Lo stile c'è, ma è NOIOSISSIMO. Il protagonista è un drone, è morto dentro. Sono arrivato alla scena della lettera alla stazione prima di chiudere il libro: fino a questo punto non c'è stata la minima ragione per affezionarsi ad un sig. Qualunque che non fa altro che prenderle sul lavoro senza mostrare uno straccio di personalità. Si fà mettere i piedi in testa dalla qualunque, poco ci manca che i cani gli piscino sui pantaloni tanto per trollarlo.
L'ambientazione è...incomprensibile: prima l'autore ci dà un ricco resoconto della burocrazia dove lavora il protagonista (il worldbuilding qui fa la sua porca figura, va detto), descrive gli scarni e ovviamente sfigati rapporti col vicinato, ma poi non se ne fa più niente perché viene mandato in missione a supervisionare un collegio di giovani dotati di poteri magici -e qui arriviamo al colpo di grazia, per me. Appurato che in questo mondo la magia è riconosciuta ed inserita in un quadro burocratico, perché gli orfani dotati di superpoteri sembrano essere destinati ad essere degli adulti 'felici e produttivi' e basta? Se è una metafora, l'autore te la sbatte in faccia da subito, senza PRIMA rendere interessante questo contesto. Il protagonista, mi dispiace dirlo, potrebbe stare lavorando per il governo Sovietico sotto Stalin, intento solo ad eseguire gli ordini senza fiatare, anche se le vittime dei suoi rapporti finissero in un gulag -tant'è vero che la sua lettura preferita è il manuale del regolamento! Sant'iddio, PERCHE' dovrei affezionarmi a questo tizio? E' il ritratto vivente dello squallido grigiore senza scampo.
La missione di Linus è, dicevo, supervisionare un orfanotrofio che i suoi superiori ritengono molto importante, e dal suo rapporto ne andrà della chiusura della struttura. E a quel punto, la mia domanda è stat un bel "E CHI SE NE FREGA!?" Non sapendo quale sia il rapporto dei piccoli maghi col resto del mondo, senza neanche avere uno straccio di intuizione, dovendo contare solo sul punto di vista di uno che a sua volta è solo una macchina obbediente, allora non vale la pena andare avanti!
PS - il libro poteva comodamente cominciare dalla scena dell'arrivo alla stazione, vista l'utilità di quanto narrato fino a quel momento.
Lo stile c'è, ma è NOIOSISSIMO. Il protagonista è un drone, è morto dentro. Sono arrivato alla scena della lettera alla stazione prima di chiudere il libro: fino a questo punto non c'è stata la minima ragione per affezionarsi ad un sig. Qualunque che non fa altro che prenderle sul lavoro senza mostrare uno straccio di personalità. Si fà mettere i piedi in testa dalla qualunque, poco ci manca che i cani gli piscino sui pantaloni tanto per trollarlo.
L'ambientazione è...incomprensibile: prima l'autore ci dà un ricco resoconto della burocrazia dove lavora il protagonista (il worldbuilding qui fa la sua porca figura, va detto), descrive gli scarni e ovviamente sfigati rapporti col vicinato, ma poi non se ne fa più niente perché viene mandato in missione a supervisionare un collegio di giovani dotati di poteri magici -e qui arriviamo al colpo di grazia, per me. Appurato che in questo mondo la magia è riconosciuta ed inserita in un quadro burocratico, perché gli orfani dotati di superpoteri sembrano essere destinati ad essere degli adulti 'felici e produttivi' e basta? Se è una metafora, l'autore te la sbatte in faccia da subito, senza PRIMA rendere interessante questo contesto. Il protagonista, mi dispiace dirlo, potrebbe stare lavorando per il governo Sovietico sotto Stalin, intento solo ad eseguire gli ordini senza fiatare, anche se le vittime dei suoi rapporti finissero in un gulag -tant'è vero che la sua lettura preferita è il manuale del regolamento! Sant'iddio, PERCHE' dovrei affezionarmi a questo tizio? E' il ritratto vivente dello squallido grigiore senza scampo.
La missione di Linus è, dicevo, supervisionare un orfanotrofio che i suoi superiori ritengono molto importante, e dal suo rapporto ne andrà della chiusura della struttura. E a quel punto, la mia domanda è stat un bel "E CHI SE NE FREGA!?" Non sapendo quale sia il rapporto dei piccoli maghi col resto del mondo, senza neanche avere uno straccio di intuizione, dovendo contare solo sul punto di vista di uno che a sua volta è solo una macchina obbediente, allora non vale la pena andare avanti!
PS - il libro poteva comodamente cominciare dalla scena dell'arrivo alla stazione, vista l'utilità di quanto narrato fino a quel momento.