Gioco di spie, in originale “A Game of Spies” è un romanzo dello scrittore americano John Altman, uscito nel 2002. Si tratta del suo secondo libro, ma questo è l'unico attualmente pubblicato in Italia, l'autore al momento ha all'attivo altri cinque libri.
La trama di questa storia: siamo nel febbraio del 1940 e i servizi segreti britannici, avendo sottovalutato il potenziale della Germania nazista, per salvaguardare la sicurezza nazionale sono costretti a cercare di scoprire in anticipo i piani del Führer riguardanti un suo imminente attacco alla Francia. Per portare a termine questa delicata missione, dopo il fallimento di molte altre spie, viene incaricata la giovane Eva Bernhardt, una cittadina tedesca che per amore di un agente inglese si è trovata invischiata nelle operazioni della rete spionistica britannica. La ragazza ha il compito di sedurre un'importante funzionario tedesco per riuscire a carpire informazioni di notevole importanza. Ma il controspionaggio tedesco ha una efficiente rete di informatori e ben presto comincia a sospettare della giovane donna. Perciò in Inghilterra cercano di escogitare un modo per impedire alla Gestapo di arrivare ad Eva e compromettere così la riuscita della missione. Ma si affideranno ad Hobbs, l'agente britannico che aveva sedotto Eva, attualmente infiltrato in Germania e sospettato di fare il doppio gioco? Oppure faranno in modo che se la cavi da sola, lasciandole la responsabilità della propria sorte oltre che di quella dell'intero conflitto?
L'autore può essere accostato ad un copia un po' venuto male del Ken Follett degli esordi, infatti anch'esso scriveva romanzi di spionaggio ambientati durante la seconda guerra mondiale; brutta copia perchè anche se costruisce una spy-story ben costruita, difetta un po' troppo nella definizione psicologica dei personaggi. Ci troviamo dinnanzi ad una spy-storia carina da leggere, semplice, veloce, abbastanza interessante nella trama ma poco approfondito, buono per la spiaggia.
Ma in fondo se si può leggere un buon Ken Follett prima maniera (se piacciono le ambientazioni spionistiche durante il secondo conflitto mondiale) che senso ha leggerne la brutta copia?
La casa tra i mondi, in originale “The House Between the Worlds” è un romanzo fantasy del 1980 scritto da Marion Zimmer Bradley, famosissima in tutto il mondo per i noti cicli di “Avalon” a sfondo fantasy, e di “Darkover” a sfondo fantascienza e pubblicato per la prima volta in italia da Fanucci nel 1997.
La trama è presto scritta: sono i giorni radiosi degli studenti e della contestazione, e ci troviamo all'Università di Berkeley, negli anni settanta. Cameron Fenton è uno studente che fa praticantato presso l'università, e decide di prendere parte a un nuovo esperimento, durante il quale vengono adoperate delle potenti droghe allucinogene di nuova progettazione... che però danno risultati piuttosto sconvolgenti, al di là di ogni immaginazione. Sarà così che Cameron si vedrà catapultato in un mondo fantastico quanto terribile, lucente quanto cupo, alla presenza di Kerridis, principessa degli elfi, rapita da un'orda di mostri senza cuore, gli Ironfolk, nemici mortali degli elfi, che la conduce nelle oscure caverne dove vive un umano, Pentarn, loro capo. L'equilibrio dei mondi ora è in mano a Cameron Fenton.
Classico libro fantasy, dove si usa il pretesto dei mondi paralleli in cui il protagonista riesce a penetrare nel corso di esperimenti con l'uso della droga LSD; troviamo i soliti noti cliché con le popolazioni in perenne lotta tra di loro, la classica contrapposizione buoni/cattivi. La trama risulta essere troppo lunga, soprattutto la prima parte che è a tratti veramente pesante, dove l'autrice approfondisce troppo i “dubbi esistenziali” del suo protagonista, che si traducono in continui periodi interrogativi, retti da domande sopra domande, in merito agli eventi che stanno accadendo.
Quando qualcosa comincia a muoversi in questa “casa dei mondi”, la trama diventa più avvincente, ma praticamente tutto ciò avviene alla fine del libro, fuori tempo massimo. Sicuramente non il suo romanzo migliore, si fa leggere senza infamia e senza lode. Tipica lettura d'evasione senza alcun impegno.
Presto dimenticato.
La memoria del topo, in originale “The black echo” è un romanzo dello scrittore statunitense Michael Connelly, edito nel 1992 ed il primo di una lunga serie avente come protagonista il detective Harry Bosch. Il libro può essere considerato un police procedural atipico, in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle indagini di altri poliziotti.
Il protagonista è abbastanza noto tra i suoi colleghi, ha un passato da veterano nel Vietnam e lavora come detective della omicidi alla polizia di Los Angeles. Il suo nome completo gli è stato dato dalla madre in onore dell'omonimo pittore del XV secolo. Bosch, veterano della guerra del Vietnam e detective della polizia di Los Angeles, era stato assegnato alla DRO, Divisione Rapine-Omicidi, però, dopo aver ucciso il principale sospettato nel caso dei delitti in serie detti del Bambolaio, era stato punito e spostato nella meno importante Divisione Omicidi di Hollywood, con Jerry Edgar come partner.
Nella guerra del Vietnam i soldati appartenenti al reparto speciale dell'esercito statunitense addestrato per stanare i Vietcong dai loro nascondigli sotterranei venivano detti Topi di galleria.
Il titolo della traduzione italiana del romanzo, La memoria del topo, non ha lo stesso effetto del titolo originale, The Black Echo. Con questo termine venivano indicate le missioni nelle gallerie e l'atmosfera che vi regnava. Inoltre è importante notare che nel personaggio di Harry Bosch le sensazioni di oscurità e solitudine sono ricorrenti. Da qui l'importanza del titolo originale di questo primo libro che introduce la figura del famoso detective.
La trama si svolge ad Hollywood. Il detective Harry Bosch riceve una chiamata notturna: il cadavere di un uomo è stato ritrovato all'interno di una tubatura, lungo la strada della diga del Mulholland. Il caso sembra semplice: un tossicodipendente morto di overdose. Ma l'assenza di impronte all'interno del condotto ed un dito spezzato post-mortem, portano il detective a sospettare che le cose siano andate diversamente da come appaiono. Mentre il coroner analizza il corpo della vittima, Bosch nota un tatuaggio rosso e blu sul braccio: un topo, sorridente e ritto sulle zampe posteriori, con una pistola in una zampa e una bottiglia nell'altra. Il detective riconosce l'uomo morto grazie a quel tatuaggio: la vittima si chiamava Billy Meadows ed in Vietnam era stato un commilitone di Bosch, un topo di galleria. Le prime indagini mettono in luce anche il collegamento con uno spettacolare furto nel caveau di una banca di Los Angeles avvenuto alcuni mesi prima.
Il libro si legge velocemente ed è estremamente piacevole, la narrazione gioca tra colpi di scena e azioni al cardiopalma e come sempre la storia si muove tra doppi e tripli giochi; struggente e al tempo stesso avvincente come pochi. Si apprezza molto che non si parli di procedure e indagini dettagliate, ma tutto si basa sull'aspetto poliziesco e sulla psicologia dei personaggi, Bosch è un protagonista azzeccato e la storia cattura da subito.
Michael Connelly, ex cronista di nera del Los Angeles Times, conosce profondamente i suoi protagonisti e il campo dove si muovono ed è bravissimo a rendere al lettore quelle sensazioni di “thriller” che i soli grandi scrittori sanno fare. Harry Bosch poi, rimane uno dei personaggi in assoluto più riusciti nel panorama di questo tipo di narrativa.
Buona trama, con colpi di scena piacevoli e molte sorprese, che non annoierà mai il lettore. Consigliato.
Le illusione dello Scorpione, in originale “The Scorpio Illusion” è un romanzo del 1993 del compianto Robert Ludlum. Si tratta di un romanzo che è un mix di suspense, dramma, azione e thriller. Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Tyrell Hawthorne era uno dei migliori ufficiali dei servizi segreti della marina fino alla notte piovosa di Amsterdam quando sua moglie è stata assassinata, una vittima innocente. Ora Hawthorne è stato richiamato per un ultimo incarico. Lui è l'unico uomo al mondo che può rintracciare il terrorista più pericoloso del mondo. Amaya Bajaratt è bella, sfuggente, mortale - e lei ha messo in moto una cospirazione agghiacciante che il governo non può fermare. Con la vita del presidente in bilico, Hawthorne deve seguire il percorso a serpentina di Amaya per scoprire la rete che usa questo killer spietato.
Ludlum è una garanzia per questo genere di thriller ambientati nel mondo dei servizi segreti, i suoi libri sono sempre ben documentati e strutturalmente ben progettati, non ci sono falle e l'autore cerca sempre di tenere il lettore sulle spine e ottimizza i colpi di scena in modo di non annoiare mai durante la lettura. Come la maggior parte dei romanzi di Ludlum, il palcoscenico della vicenda è il mondo stesso, per un romanzo che non vedi l'ora di finire.
Ludlum, come dico sempre è il maestro di questo genere. Ritmi concitati e una maestria superba nel costruire degli intrecci veramente complicati.
Striscia di cuoio, in originale “The Osterman Weekend” è il secondo romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum, pubblicato nel 1972. Si tratta di un romanzo che è un mix di suspense, dramma, azione e thriller.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: John Tanner, importante giornalista televisivo, si appresta a organizzare con la moglie il consueto “fine settimana con gli Osterman”, al quale parteciperanno gli amici Cardone e Tremayne di New York e Osterman dalla costa ovest, ciascuno accompagnato dalla rispettiva moglie. Pochi giorni prima della festa, Tanner viene però contattato da Laurence Fassett, agente della CIA, il quale lo costringe a partecipare ad un'operazione per la sicurezza nazionale. L'obiettivo è smantellare la cosiddetta organizzazione Omega, alla quale si sospetta partecipino attivamente almeno uno, se non tutti, gli amici che saranno suoi ospiti nel weekend. La festa avrà luogo, ma la tensione tra i vecchi amici sarà palpabile. John fatica a fare il doppio gioco, mentre i suoi ospiti, già stuzzicati in segreto da Fassett circa i loro conti in banca sospetti in Svizzera, temono che John li voglia inguaiare per invidia della loro ricchezze. John si troverà messo alle strette, pieno di dubbi verso tutti, e deciderà di agire per conto proprio, ignorando le indicazioni degli agenti che lo hanno arruolato. Il finale porterà alla luce una verità sconvolgente.
Credo che questo sia stato il mio primo Ludlum, o comunque uno dei primissimi che lessi. Il suo modo di scrivere mi piacque molto, semplice e diretto, anche se con il senno poi e dopo aver letto praticamente tutto di quello che lui ha scritto si percepisce una certa immaturità nella trama. Ma rimane una storia piacevole, i colpi di scena non sono scontati e il tutto è come sempre nei suoi romanzi, credibile. Certo a rileggerlo ora alcuni dialoghi ed espedienti narrativi appaiano “datati”, ma il ritmo è incalzante, lo stile lineare e scorrevole, anche se un po' acerbo.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Il Negoziatore, in originale “The Negotiator”, uscito nel 1989, è un libro di Frederick Forsyth che è uno scrittore britannico, noto come autore di spy-story come “Il giorno dello sciacallo”, “I mastini della guerra”, “Dossier Odessa”, “Il pugno di Dio” e “Il quarto protocollo”.
Forsyth ritorna con una storia elettrizzante: John Cormack, neoeletto Presidente degli Stati Uniti sta per firmare con Gorbaciov il trattato di Nantucket, a coronamento della più grande intesa sul disarmo che le due superpotenze abbiano mai raggiunto. Ma in USA, come in URSS, potenti organizzazioni lavorano dietro le quinte per far naufragare l'accordo e riportare il mondo sull'orlo di una nuova Guerra Fredda... in particolare un uomo di immenso potere e a capo di una cospirazione per schiacciare il Presidente degli Stati Uniti. Solo un uomo può impedire che questo avvenga: il suo nome è Quinn. Egli è il Negoziatore.
Frederick Forsyth, maestro del thriller internazionale, non smentisce il suo comprovato talento, ci regala un intreccio appassionante che rivela trame oscure e spiega come la pace non sia effettivamente un desiderio di tutti; questo è una storia di spionaggio avvincente che descrive in maniera semplice alcuni meccanismi del potere. Anche se letto oggi sembra apparentemente poco attuale rimane in realtà una lettura godibilissima, per svelare alcuni meccanismi che sebbene romanzati nella finzione del romanzo, sono tutt'altro che da escludere per capire le dinamiche anche di oggi.
Colpi di scena, una fragile storia d'amore, il libro si regge sull'abilità del negoziatore nel trovare tracce ed inventare espedienti, sulla possibilità che ogni personaggio sia un traditore: intrigante, avvincente, avvolgente, scritto come sempre nello stile unico dell'autore e con pura maestria. La descrizione dei luoghi e delle situazioni è straordinaria; i personaggi caratterizzati al meglio.
Da leggere per tutti gli appassionati di spy-stories.
Raistlin - I fratelli in armi, in originale “Brothers in Arms” è un romanzo fantasy scritto da Margaret Weis e Don Perrin e pubblicato per la prima volta nel 1999 in America dalla TSR. È il secondo romanzo del ciclo Le Cronache di Raistlin e si riconduce all'ambientazione e al mondo di “Dragonlance”.
La trama è la seguente: prosegue l'addestramento dei gemelli, iniziata con il primo libro e qui si narra della loro esperienza come mercenari nell'esercito del Barone Pazzo, Ivor di Langtree, un nobile votato alle cause buone ed onorevoli, che viene reclutato con l'inganno in una terribile ed ingiusta battaglia contro la cittadina di Fine della Speranza. La battaglia, promossa dal generale delle truppe dei draghi, Lord Ariakas, è un pretesto per un proposito ben più losco: sotto suggerimento della Regina delle Tenebre, infatti, il Signore dei Draghi intende mandare un manipolo scelto di uomini per rubare le uova dei draghi buoni, che riposano nella montagna alla quale la cittadella è addossata, ed usarle per i propri piani. Il “manipolo scelto” è composto da due soli elementi: Kitiara, sorellastra dei gemelli, all'inizio della sua scalata al potere degli Eserciti dei Draghi, ed Immolatus, un drago rosso sanguinario e decisamente inaffidabile. I gemelli si trovano così, senza saperlo, a combattere dalla stessa parte della sorellastra che non vedono da anni. Sarà però grazie a loro, ed all'intervento prezioso del loro amico mezzo kender Scrounger, che si eviterà sia la distruzione della pacifica cittadina, sia il furto delle uova dei draghi metallici.
Il libro, scritto nel 1999, conclude la saga delle avventure in solitaria dei due gemelli adolescenti: presenta una completa biografia di Raistlin e di tutti i personaggi che lo accompagneranno nel corso della Guerra delle Lance. Riporta anche negli ultimi capitoli una premonizione di quella che avverrà alla fine della saga delle Leggende.
Credo che Raistlin sia il miglior personaggio di Dragonlance. Per chi ha letto e apprezzato le cronache, non si può far a meno di adorare questo personaggio cupo e misterioso, il più misterioso e al contempo il più amato in tutti i tomi, Raistlin è un vero fenomeno di contraddizioni, e questi due volumi ci spiegano e raccontano come sia nato, cresciuto e vissuto, fino alle cronache. Dunque per chi si è sempre lasciato intrigare dalla personalità sfuggente e ambigua di Raistlin questo sarà un viaggio alla scoperta dei passi che lo hanno condotto verso l'oscurità, verso il suo inevitabile destino.
Consiglio vivamente a chi ama il ciclo di Dragonlance di non perdere questo volume e per chi invece intende intraprendere ora il suo viaggio su Krynn indubbiamente questo sarebbe l'inizio migliore.
La spia che venne dal freddo, in originale “The Spy Who Came in From the Cold”, edito nel 1963, è il più noto romanzo di John le Carré, grazie anche alla trasposizione cinematografica con Richard Burton. La trama ruota attorno al personaggio di Alec Leamas, consumato agente del servizio segreto inglese, alle dipendenze del famoso capo Controllo. Il piano del servizio inglese è quello di infiltrare Leamas nel servizio segreto della Repubblica Democratica Tedesca, per far cadere in disgrazia l'astro nascente dei loro servizi segreti, Mundt.
La storia si svolge tra Berlino e Londra. Alec Leamas, il protagonista, è un agente dello spionaggio inglese che lavora nella Germania Est. Dopo l'ennesima uccisione di un suo uomo da parte degli uomini di Mundt, alto funzionario del controspionaggio della Germania comunista, Leamas torna a Londra, dove il capo dello spionaggio britannico, Control, gli offre la possibilità di un'ultima missione. Leamas deve fingersi un uomo distrutto, deluso dal servizio e umiliato dal servizio segreto inglese, così che gli agenti del controspionaggio russo possano crederlo pronto a tradirlo senza troppi problemi. A questo punto Leamas, sfruttando l'odio che Fiedler, agente ebreo del controspionaggio della DDR, prova per Mundt potrà fargli credere che, in realtà, Mundt collabora con i servizi inglesi. In questo modo sarà lo stesso Fiedler ad eliminare Mundt. Ma, come il lettore scoprirà poco a poco quale sia la missione di Leamas avendo sempre delle informazioni incomplete, così l'agente Leamas scoprirà, alla fine, di fare parte di un progetto più grande, di cui lui e la donna che ama saranno delle semplici pedine.
Lo scrittore inglese, ex agente segreto del MI6, ha rivelato in un'intervista al Sunday Times che in passato pensò di disertare in Unione Sovietica: “C'è stato un periodo in cui ero molto tentato di oltrepassare la cortina di ferro”. Accadde durante la guerra fredda, quando usava ancora il suo vero nome, David Cornwall, si trovava in Europa al servizio dell'MI6, il servizio di spionaggio di Sua Maestà britannica, e non aveva ancora iniziato la sua prodigiosa carriera di scrittore. Benché le sue idee siano oggi dichiaratamente di sinistra, non fu l'ideologia a fargli desiderare di lasciare l'Occidente per il fronte opposto, bensì semplicemente la sua onnivora curiosità: “Mi sarebbe piaciuto sapere com'era veramente la vita al di là della cortina di ferro”.
Le Carrè ha un trascorso davvero interessante: laureato a Oxford nel 1956, poi insegnante per due anni a Eton, la scuola dei re e dei premier, Le Carré era entrato nel corpo diplomatico nel 1959 e fu inviato in Germania e in altri paesi del continente, appunto lungo la “cortina di ferro”. Ben presto smise di fare semplicemente il diplomatico e venne reclutato dal servizio segreto, di cui faceva ancora parte quando, nel 1961, scrisse il suo primo romanzo. A quel punto un altro 007 britannico, Kim Philby, defezionò sul serio, accolto con tutti gli onori a Mosca, dove rivelò una lunga lista di agenti britannici in Europa, trai quali anche Le Carré, che ebbe una ragione di più per lasciare il servizio.
Insomma per capirci lui sa di cosa romanza: il romanzo, come è tipico di le Carré, costruisce un'intricata rete di inganni attorno alla quale ruotano i grandi giocatori degli intrighi della guerra fredda, fino a rendere la storia appassionante e coinvolgente, in una situazione in cui tutti sembrano essere il contrario di ciò che sono: alla fine l'autore saprà, con la sua solita maestria, dipanare la matassa e rendere chiaro un piano geniale.
Il giorno del tradimento, in originale “Remembrance Day”, è un thriller di spionaggio dello scrittore e giornalista Henry Porter, del 1999, è il primo romanzo dell'autore.
La trama di questo romanzo è la seguente: L'irlandese Constantine “Con” Lindow sta aspettando alla stazione della metropolitana di Londra l'arrivo di suo fratello Eamonn. All'improvviso scoppia una bomba su un autobus che causa diverse vittime, tra le quali proprio Eamonn. Con resta ferito e, dopo essere stato dimesso dall'ospedale, viene arrestato come principale sospettato dell'accaduto: questo perché lui e suo fratello da giovani erano stati coinvolti in un attentato al cimitero della cittadina irlandese di Droy. A credere nell'innocenza di Con è Kenneth Foyle, capo dell'unità antiterrorismo di Scotland Yard. Foyle va addirittura contro i vertici della sua organizzazione pur di dimostrarne l'innocenza. Indagando, Con e Foyle scoprono che l'attentatore è Rhodes, ex militare inglese e coinvolto anch'egli nella vicenda di Droy: si tratta di un pezzo grosso, dato che è in grado di far esplodere le bombe semplicemente componendo un numero di telefono. A rendere ulteriormente intricata la vicenda ci pensa la figura di Mary, una misteriosa amica di Eamonn comparsa proprio quando quest'ultimo è morto.
Un thriller a sfondo intrigo internazionale molto piacevole. Molto meglio di quanto mi aspettassi, questo romanzo soddisferà senz'altro gli appassionati più esigenti del genere spionaggio. La scrittura è di prima categoria con un buon ritmo, personaggi ben realizzati e un buon sviluppo della trama. Un mosaico complesso quello che si delinea davanti agli occhi dei servizi segreti occidentali, un vero rebus.; una storia che va avanti a rotta di collo per tutta la durata del romanzo. Consigliato.
Mexico City, in originale “Mexico Set”, è un romanzo di spionaggio del 1984, dell'autore inglese Len Deighton. La sua produzione letteraria spazia dai romanzi di spionaggio e di suspense, ai libri di cucina e ai saggi storici. È il creatore del personaggio Harry Palmer, una spia britannica protagonista di una serie di romanzi e di film interpretati da Michael Caine. Tutti gli appassionati di spy-stories ricordano la figura di Michael Caine con gli occhiali e l'impermeabile. E' Harry Palmer, l'agente segreto inglese protagonista di ben tre film, “Ipcress”, “Funerale a Berlino” e “Il cervello da un miliardo di dollari”.
Per far capire ai più di cosa stiamo parlando, posso dire che negli anni in cui uscivano i film di 007 di Ian Fleming, il secondo agente segreto britannico più famoso non era lo Smiley di John Le Carrè, - La Talpa e Chiamata per il morto ma proprio “L'agente senza nome”, uscito direttamente dalla penna di Len Deighton.
L'agente senza nome continua a uscire per qualche anno, ma con l'avvento degli anni ‘80 arriva il momento di evolverlo, di creare un personaggio nuovo e arriva così Bernard Samson: stesso stile di scrittura, stessi ragionamenti, è come ritrovare un vecchio amico, con la differenza che qui ha famiglia. Debutta in Gioco a Berlino (Berlin Game), primo libro della prima trilogia.
Metto le serie e i romanzi stand-alone più famosi:
Serie di Harry Palmer
La pratica Ipcress
Neve sott'acqua
Funerale a Berlino
Un cervello da un miliardo di dollari
Un posto caro per morire
Spy Story
Brilla, brilla, piccola spia
Serie di Bernard Samson
Gioco a Berlino
Mexico City
L'ultima partita
L'esca
La trappola
Spy Sinker
Faith
Hope
Charity
Game, Set and Match
Altri romanzi
Solo quando rido
L'incursione
Close Up
La spia di ieri
La grande spia. 1941: i nazisti occupano la Gran Bretagna
XPD
Goodbye Mickey Mouse
La famiglia Winter
Va detto che se siete appassionati, o se vi appassionerete molti di questi romanzi dovrete cercarli sulle bancarelle dell'usato, perchè per la maggior parte sono stati pubblicati negli anni ‘60 e ‘70 dalla Garzanti e in seguito ci penserà Rizzoli a dare alle stampa un'altra vagonata di opere, per lo più di quelli slegati dalle serie principali.
La trama di questo romanzo in particolare è presto scritta: Bernard Samson è alla prova del fuoco con una missione delicata e pericolosa, forse impossibile anche per lui, la spia perfetta: convincere Erich Sinnes, maggiore del KGB, a disertare. Forse questa sarà anche la sua unica occasione per fugare le ombre che ancora si addensano su di lui in seguito al tradimento della moglie Fiona, diventata potente nemica in campo avversario.
Lo stile di Deighton è molto particolare: la narrazione non è semplicissima, la maggior parte delle volte è complessa, articolata, direi che qualche volta arriva ad essere contorta. Secco e deciso, non si perde in frivolezze letterarie, la finezza della sua narrazione sta nella narrazione stessa, nello svolgere una trama complessa con abilità, nello svelare i particolari a piccole dosi e quando è strettamente necessario. Scrive come agisce una spia. E' un abile costruttore di situazioni, tessitore di trame fitte come ragnatele che sanno catturare il lettore.
Le atmosfere sono le tipiche dell'immaginario da guerra fredda: riunioni, inseguimenti, documenti segreti, trappole, catture e fughe, omicidi, agenti venduti, fughe di notizie. Questi sono tutti gli ingredienti dei romanzi di Deighton che sa combinarli da vero esperto, sfornando un puzzle per una storia ingegnosa, che soltanto alla fine ci appare limpida, quando ne abbiamo davanti tutti i tasselli.
L'unico neo delle storie sono la loro anzianità che le rendono particolarmente colorate in bianco e nero al lettore moderno, ma se siete appassionati di spionaggio, sono letture che non possono mancare alla vostra libreria perchè rappresentano la storia di questo genere letterario.
Il manoscritto, in originale “The Chancellor Manuscript” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1977. Si tratta di un romanzo sui presunti file segreti di J. Edgar Hoover e come sono scomparsi dopo la sua morte, e come, eventualmente, potrebbero essere utilizzati per ricattare persone di potere per eseguire gli ordini di coloro che possedevano tali segreti. E' anche ipotizzato che Hoover stesso potrebbe essere stato assassinato perché sapeva troppo di molte persone potenti. Nel gennaio 2010 il regista Marc Forster ha acquisito i diritti del romanzo per farne un film. Leonardo DiCaprio è stato contattato per il ruolo principale e Peter O'Brien per scrivere la sceneggiatura per il film.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: nel prologo il protagonista incontra un ambasciatore degli Stati Uniti, ed espone la sua tesi in merito ai segreti di Hoover ma viene respinta; l'ambasciatore però lo convince a pubblicarla sotto forma di un romanzo. Il protagonista accetta con riluttanza, e diventa presto un famoso romanziere. L'ambasciatore si rivela però facente parte di un'organizzazione conosciuta come “Inver Brass” che è in realtà un gruppo di intellettuali che intervengono nelle questioni politiche e economiche quando pensano che stanno andando fuori pista. Questi intellettuali decidono di assassinare J.Edgar Hoover, capo della FBI, perchè ritengono che i suoi file privati contengono informazioni dannose su vari politici, militari ed altre figure molto importanti, e che Hoover utilizza queste informazioni per il loro controllo . Quando Hoover viene assassinato dal lavoro del geniale ufficiale Stefan Varak, la metà dei file non si trovano. Per ottenere i file rimanenti Inver Brass recluta Peter per arrivarci, dandogli un nuovo soggetto per il suo romanzo, dicendogli che Hoover è stato assassinato in modo che indagherà ulteriormente. Da qui Peter è intrappolato in una spirale violenta, non sapendo chi sono i suoi nemici.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Anche il soggetto della trama è intrigante e rileva una parta della storia americana che è sempre stata poco chiara. Sicuramente non posso dire che sia il libro migliore dell'autore, ma il romanzo si gusta appassionatamente. La parte finale è un capolavoro per intensità e suspense, con ovviamente risvolti imprevedibili.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
La giuria, in originale “The Runaway Jury”, è un romanzo legal-thriller di John Grisham, scrittore statunitense di gialli giudiziari, scritto nel 1996. Nel 2003 dal romanzo è stato tratto un film omonimo, interpretato da John Cusack, Rachel Weisz, Dustin Hoffman e Gene Hackman.
La trama del libro è presto scritta: Wendall Rohr è un avvocato a capo di un team di legali che ha intentato una causa contro la Pynex, un'azienda produttrice di sigarette, per conto di Celeste Woods, una loro assistita, il cui marito è morto di cancro ai polmoni. La Pynex è difesa da un collegio di avvocati, pagato dalle ‘Big Four', il consorzio che unisce quattro aziende produttrici di tabacco. A capo della difesa è l'esperto avvocato Durwood Cable, coadiuvato da Rankin Fitch, un consulente legale al soldo delle Big Four che aveva già contribuito in passato a vincere cause come questa, ricorrendo anche a modi illeciti. Nicholas Easter, un ex studente di legge dal passato misterioso, riesce a farsi scegliere come giurato per il processo e, assieme alla sua ragazza Marlee, trama per pilotare il verdetto a favore di una o dell'altra parte.
Il libro mette in evidenza un istituto fondamentale e decisivo nel sistema giudiziario degli Stati Uniti: la giuria popolare, appunto. Un elemento ricorrente anche in altri legal-thriller di Grisham, negli USA a determinare l'esito di un processo è la giuria, la storia, oltre a descrivere il meccanismo di composizione e il ruolo della stessa, è incentrato su una serie di tentativi, ad opera di soggetti interni ed esterni al processo, di controllare i giurati e pilotare il verdetto da una parte o dall'altra.
La tematica relativa al fumo e ai danni che arreca è interessante ed attuale e l'autore offre vari spunti di riflessione sulla responsabilità dei produttori di tabacco. Grisham scrive come sempre in maniera favolosa, fredda ma essenziale, lineare, chiara, dettagliata. I suoi libri dopo averne letti molti sembrano assomigliarsi un po' tutti: la descrizione accurata degli ambienti e la caratterizzazione peculiare dei personaggi sono il denominatore comune di quasi tutti i suoi romanzi. E' un ritorno a casa.
Come thriller però, in questo caso lascia un po' a desiderare e si anima solo nella parte finale, peraltro non particolarmente avvincente. Personalmente non lo metterei tra i suoi migliori.
Aquitania, in originale “The Aquitaine Progression” è un romanzo del 1984 del compianto Robert Ludlum. Si tratta di un romanzo che è un mix di suspense, dramma, azione e thriller. Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Joel Converse è un avvocato, ma in precedenza ha combattuto come pilota di caccia nella guerra del Vietnam . A causa delle sue esperienze di guerra con il “Comando di Saigon”, verrà incaricato di investigare su oscuri traffici d'armi, misteriosi intrighi di generali, insidiose trame di agenti infiltratisi nei servizi segreti americani, inglesi ed israeliani stanno dietro a un diabolico disegno di militari esaltati. Solo lui in una lotta disperata contro la più diabolica e spaventosa congiura dei nostri tempi.
Ludlum è una garanzia per questo genere di thriller ambientati nel mondo dei servizi segreti, i suoi libri sono sempre ben documentati e strutturalmente ben progettati, non ci sono falle e l'autore cerca sempre di tenere il lettore sulle spine e ottimizza i colpi di scena in modo di non annoiare mai durante la lettura. Come la maggior parte dei romanzi di Ludlum, il palcoscenico della vicenda è il mondo stesso, per un romanzo che non vedi l'ora di finire.
Ludlum, come dico sempre è il maestro di questo genere. Ritmi concitati e una maestria superba nel costruire degli intrecci veramente complicati.
Il Quarto Protocollo, genere spionaggio e fantapolitica, in originale “The Fourth Protocol” uscito nel 1984, è un libro di Frederick Forsyth, che è uno scrittore britannico noto come autore di spy-story come “Il giorno dello sciacallo”, “I mastini della guerra”, “Dossier Odessa”, “Il pugno di Dio” e “Il quarto protocollo”.
Il titolo del romanzo trae la sua origine dal Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari firmato il 1º luglio 1968 fra i tre Paesi che all'epoca disponevano di tecnologia nucleare per uso bellico: Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica. I protocolli segreti dell'accordo erano quattro: i primi tre erano decaduti nel corso degli anni per obsolescenza tecnologica o perché configuravano una minaccia per la quale era stata trovata adeguata contromisura. Il cosiddetto quarto protocollo, invece, impegnava i Paesi firmatari a non costruire e esportare componenti di ordigni nucleari in un altro Paese. Il Piano Aurora, descritto nel libro, era quindi una palese violazione del quarto protocollo.
Dal libro è stato tratto il film omonimo Quarto protocollo del 1987, diretto da John Mackenzie e interpretato dagli attori Michael Caine, Pierce Brosnan e Joanna Cassidy. La sceneggiatura, alla cui stesura partecipò lo stesso Forsyth, è tuttavia leggermente diversa allo scopo di semplificare l'azione e rendere più fluida la narrazione.
Il romanzo prende le mosse dall'ipotesi che attivisti comunisti dell'ultrasinistra britannica fedeli all'URSS avessero infiltrato il Partito Laburista fino alle posizioni di vertice il momento in cui il Labour avrebbe vinto le elezioni nazionali per gettare la maschera e dar corso a un radicale cambiamento di politica interna ed estera: gli aspetti più importanti della sovversione sarebbero stati la nazionalizzazione di ogni impresa, l'abrogazione della proprietà privata e, soprattutto, l'uscita del Regno Unito, il più fedele alleato degli Stati Uniti, dalla NATO. Secondo i piani di Mosca, questa uscita avrebbe dovuto innescare un effetto domino che avrebbe provocato l'abbandono del Patto Atlantico da parte anche di altri Paesi dell'Europa occidentale, sancendo l'isolamento politico e militare degli Stati Uniti e la fine della loro supremazia nucleare in Europa.
Frederick Forsyth, maestro del thriller internazionale, non smentisce il suo comprovato talento, ci regala un intreccio appassionante che rivela trame oscure e aggiungo che dietro a tutti i suoi libri c'è un elemento che è costante e che rende così appassionante le sue trame: la verosimiglianza. Non esistono eroi alla “Bourne” di Ludlumiliana memoria, ma persone normali che un acutissimo spirito d'osservazione, discrezione e tanta tenacia arrivano a sbrogliare matasse complicatissime come sono quelle dello spionaggio.
Forsyth arriva a descrivere in maniera così dettagliata il lavoro di spia che i suoi libri potrebbero essere letti come manuali d'addestramento: le tecniche, gli accorgimenti, le sottigliezze che usano i personaggi da lui inventati, sono così verosimili che ogni lettore leggendolo si trasforma nel migliore degli agenti segreti.
Questo romanzo è uno dei suoi maggiori successi della serie guerra fredda. E' un romanzo dalla tensione tagliente e penetrante. Un piccolo capolavoro. Da leggere per tutti gli appassionati di spy-stories.
La casa Russia, in originale “The Russia House” è un romanzo di spionaggio da John le Carré pubblicato nel 1989. Il titolo si riferisce al soprannome dato alla parte del servizio segreto britannico che è stato dedicato a spiare l'Unione Sovietica . Da questo romanzo è stato tratto anche un famoso film nel 1990 interpretato da Sean Connery e Michelle Pfeiffer , e diretto da Fred Schepisi. Aveva la distinzione di essere uno dei primi film ad essere girato in Unione Sovietica. Le riprese includono scene in ed intorno a Mosca e Leningrado. La BBC ha anche prodotto un radiodramma con protagonista Tom Baker.
La trama si può tratteggiare in questo modo: al centro del romanzo troviamo un fisico sovietico, conosciuto come Goethe (nome in codice: Bluebird), che contrabbanda verso l'Occidente un documento che rivela che la tecnologia militare sovietica è una farsa e un disastro. Goethe è un idealista. Le spie inglesi tendono a credere alla spia sovietica e ai suoi documenti, ma le spie americane sono perplesse e divise. Il più competente e il più cinico degli agenti della CIA, Russell Sheriton, crede in Bluebird. Protagonista di questo romanzo è Barley Blair, uno scalcinato editore inglese pluridivorziato, gran bevitore, appassionato di jazz. Barley capisce di essersi cacciato suo malgrado in un delicatissimo intrigo dal quale può uscire solo scoprendo l'identità e le intenzioni dell'autore del manoscritto. Si trova così arruolato nei Servizi Segreti britannici, ma i tempi stanno cambiando e malgrado tutto crede ancora nell'amore e negli ideali. E in Katja sembra aver trovato entrambi. La casa Russia ci porta direttamente nel periodo di Gorbaciov, della glasnost e perestroika.
Le Carré, la cui scrittura sembra migliorare con ogni libro pubblicato, è un ottimo scrittore di spionaggio, tessitore di trame e di intrighi; egli è, infatti, oltre che un romanziere, un perfetto conoscitore e divulgatore di come lavoravano i servizi segreti: stile e tecniche di lavoro dei servizi di Intelligence americani e britannici; in particolare qui pone l'attenzione sulla gelosia e la mancanza di fiducia che esistono tra i servizi occidentali. I nemici non si vedono, ma si intuiscono, e la splendida ricostruzione del clima del anni ottanta e della Russia moderna di Gorbaciov, fa da cornice a questa storia di spionaggio e amore, senza mai annoiare il lettore.
I personaggi principali sono coinvolgenti, e le figure minori, soprattutto il personale di Intelligence, sono del tutto convincenti e sempre interessanti. In sintesi, uno splendido romanzo, anche se personalmente ho sentito la mancanza di Smiley e da qui deriva la mia valutazione non del tutto lusinghiera.
Cinque minuti dopo la mezzanotte, in originale “Five past midnight”, è un romanzo di spionaggio/guerra di James Thayer del 1997.
La trama del romanzo: siamo negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale nel 1945 e sembra che il conflitto non abbia fine. Berlino è una città distrutta, martoriata dai bombardamenti e Roosevelt affida una missione al capitano dell'esercito USA Jack Cray, prigioniero di guerra in Germania nel castello di Colditz dal quale deve prima fuggire: uccidere il Fuhrer. A contrastarlo il Terzo Reich mette Otto Dietrich, un ex ispettore della polizia berlinese condannato a morte dalla Gestapo per tradimento: avrà salva la vita se riuscirà a fermare l'americano.
L'autore scrive bene e i continui colpi di scena mantengono sempre veloce la lettura, la trama scorre e i fatti romanzati sono davvero interessanti. I suoi personaggi sono credibili, e le descrizioni della Berlino devastata dalla guerra e la vita dei prigionieri sono resi in maniera perfetta e affascinante. Si vede che Thayer ha perso tempo per le ricerche sull'ambientazione del romanzo.
L'alternativa del diavolo, in originale “The Devil's Alternative” è un romanzo thriller di Frederick Forsyth pubblicato nel 1979, che è uno scrittore britannico noto come autore di spy-story come “Il giorno dello sciacallo”, “I mastini della guerra”, “Dossier Odessa”, “Il pugno di Dio” e “Il quarto protocollo”.
Scritto prima del 1979, i capi di Governo e di Stato rappresentati nel libro sono fittizi, ma è possibile riconoscere alcuni protagonisti degli anni Settanta: Joan Carpenter, il primo ministro inglese nel libro, ricorda Thatcher; William “Bill” Matthews, presidente USA, è ricalcato su James “Jimmy” Carter; il suo consigliere per la sicurezza nazionale Stanislaw Poklewski rimanda chiaramente a Brzezinski e David Lawrence, il segretario di Stato USA a Vance.
“Non ho alcuna possibilità di scelta. O piuttosto, qualsiasi scelta faccia, degli uomini moriranno.” Il presidente degli Stati Uniti e altri capi di Stato nel mondo si trovano di fronte alla cosiddetta “Alternativa del Diavolo”: dover decidere la perdita di vite umane senza assumersene la responsabilità. La carestia che minaccia l'Unione Sovietica significa infatti la condanna a morte per migliaia di persone. Per scongiurare la fame, il Politburo del partito non ha altra scelta che rivolgersi ai Paesi dell'Occidente capitalista acquistando grandi quantità di grano. Gli USA vogliono approfittare della situazione di debolezza sovietica per costringerli a concessioni nel campo della riduzione degli armamenti nucleari.
Nel frattempo un gruppo di nazionalisti ucraini sta per infliggere al Kgb una grave umiliazione col fine di dimostrare che il famigerato e potente organismo di spionaggio non è poi così invincibile come si vuole far credere. Le conseguenze saranno imprevedibili sullo scacchiere politico mondiale dove un agente segreto inglese (con la sua controparte russa) ed i capi di Stato dei due blocchi contrapposti durante la guerra fredda giocano una partita dura in Europa, il campo di battaglia più importante per il dominio. Da Mosca a Washington, da Londra a Rotterdam, dalla campagna irlandese alla più grande petroliera del mondo, decine di personaggi, tra cui un gruppo di terroristi e un solitario agente segreto inglese incaricato di una delicatissima missione, si mettono in moto per risolvere il diabolico dilemma, in un continuo susseguirsi di colpi di scena che culmineranno in un'incredibile sorpresa finale.
Sicuramente questo romanzo è tra i migliori dell'autore (anche se è molto difficile trovarne uno che sia sotto le aspettative). Questa è una corsa velocissima e mozzafiato tra Cremlino, Casa Bianca, colonie in Cisgiordania, Mare del Nord, Downing street. La conclusione è una trovata tra le migliori che mi sia capitata di leggere nei libri di spy stories.
Frederick Forsyth, maestro del thriller internazionale, non smentisce il suo comprovato talento, ci regala un intreccio appassionante che rivela trame oscure e aggiungo che dietro a tutti i suoi libri c'è un elemento che è costante e che rende così appassionante le sue trame: la verosimiglianza. Non esistono eroi alla “Bourne” di Ludlumiliana memoria, ma persone normali che un acutissimo spirito d'osservazione, discrezione e tanta tenacia arrivano a sbrogliare matasse complicatissime come sono quelle dello spionaggio.
Forsyth arriva a descrivere in maniera così dettagliata il lavoro di spia che i suoi libri potrebbero essere letti come manuali d'addestramento: le tecniche, gli accorgimenti, le sottigliezze che usano i personaggi da lui inventati, sono così verosimili che ogni lettore leggendolo si trasforma nel migliore degli agenti segreti.
Questo romanzo è uno dei suoi maggiori successi della serie guerra fredda. E' un romanzo dalla tensione tagliente e penetrante. Un piccolo capolavoro. Da leggere per tutti gli appassionati di spy-stories.
Sogni di robot, in originale “Robot Dreams”, è un'antologia di racconti di fantascienza del 1986 dello scrittore statunitense Isaac Asimov. Contiene racconti già presenti in altre sue antologie (come Io, Robot, Tutti i miei robot) e il racconto omonimo inedito, che dà il nome alla raccolta. L'opera è illustrata da Ralph McQuarry, che ha curato anche la copertina, reinterpretando il quadro Avvampante giugno di Frederic Lord Leighton.
I racconti inseriti in questa raccolta sono:
Il piccolo robot perduto
Sogni di robot
Coltura microbica
L'ospite
Sally
Crumiro
La macchina che vinse la guerra
Occhi non soltanto per vedere
Le acque di Saturno
Diritto di voto
Barzellettiere
L'ultima domanda
Che cosa importa a un'ape
Luciscultura
Nove volte sette
S come Zebatinsky
L'ultimo nato
La palla da biliardo
Vero amore
L'ultima risposta
Una questione di memoria
Assolutamente non si può cercare di recensire un libro di Asimov dei robot, senza enunciare ciò che sta alla base di queste storie e cioè le ormai universalmente note “Tre leggi della robotica” alle quali obbediscono tutti i robot che compaiono nei suoi racconti (e in molti racconti di altri autori):
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Nonostante il titolo comunque, sono davvero pochi i racconti che vedono coinvolti dei robot, diversamente dall'altra antologia “Tutti i Miei Robot”. Ma ciò non pregiudica la qualità degli stessi, alcuni dei quali sono davvero dei piccoli capolavori della fantascienza. Forse i due più belli (inseriti per altro in altre antologie) sono “L'Ultima Domanda” e “L'Ultima Risposta”. Pur avendo come argomento comune l'interazione tra l'uomo e il divino, hanno trame decisamente diverse.
Come ogni libro e racconto del Buon Dottore porta a riflessioni su tematiche attuali o che lo saranno in un futuro non troppo lontano: il bello di Asimov è che ha saputo precorrere i tempi e ci ha preso spesso. Non che ce ne fosse il bisogno ma anche qui l'autore si conferma come il migliore scrittore di fantascienza di sempre per tutto quello che ha scritto.
Un'opera memorabile che affascina, commuove e diverte (perchè conditi dal geniale e proverbiale umorismo dell'autore), avvince il lettore dal primo all'ultimo racconto. Oltre alle storie in se stesse, ciò che rende unico questo libro e tutto il mondo Asimoviano è la perfetta analisi sociologica che Asimov intreccia nei suoi libri, le riflessioni che ne seguono sono, come capita solo nelle migliori letture, non solo stimolanti, ma hanno il potere di insegnare divertendo.
Come sempre, consigliato.
Il tiranno dei mondi, in originale “The Stars, Like Dust” è un romanzo di fantascienza del 1951 di Isaac Asimov. Il romanzo segna il decollo dell'autore nella narrativa fantascientifica di grande portata. La sua collocazione cronologica all'interno del ciclo dell'Impero è a tutt'oggi difficile da stabilire. I fatti di questo libro sono indubbiamente precedenti a “Le correnti dello spazio” e a “Paria dei cieli”, ma come Asimov stesso stabilisce nella prefazione di Preludio alla Fondazione, Il tiranno dei mondi dovrebbe essere il secondo, nell'ordine di successione interna del ciclo.
Piccola parentesi sul titolo originale: “The stars, like dust”, molto azzeccato e poetico, mi pare molto meglio che “Il tiranno dei mondi”, il quale probabilmente è solo un gioco di parole per riferirsi al pianeta Tyrann, che alla fine non ha poi tutta questa importanza. Il riferimento al titolo originale nel testo è l'incipit di una poesia composta da Biron Farill in occasione del suo primo volo spaziale.
Il “Ciclo dell'Impero” è una passaggio obbligato tra i meravigliosi “Ciclo dei Robot” e “Ciclo della Fondazione”. I tre libri sono episodi isolati rispetto a cosa sta succedendo o meglio dovrebbe succedere nell'intera galassia e infatti nelle intenzioni di Asimov c'era l'idea di scrivere altri libri per cercare di unire meglio questo ciclo (scritto tanti anni fa) agli altri due.
La trama è presto scritta: Biron Farill è uno studente che sta completando i propri studi universitari sulla Terra, ma soprattutto è il figlio del Governatore di Widemos, l'uomo più influente del pianeta Nephelos, facente parte dei cosiddetti Regni Nebulari (tra i quali vi sono anche quelli citati successivamente). In seguito ad un attentato a suo danno e all'esecuzione di suo padre, considerato un ribelle agli occhi dei Tirannici, molla tutto e, dietro consiglio di Sander Jonti, si reca sul pianeta Rhodia, uno dei più potenti mondi dei Regni Nebulari, per chiedere al governatore Hinrik di aiutarlo nella successione al governo di Widemos, in quanto questi ha una seppur minima influenza sui Tirannici. Ad aspettarlo vi sono i Tirannici, rappresentati dal commissario Aratap, i quali sono intenzionati ad arrestarlo per cospirazione. Alla “corte” di Hinrik fa la conoscenza della figlia Artemisia e del di lei zio Gillbret, con i quali fuggirà dal pianeta alla volta di Lingane, dove Gillbret ritiene possa trovarsi la principale cellula di resistenza contro i Tirannici.
Come sempre per i romanzi di Asimov, la trama è scorrevole ed è semplice da leggere. I tre romanzi del ciclo dell'impero non sono lunghi, anzi peccano un po' di brevità, anche se mantengono la rigorosità caratteristica di Asimov nel caratterizzare luoghi e tecnologie, che rendono le vicende narrate più che verosimili.
Siamo di fronte, per dirla in breve all'ennesimo parto di una mente geniale: io sono di parte, va bene, ma per me Asimov è il mio Buon Dottore, è la fatta persona della fantascienza, rappresenta tutte le mie letture giovanili di occhi divoratori di storie spaziali. Come tutti i romanzi di questo autore, ed in particolare quelli dei tre cicli - Robot, Impero e Fondazione -, e' assolutamente scorrevole, con una trama degna dei migliori gialli e la giusta dose di azione, come contorno, la solita splendida caratterizzazione dei personaggi e dei mondi in cui si svolge la storia. Nessuno come Isaac Asimov sa darvi concretamente il senso dell'infinità dell'universo e dei mondi, delle storie, delle civiltà, delle razze, che pullulano nell'universo.
Malgrado tutto questo ai tre libri del ciclo dell'impero lascio tre stelline, perché a confronto della serie dei Robot e della Fondazione, non posso fare altrimenti. In sostanza, un buon romanzo che è diventato un classico della fantascienza, lo consiglio assieme almeno alle altre storie scritte da Isaac Asimov che fanno parte del ciclo dell'impero e della fondazione.
Il Grande Buio, in originale “Black Out”, è un romanzo edito nel 1995 di spionaggio di John Lawton che è un autore di romanzi storici e di spionaggio ambientati principalmente in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale e la guerra fredda. Il personaggio principale di questo filone è Frederick Troy: il più giovane figlio di un padre immigrato russo che è diventato un editore molto ricco di giornali e in seguito baronetto. Sfidando le aspettative di classe e della famiglia, l'indipendente Troy si arruola a Scotland Yard, diventando un investigatore della squadra omicidi.
I diritti di questo personaggio sono stati acquistati da Columbia Pictures. Ma per ora non sono stati fatti film in merito.
La trama di questo romanzo è presto scritta: siamo a Londra nel 1944. Mentre la Luftwaffe fa il suo assalto finale sul capitale britannica già martoriata, i londinesi corrono attraverso le strade, in cerca di un rifugio sotterraneo in mezzo al black out della città. Quando il panico si placa, un braccio mozzato viene scoperto da un gruppo di bambini che giocano vicino ad un cratere provocato da una bomba, e quando il detective di Scotland Yard, Frederick Troy arriva sulla scena, diventa evidente che il corpo smembrato non è l'opera di un razzo v-1. Troy riesce a collegare il braccio reciso alla scomparsa di uno scienziato tedesco rifugiato dai nazisti, anche la nascente agenzia di intelligence americana decide di cominciare a investigare. Troy sarà costretto a lasciare la Londra che conosce e entrare così in un mondo corrotto tra rifugiati apolidi e delle donne misteriose, con conseguenze sanguinose... Dissotterrerà così una catena di segreti che portano dritto al alto comando alleato.
Il romanzo d'esordio di John Lawton è splendido, peccato che i diritti in Italia di quest'autore siano stati comperati da questa piccola casa editrice che ne ha pubblicati solo due sui sette scritti dall'autore. Questo thriller ambientato in tempo di guerra annovera quest'esordiente tra i più grandi scrittori di crime della nostra epoca. Questo primo romanzo dell'ispettore Troy, cattura e dipinge perfettamente le realtà del tempo di guerra a Londra, inserendole in un dramma avvincente che incapsula l'incertezza dell'Europa all'alba del dopoguerra.
La storia prende davvero e la tensione comincia a montare dopo le prime fasi di riscaldamento del libro e si finisce per godere la storia. E ci sono alcuni grandi colpi di scena verso la fine. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, di tutti i personaggi e questo è raro. Si incontreranno inglesi, tedeschi, americani e russi e tutti si muovono in un contesto storico che è notevolmente descritto. Il libro di Lawton poi è infarcito di riferimenti letterari, musica e film.
Appassionati di thriller, romanzi di spionaggio e letteratura inglese, questo romanzo è per voi. Si legge facilmente e asi fa divorare, ripeto è davvero un peccato che non sono stati più tradotti altri libri qui in Italia di questo bravo autore.
Paria dei cieli, in originale “Pebble in the Sky” è un romanzo di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov pubblicato nel 1950. Terzo e ultimo capitolo del ciclo dell'Impero Galattico. Con Paria dei cieli si chiude la trilogia dell'Impero Galattico, la cui successiva decadenza è parte integrante delle vicende del Ciclo della Fondazione. Il romanzo venne scritto pochi anni dopo l'uso delle prime bombe atomiche perciò l'idea di un pianeta diventato radioattivo come conseguenza del loro uso era estremamente forte.
Il “Ciclo dell'Impero” è una passaggio obbligato tra i meravigliosi “Ciclo dei Robot” e “Ciclo della Fondazione”. I tre libri sono episodi isolati rispetto a cosa sta succedendo o meglio dovrebbe succedere nell'intera galassia e infatti nelle intenzioni di Asimov c'era l'idea di scrivere altri libri per cercare di unire meglio questo ciclo (scritto tanti anni fa) agli altri due.
Egli dichiara che nel 1949, quando scrisse la storia, gli effetti delle radiazioni sui tessuti organici erano molto sottovalutati, e quindi, gli sembrava legittimo che gli esseri umani continuassero a vivere sulla Terra nonostante la radioattività. Asimov si scusa per non aver potuto correggere il libro per farlo sembrare più scientifico, in quanto le radiazioni sono un fatto essenziale ai fini della trama.
La trama è presto scritta: Joseph Scwharz è un sarto in pensione che rimane vittima di un incidente avvenuto in una centrale nucleare che lo trasporta in un lontanissimo futuro in cui la Terra è radioattiva e solo alcune aree sono abitabili. Affidato ad uno scienziato per fare da cavia per un esperimento di potenziamento sinaptico, la sua mente comincia a cambiare e l'archeologo Bel Arvardan è arrivato sulla Terra per studiarne le antiche rovine.
Lo scenario temporale in cui viene proiettato il protagonista è il nono secolo dell'Era Galattica, segnato dal massimo splendore dell'Impero di Trantor, un'epoca di pace e prosperità ispirata all'età augustea dell'Impero romano. I pianeti, come le antiche province, hanno ampia autonomia finché pagano le tasse e rispettano le leggi imperiali ma non tutti sono soddisfatti di questa situazione.
Nel romanzo si intrecciano diversi temi ricorrenti nelle opere di fantascienza dell'autore: i viaggi nel tempo, la Terra radioattiva, gli odi e le discriminazioni razziali (i terrestri sono emarginati e confinati sulla Terra, da qui l'auto imposizione delle leggi demografiche), i poteri telepatici.
La trama è lineare e anche se per certi versi la parte scientifica è obsoleta rimane ben costruito. La costruzione dei personaggi non erano il lato forte di Isaac Asimov e anche in questo romanzo non sono particolarmente sofisticati ma è una lettura che scivola via veloce e fa quasi rimpiangere di finire così in fretta... anche questa volta Asimov non delude.
Un Asimov puro, positivista, poco prolisso ma chiaro e dettagliato. Un buon romanzo che è diventato un classico della fantascienza, lo consiglio assieme almeno alle altre storie scritte da Isaac Asimov che fanno parte del ciclio dell'impero e della fondazione.
L'agenda Icaro, in originale “The Icarus Agenda” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1988. Questo libro è il sequel de “Il manoscritto”. A questo libro è collegata una curiosità cinematografica: nel film “Harry, ti presento Sally”, il protagonista maschile è immerso in questo libro mentre riceve una telefonata di Meg Ryan!
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Evan Kendrick è un membro del Congresso degli Stati Uniti di un piccolo distretto del Colorado. Avendo lavorato come imprenditore edile in Medio Oriente, è in rapporti amichevoli con il sultano dell'Oman. Si offre subito volontario per ritornare, come infiltrato in copertura, in quel paese del Medio oriente quando l'ambasciata americana a Masqat è presa dai terroristi. Durante la sua missione in incognito smaschera una rete terroristica di ampio respiro volto a controllare le economie e governi del Medio Oriente.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Mr. Plot - signor complotto - colpisce ancora. La storia è avvincente, si legge d'un fiato, dietro ogni livello della storia ce ne sono altri due nascoste, dietro ogni personaggio malvagio un cattivo peggiore, dietro ogni protagonista che sembra dalla parte dei buoni, un segreto insospettabile... Inoltre la storia sembra anticipare vicende che stiamo attualmente vivendo come i rapporti travagliati tra l'Occidente e i paesi islamici. Il finale non è chiaro, ma fa parte del gioco dell'autore.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
La primavera dell'ariete, in originale “Niccolò Rising”, è un romanzo della scrittrice scozzese Dorothy Dunnett, edito nel 1986. E' il primo romanzo della serie di Niccolò, che consta di otto libri.
La Serie di Niccolò è una serie di otto romanzi storici di Dorothy Dunnett ambientati a metà del XV secolo, in pieno Rinascimento europeo. Il protagonista della serie è Nicholas de Fleury (Niccolò, Nicholas van der Poele, o Claes), un ragazzo di nascita povera ed incerta, che arriverà alla ricchezza grazie alle sue abilità nei mercati bancari europei e ad intrighi politici internazionali. Le ambientazioni di questa serie sono molto affascinanti e si estendono molto geograficamente per portare il lettore ad ammirare gli importanti centri urbani di Bruges, Venezia, Firenze, Ginevra e la Lega anseatica, la Borgogna, le Fiandre, la Polonia, l'Islanda; la penisola iberica e di Madera, le città del Mar Nero di Trebisonda e Caffa, la Persia e le isole mediterranee di Cipro e Rodi, l'Egitto e la penisola del Sinai, per finire con l'Africa occidentale e la città di Timbuktu.
Gli otto volumi della saga sono parte di ciò che l'autrice ha visto come un grande lavoro di quattordici volumi, che comprende i sei romanzi delle “Cronache di Laymond”. Quest'ultima è stata scritta prima della serie di Niccolò, ma avviene cronologicamente più tardi, raccontando la storia dei discendenti dei personaggi della prima serie, nel secolo successivo. Ci sono differenze significative nella approccio narrativo e lo stile di scrittura tra le serie, che riflette in parte il diverso cammino personale presa dal personaggio centrale in ciascun libro.
Il personaggio di Niccolò, o Claes, è un apprendista di diciotto anni sempre allegro, nativo di Dyer, di sfortunata nascita, è stato accolto da parenti di sua madre dopo la sua morte; ben presto diventa evidente che Claes, è un eclettico e poliglotta, e si sta trasformando in un grande leader e giocatore di grandi giochi. Ama creare e risolvere i puzzle di ogni genere, è bravissimo con la matematica, e si applica a imparare tutto il possibile (lingue, ingegneria, comabttimenti, costumi di corte, filosofia), sia per scopi pratici che per il bene di apprendimento. Da apprendista, salirà la scala gerarchica a commerciante, poi banchiere, maestro di guerra, e infine consigliere di re. Nicholas ritiene di essere il figlio legittimo del bel Simon de St. Pol di Kilmirren, un signore scozzese, campione di giostre medievali e commerciante. Simon nega, sostenendo che Claes è un bastardo nato dalla sua prima moglie. Il desiderio di Nicholas per l'accettazione del riconoscimento paterno guideranno gran parte della serie.
La trama in sintesi (anche se è molto complessa) di questo primo libro: Nel 1462, Nicola è un ricco giovane uomo di ventuno anni. La sua amata moglie è morta. I suoi figliastri lo hanno chiuso fuori dell'azienda di famiglia. Lui e il suo esercito privato sono il bersaglio di molteplici cospirazioni. Ed entrambi i contendenti per il trono di Cipro, la brillante regina Carlotta chiede il suo sostegno. Con i piedi sul filo del rasoio di intrighi e cospirazioni, l'eroe Niccolò si destreggia tra avversari e alleati, dalla cortigiana Primaflora al comandante mamelucco Tzani-Bey al ablak, un uomo dal male oscuro.
I libri della saga di Niccolò, uno più bello dell'altro, per chi ama i libri storici questo ciclo dovrebbe essere un must da avere senza ma e senza se. L'autrice è bravissima nel descrivere vita, luoghi, personaggi, trame complesse nel rinascimento dove colloca tutti i suoi personaggi. La scrittura è opulenta di descrizioni, sembra quasi pennellare un affresco storico che più lo osservi e impari a conoscerlo più vieni trascinato dentro di esso. I personaggi sono complessi, ambigui e si muovono perfettamente nell'insieme del libro. Conoscerete anche voi Claes, umile apprendista, diventare mercante, mercenario, avventuriero... meraviglioso.
Appassionante. La prima parola che mi viene in mente quando penso a questa serie di libri stupendi. Iniziata la lettura non riuscirete a staccarvi facilmente, consigliato a tutti ma specialmente a chi ama le ambientazioni storiche.
Uno straordinario affresco storico.
La strada per Omaha, in originale “The Road to Omaha” è un romanzo del 1992 del compianto Robert Ludlum. Si tratta di un romanzo atipico dello scrittore: infatti rispetto al “solito” Ludlum, troviamo un libro strano, molto satirico verso gli U.S.A. Si tratta di un seguito al suo precedente libro “La strada per Gandolfo”, anche questo dello stesso filone “satirico”. Entrambi sono thriller al cui centro c'è l'avvocato dell'esercito Sam Devereaux, che viene coinvolto nei piani del generale MacKenzie “The Hawk” Hawkins. MacKenzie è in cerca di vendetta dopo essere stato ingiustamente buttato fuori del Esercito degli Stati Uniti all'inizio del primo libro.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Diversi anni dopo gli eventi narrati nel primo libri, il protagonista ha scoperto un trattato a lungo dimenticato tra il governo degli Stati Uniti e una tribù di nativi americani. Questo trattato ha concesso alla tribù una vasta area di terra nel Nebraska che da allora è diventato Omaha, e comprende la base del Strategic Air Command. Come un membro della tribù, il protagonista prevede di portare avanti una causa contro gli Stati Uniti per ridare la terra alla tribù. Per portare avanti questo obiettivo, ingaggia Devereaux, ora in pensione dal militare.
Ludlum è una garanzia per questo genere di thriller ambientati nel mondo dei servizi segreti, i suoi libri sono sempre ben documentati e strutturalmente ben progettati, non ci sono falle e l'autore cerca sempre di tenere il lettore sulle spine e ottimizza i colpi di scena in modo di non annoiare mai durante la lettura. Come la maggior parte dei romanzi di Ludlum, il palcoscenico della vicenda è il mondo stesso, per un romanzo che non vedi l'ora di finire.
Un grandissimo autore che qui riesce a passare dal spy story serio a quella leggero con incredibile naturalezza: godibilissimo e spassoso.
L'inganno di Prometeo, in originale “The Prometheus Deception” è un romanzo di spionaggio con una deriva fantascientifica scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 2000. Tratta di un agente di nome Nick Bryson, che lavora in un'agenzia ultra clandestina conosciuta solo come la Direzione. Questo romanzo è stato uno degli ultimi libri di Ludlum pubblicati nel corso della sua vita. È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
Come gli altri romanzi di questo prolifico autore di spionaggio, questo libro esprime preoccupazione circa l'accumulo di potere da parte di individui o di organizzazioni. Mentre alcuni dei suoi romanzi precedenti, mette in scena cospirazioni da parte dei governi o di estremisti politici per prendere il controllo del mondo, in questo libro si inscena una cospirazione da parte di una società privata.
La trama di questo romanzo: nel centro di New York c'è la sede di un'agenzia di spionaggio più potente della Cia e del Kgb, il Direttorio, che agisce sotto il massimo riserbo, senza che nessuno, nemmeno nei piani alti del governo mondiale, sappia della sua esistenza. L'agente Nicholas Bryson, dopo una missione finita male, assegnatagli da questa agenzia segreta, viene messo in congedo definitivo dall'agenzia, che gli costruisce una nuova vita come professore in un college. Dopo cinque anni di tranquillità, Nick viene avvicinato da Harry Dunne, vice capo della Cia, che riesce a far sorgere in lui il dubbio che il Direttorio sia in realtà una congrega di ex agenti del Kgb e di altre agenzie che aspira al controllo del pianeta. Bryson, perplesso ma messo di fronte a delle prove inconfutabili riguardo al fatto che Ted Waller, il suo ex capo, gli avesse mentito su tutto, dopo aver preso coscienza del fatto che l'agenzia avesse pilotato la sua vita sin dall'infanzia per fare di lui un agente, cerca di trovare i suoi vecchi datori di lavoro e la sua ex moglie, Elena, anche lei un'agente, per vendicarsi, per salvare il mondo, ma anche e soprattutto per scoprire la verità. Nella sua missione, si troverà a combattere con trafficanti d'armi, agenti segreti del Direttorio che ora gli danno la caccia e vecchi fantasmi del suo passato fino a rimettere nuovamente in dubbio tutto ciò che passo dopo passo ha scoperto.
I lettori di questo romanzo hanno notato una somiglianza impressionante tra la trama del romanzo e la sinossi del programma televisivo “Alias ”, in cui un agente segreto che lavora per quello in cui crede essere la CIA scopre invece di lavorare per una organizzazione terroristica per tutto il tempo.
Settecento pagine che si leggono con scorrevolezza, molti i colpi di scena, si prevedeva quello che oggi è considerato uno dei maggiori pericoli dei nostri personali dati, anticipando la problematica della privacy online; l'inganno di Prometeo è un continuo susseguirsi di colpi di scena e riesce a tenere il lettore costantemente con il fiato sospeso.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Anche il soggetto della trama è intrigante e rileva una parta della storia americana che è sempre stata poco chiara. Sicuramente non posso dire che sia il libro migliore dell'autore, ma il romanzo si gusta appassionatamente. La parte finale è un capolavoro per intensità e suspense, con ovviamente risvolti imprevedibili.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.