. Qui si può dire: dopo quanto successo in questo capitolo, niente sarà più come prima. Il barattolo dei vermi è stato scoperto, le già screpolanti fondamenta del Consiglio Bianco sono ancora più infragilite, e il Consiglio Nero è di fatto una realtà nella lore -e tutto questo è solo una minima parte di ciò che a ritmo cinematico succede nel libro.
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