Il mosaico di Parsifal, in originale “The Parsifal Mosaic”, è un romanzo di spionaggio scritto nel 1982 da Robert Ludlum. Sembra che Ron Howard è stato contattato dalla Universal per dirigere l'adattamento cinematografico di questo libro. Il mosaico di Parsifal è il romanzo di Ludlum che si concentrata interamente sulla guerra fredda , e sulla possibilità di una guerra nucleare . Altri romanzi come “Il circolo Matarese” e “Aquitania” usano la guerra fredda come sfondo, ma non si basano su di essa come invece accade in questo libro.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama del romanzo: Micheal Havelock è un ex agente segreto che ha visto il suo amore, Jenna Karas, morire su una spiaggia di Barcellona dopo quello che pensava fosse un tradimento e dopo essersi convinto che faceva il doppio gioco. Lo shock è abbastanza per lui da decidere di lasciare i servizi segreti e andare in pensione. Un giorno però uno sguardo casuale in una affollata stazione ferroviaria di Roma cambia tutto. Si rende conto che lei è, in effetti, non è morta. Quello che segue è una trama davvero contorta, nelle migliori tradizioni “Ludlumiane” che coinvolgerà russi, francesi, corsi e agenti africani fino ad arrivare in fondo dove lo aspetta l'uomo più potente della terra, il presidente degli Stati Uniti. Scoprire una talpa russa ai massimi livelli del Dipartimento di Stato e la possibilità molto reale di una guerra nucleare che coinvolge gli Stati Uniti, la Russia e la Cina... e il misterioso personaggio “Parsifal” che potrebbe far scattare una trappola mortale per l'intera umanità.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. L'intrigo qui è al top. L'autore è una garanzia per questo genere di thriller ambientati nel mondo dei servizi segreti, i suoi libri sono sempre ben documentati e strutturalmente ben progettati, non ci sono falle e l'autore cerca sempre di tenere il lettore sulle spine e ottimizza i colpi di scena in modo da non annoiare mai durante la lettura. Come la maggior parte dei romanzi di Ludlum, il palcoscenico della vicenda è il mondo stesso, per un romanzo che non vedi l'ora di finire.
Ludlum, come dico sempre è il maestro di questo genere. Ritmi concitati e una maestria superba nel costruire degli intrecci veramente complicati. Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
L'uomo di Pietroburgo, in originale “The Man from St. Petersburg” è un thriller del 1982 dello scrittore britannico Ken Follett, ambientato nella Londra del 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale. In Italia è stato pubblicato dalla Mondadori nel 1984 con ristampe nel 2000 e nel 2004.
Il romanzo è ambientato durante la vigilia del primo conflitto mondiale, con l'impero britannico alla disperata ricerca di alleati per contrastare l'assalto della Germania. Winston Churchill, giovane e caparbio primo lord dell'ammiragliato, si reca da lord Stephen Walden per cercare l'aiuto del giovane principe Aleksej Orlov, nipote di Walden e dello zar Nicola II, che sta giungendo nel Regno Unito per dei colloqui segreti con il governo inglese. A Londra però sta per arrivare anche il pericoloso anarchico russo Feliks Ksessinsky, l'uomo senza paura venuto da Pietroburgo, che deve uccidere il principe Orlov e impedire lo scoppio della prima guerra mondiale. L'anarchico troverà l'aiuto inaspettato della giovane Charlotte Walden, che scoprirà essere sua figlia, ma dovrà scontrarsi con il capo della sezione speciale di Scotland Yard Basil Thomson.
Per chi ha conosciuto Follett dopo il successo de “I pilastri della terra” e pian piano è andato a ritroso fino a risalire ai suoi primi romanzi, come questo, probabilmente è rimasto sorpreso nello scoprire che l'autore prima scriveva tutt'altro: spionaggio come “Triplo”, “Il codice Rebecca”, etc... con ambientazioni sì storiche, ma con una deriva decisamente spionistica.
Se siete appassionati di romanzi storici che hanno un pizzico di thriller o mistero al loro interno troverete in esso un libro che si legge in un'unico respiro, bellissimo, una storia avvincente ricca di suspense e colpi di scena. I personaggi sono descritti magnificamente e per arrivare a decifrare l'arcano si dovrà giungere all'ultima pagina. Oltretutto sono davvero interessanti i retroscena storici delle alleanze Russia-Inghilterra.
Se infine amate la città che fa da palcoscenico a questo romanzo, ossia Londra, e le storie avventurose non potrete non apprezzare questo romanzo.
L'ultima cospirazione, in originale “The Templar Legacy”, è un romanzo thriller a sfondo avventuroso, pubblicato nel 2006, ed è il primo libro della saga riguardante Cotton Malone, personaggio inventato dallo scrittore americano Steve Berry.
La trama del romanzo si può così riassumere: Cotton Malone, ex agente operativo del dipartimento di Giustizia americano, si è da tempo lasciato alle spalle una vita fatta di pericoli e agguati e ha deciso di trasferirsi a Copenaghen, dove gestisce una libreria antiquaria. Un'esistenza tranquilla, che però viene sconvolta quando il suo ex superiore, Stephanie Nelle, giunta in Danimarca per una breve vacanza, cade vittima di uno scippo e il ladro, poco dopo, muore in circostanze misteriose. Malone allora segue Stephanie a un'asta di libri antichi e lì scopre la ragione del viaggio della donna: acquistare un volume, apparentemente senza valore, che tuttavia viene aggiudicato a qualcun altro, disposto a pagare una cifra esorbitante per impadronirsene. A questo punto, Stephanie è costretta a rivelare a Malone la verità: sta ricostruendo una catena di indizi rinvenuti dal marito, uno studioso di esoterismo morto alcuni anni prima, e quel libro è la tessera fondamentale di un puzzle che potrebbe risolvere il mistero del paesino francese di Rennes-le-Château e, di conseguenza, del mitico tesoro scomparso dei Cavalieri Templari. Ma è ormai ovvio che Stephanie non è l'unica a voler far luce sull'enigma che circonda il luogo in cui sarebbero custoditi numerosi testi segreti, proibiti dalla Chiesa, e immense ricchezze. Lo dimostrano la spirale d'intrighi e di morte che si dipana all'istante intorno a lei e a Malone, e che sembra aver origine proprio da un'antica cospirazione legata ai Templari.
Siamo al solito filone post-Il Codice da Vinci, dunque un thriller storico-religioso che pone in chiava romanzata un pezzo di storia che è apparentemente avvolta da qualche mistero. Non nego che in alcune parti sia entusiasmante e coinvolgente, con un testo che è scritto in maniera scorrevole e che si legge abbastanza velocemente anche quando l'autore elargisce spiegazioni storiche. I personaggi sono abbastanza interessanti e ben caratterizzati, si muovono in un ritmo incalzante e attraverso un mistero affascinante da risolvere.
Il problema essenziale è che letto uno di questi libri che si rifanno al filone thriller storico-religioso, hai la sensazione di averli letti tutti. Anche se gli argomenti, i personaggi e i misteri da risolvere cambiano, per tutto il libro continui ad avere un, in questo caso, pesante senso di deja-vu.
Un luogo chiamato libertà, in originale “A Place Called Freedom” è un romanzo del 1995 di Ken Follett ambientato tra l'Inghilterra e l'America durante il XVIII secolo, periodo denso di avvenimenti storico-economico-sociali. Alcuni dei libri di Follett hanno raggiunto la prima posizione del New York Times, tra cui “Triplo”, “Il Codice Rebecca”, “Un letto di leoni”... Due dei suoi romanzi, “I pilastri della terra” e “La cruna dell'ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia, dopo autori come Ian Fleming e Agatha Christie.
La trama del romanzo si può così riassumere: ambientato nel 1767, narra le avventure di un giovane minatore idealista dalla Scozia che crede che ci deve essere altro nella vita oltre a lavorare nelle miniere. Il minatore, Mack McAsh, ormai stanco e insoddisfatto della sua vita fuggirà, al fine di trovare un lavoro e una nuova vita a Londra. Alla fine McAsh diventa un leader tra le classi lavoratrici della città e diventa un bersaglio per quei gruppi di interesse che non condividono il suo punto di vista. McAsh viene incastrato per un crimine che non ha commesso e inviato ai lavori forzati per sette anni nella colonia inglese della Virginia , dove sarà costretto ancora una volta a crearsi una nuova vita. Sul tortuoso cammino troverà l'appoggio silenzioso di una ragazza aristocratica, Lizzie Hallim.
Il bravo Ken Follett fa quello che gli riesce meglio anche in questo libro: si documenta e analizza in modo preciso e documentato l'Inghilterra del 1700 e soprattutto l'enorme disparità sociale tra i vari strati della popolazione che nei secoli seguenti si ridurrà sensibilmente aiutata in maniera decisiva dalla rivoluzione industriale e dallo sviluppo tecnologico.
Il romanzo si occupa inizialmente della forma di servitù per i minatori nel 18° secolo che decretava che una volta che un minatore ha iniziato a lavorare in una miniera di carbone era legato alla miniera per il resto della sua vita. A Londra invece l'autore ci descrive il malcontento del 1768 che alla fine ha portato a rivolte e disordini in tutta la città. Poi ci si focalizza sulla pratica di punire i condannati per vari crimini condannandoli ai lavori forzati nelle colonie penali inglesi che è stata spesso vista come una valida alternativa alla pena di morte in quel periodo.
Personalmente questo romanzo non è tra i miei preferiti di questo autore sebbene le tematiche sono molte e tutte interessanti: i diritti dei lavoratori, l'uguaglianza tra i sessi e la pena di morte, tuttavia, la forma romanzata sembra anche troppo romanzata, e anche se lo stile semplice e scorrevole permette una lettura veloce, sembra che il ritmo a volte perda consistenza e il lettore sia introdotto in una lettura in cui le dite sfogliano automaticamente le pagine senza che la mente sia collegata. In più, molte volte sembra di leggere la sceneggiatura di una soap-opera.
Sicuramente ha scritto di meglio. Un Follett un po' sottotono.
Fontamara è il primo romanzo di Ignazio Silone, scrittore abruzzese e che in Abruzzo ha ambientato le sue opere più significative. Il romanzo è il più noto di quelli scritti da questo autore. Tradotto in decine di lingue, conseguì immediato riconoscimento di pubblico in tutto il mondo, in Europa, America e Asia. Il libro venne scritto in Svizzera, dove lo scrittore era immigrato, tradotto in tedesco e fu poi diffuso clandestinamente in italiano; solo nel 1949 verrà pubblicata, per Mondadori, una prima edizione nella lingua originale. La sua descrizione offre uno spaccato tremendo dell'universo contadino analfabeta dei «cafoni» delle montagne d'Abruzzo al tempo della dittatura fascista. Nonostante il provincialismo delle ambientazioni, più ancora che in Italia, Fontamara fu letto e apprezzato all'estero, dagli Stati Uniti ai paesi del Terzo Mondo, dove diventò il libro simbolo della volontà di riscatto degli “ultimi”. Dal romanzo è stato tratto il film Fontamara di Carlo Lizzani, trasmesso a puntate negli anni ottanta dalla Rai.
Il paese dove i fatti sono ambientati, è quello del suo paese natìo, Pescina: un paesino sottosviluppato, arretrato economicamente e tecnologicamente. Peggio ancora, il microcosmo umano che ci vive è condannato endemicamente all'ingiustizia e alla povertà, scandite dall'immutabile succedersi dei tempi legati all'agricoltura: la semina, l'insolfatura, la mietitura e la vendemmia. Si narra le tristi vicende di contadini poveri e di altre misere persone; la monotona vita di queste persone viene sconvolta dall'arrivo nel paese del cav. Pelino, un impiegato del comune venuto a raccogliere firme per una “petizione” del governo. Ma ben più sconvolgente è la vista da parte dei Fontamaresi di lavori di deviazione del fiume, unica risorsa d'acqua del paese. Le donne allora si recano nella città, dove, dopo essere state vergognosamente derise, riescono a capire che il mandante dell'opera è un certo Impresario, ricchissimo imprenditore fascista nominato anche podestà. Inevitabile è il conflitto tra i Fontamaresi e l'Impresario; una truffa quindi, che porterà via tutta l'acqua al paese. Intanto agli occhi del paese giunge la speranza di una ridistribuzione delle terre, ma anche questa sarà un'illusione per tutti. Qualche tempo dopo a Fontamara si verifica una spaventosa irruzione delle camicie nere, che sparano verso la chiesa, violentano delle donne e, dopo aver fatto delle domande ai Fontamaresi, segnano il loro paese come nemico del regime. Si riapre poi la questione del fiume, che si conclude con la cessione totale della risorsa idrica per un periodo di tempo che dura cinquant'anni, ma che viene detto ai Fontamaresi come cinque lustri, trovando appoggio sulla loro ignoranza. L'assenza di acqua provoca, oltre alla fame, il suicidio di Teofilo, responsabile della chiesa; la partenza a Roma di Berardo Viola, il fontamarese più rivoluzionario, con in mente idee di libertà e di uguaglianza. Ma la sua partenza a Roma non porterà buoni frutti: Berardo non trova lavoro, anzi viene messo in carcere e lì giustiziato, per aver confessato di essere il Solito Sconosciuto, un uomo a cui i Fascisti attribuivano la colpa di tutte le stampe clandestine contro il regime. La vicenda si conclude con la spedizione punitiva dei Fascisti nei confronti di Fontamara, che intanto aveva avviato la produzione di un giornale che elencava tutte le ingiustizie commesse; la morte di personalità di rilievo nel paesino come il generale Baldissera e Scarpone, e la salvezza invece di Matalè, Giovanni e del loro figlio.
Silone scrive in maniera molto leggibile, narrando l'azione in maniera umile, questo perché, come teorizza Dante Alighieri, lo stile deve adattarsi all'argomento, e se si parla del mondo agricolo, allora anche la forma sarà umile. Semplice nella trama e nel linguaggio, il romanzo ha a volte il tono di una fiaba: il libro è una denuncia contro i potenti e le autorità e chiaramente rivolta contro il fascismo e la dura repressione contro i rivoluzionari attuata anche con la pena capitale. Si pone l'aspetto sulla tremenda differenza tra quelli che chiama “cafoni”, ovvero i contadini poveri che popolano sia Fontamara sia tanti paesi simili in tutto il mondo che lavorano la terra non per guadagnare, ma per sopravvivere, che si sforzano di estinguere i debiti contratti per superare l'inverno precedente, che parlano solo dialetto, che sono ricchi se hanno un asino o un mulo; ed i cittadini che cambiano il mondo, lasciando i Fontamaresi spettatori.
Il libro mi è piaciuto? No, per nulla e per niente, questa è una di quelle letture scolastiche imposte, talmente lontane dalla mia personale indole che sono arrivato ad odiarne autore, contenuto e contenitore. E' un libro triste, piatto, lento e noioso che per ogni singola pagina non fa altro che abbruttire e ripetere all'infinito quanto sono ignoranti i “cafoni” protagonisti. Sarò sicuramente prevenuto, probabilmente io stesso “cafone”, ma non c'è niente da fare, questo libro è indissolubilmente marchiato a fuoco nella mia mente come bruttura infinita.
In Fontamara regna sovrana la rassegnazione, e questo mi ha portato, fin dalle prime pagine, a leggere con lo sconforto nella mente. E il ricordo di questa lettura sarà per me, sempre sconfortante.
Il partner, in originale “The partner” è un romanzo legal-thriller di John Grisham, scrittore statunitense di gialli giudiziari, pubblicato nel 1997.
La trama del romanzo: Patrick S. Lanigan, socio di uno studio legale a Biloxi, Mississippi, sparisce nel nulla dopo aver sottratto al suo studio 90 milioni di dollari. Dopo quattro anni, Patrick viene scoperto da un gruppo di mercenari assoldati dal suo ex studio legale : ha una nuova vita, un nuovo nome e una nuova compagna (Eva) a Ponta Porã, in Brasile. I mercenari lo rapiscono e lo torturano, ma grazie all'intervento di Eva, l'FBI lo sottrae ai suoi rapitori e lo reimpatria, dove dovrà però rispondere dei suoi crimini. Patrick aveva però previsto questa eventualità e non si fa trovare impreparato, affrontando gli eventi e riuscendo ad evitare, in definitiva, il carcere. Ma nuove sorprese lo attendono e in un finale avvincente, la preda diventa cacciatore.
Grisham scrive bene, anche se i suoi libri dopo averne letti molti sembrano assomigliarsi un po' tutti: la descrizione accurata degli ambienti e la caratterizzazione peculiare dei personaggi sono il denominatore comune di quasi tutti i suoi romanzi. Scrive in modo semplice, ma curato. Riesce a tenere l'attenzione del lettore sempre alta dall'inizio alla fine, senza far mai mancare i colpi di scena, intervallando situazioni da action movie, uno sfondo da thriller e le procedure giudiziarie, quindi il lettore sa già a grandi linee cosa aspettarsi. E' un ritorno a casa.
Appassionante e mozzafiato in alcuni tratti, in altri meno coinvolgente. Rimane tuttavia uno dei migliori libri di Grisham per lo svolgimento dell'intreccio, a volte risulta un po' troppo macchinoso ma il finale è assolutamente da non perdere.
Laboratorio mortale, in originale “The Hadest Factor”, è un romanzo thriller scritto nel 2000 da Robert Ludlum e Gale Lynds. Da questo romanzo è stata tratta liberamente la miniserie “Covert One: The Hadest Factor” in onda nel 2006. Diretto da Mick Jackson.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama del romanzo: in punti diversi degli Stati Uniti e nell'arco di poche ore un barbone, Mario Dublin, una adolescente, Billie Jo Pickett, e un militare, Keith Anderson, muoiono rivelando una sindrome da distress respiratorio. Sophia Russel, scienziata dell'istituto di ricerche per le malattie infettive del Maryland teme un'epidemia catastrofica provocata da un virus sconosciuto, così avvia delle indagini, ma prima che potesse far luce sul fatto viene assassinata con un'iniezione di una dose dello stesso virus mortale. Suo marito Jon Smith, sospettando un omicidio, parte alla ricerca dei terroristi che hanno assassinato la sua amata.
Il solito Ludlum, anche se ormai in fase decisamente calante e a fine carriera, l'influenza di Gale Lynds si sente e in maniera negativa purtroppo ma rimangono i cavalli di battaglia di Mr. Plot: intrighi, spionaggio, politica e abbiamo l'aggiunta della scienza al servizio del male. Insomma un thriller discreto che non raggiunge i picchi di altri memorabili romanzi di Ludlum; le situazioni mi sembrano poco credibili e i personaggi un po' stereotipati che non convincono molto ed inficiano la buona riuscita della trama.
Nel complesso, una piacevole lettura se vi piace il genere, la cui unica certezza, purtroppo, è che di tutto il libro, il nostro Mr. Plot, non abbia scritto neppure una riga. Dallo stile è fin troppo evidente che l'unica cosa che realmente accomuna quest'opera all'autore è il nome in copertina.
Tipica operazione commerciale per sfruttare un nome noto al grande pubblico.
Neuromante, in originale “Neuromancer” è un romanzo di fantascienza di William Gibson, pubblicato nel 1984. Primo romanzo dell'autore, è unanimemente considerato il manifesto del genere cyberpunk e l'opera che ha imposto il medesimo all'attenzione del grande pubblico; è stato il primo romanzo ad aggiudicarsi tutti i maggiori premi letterari dedicati alla science-fiction: Premio Hugo, Nebula e Philip K. Dick Award. Neuromante costituisce il primo volume della cosiddetta Trilogia dello Sprawl, composta dai successivi “Giù nel ciberspazio” e “Monna Lisa Cyberpunk”. La prima edizione italiana risale al 1986, a cura della Editrice Nord.
La trama: Case è un “cowboy della consolle”, un hacker. Il suo sistema nervoso è stato danneggiato, rendendogli impossibile il collegamento alla “Matrice”, la rete informatica globale. Si trova a Chiba, in Giappone, nella vana ricerca di una cura che gli consenta di accedere nuovamente al cyberspazio. Quando ogni speranza sembra ormai perduta, Case viene reclutato da un misterioso personaggio che si fa chiamare Armitage. La cura tanto agognata gli viene offerta in cambio della sua collaborazione ad una missione dai contorni oscuri. Armitage è accompagnato da una “samurai della strada”, una combattente dal fisico artificialmente potenziato di nome Molly. Una missione che nasconde molto di più di quello che sembra perchè di mezzo c'è una famiglia d'industriali criogenizzati, due intelligenze artificiali autonome e un cattivo che sa proiettare ologrammi con il pensiero.
Neuromante di William Gibson, un classico che dovrebbe piacere agli amanti, come me, della fantascienza metropolitana, del futuro strascicato tra la tecnologia più avanzata e l'umanità fragile immutata nei secoli. E invece duecentoerotte pagine di blablabla: una delle letture più faticose di cui io abbia ricordi. In sintesi, un susseguirsi di parole che per me non hanno avuto ne capo e ne coda e il bello è che questo romanzo è famoso proprio per la sua indecifrabilità, per le sue ambientazioni al limite dello stupefacente (inteso come droga).
Io questa storia non l'ho capita, non l'ho afferrata, anzi più leggevo e più la rifiutavo e così mi è rimasto solo il dispiacere e la sofferenza di essere davanti ad un'opera cardine della fantascienza e di non averci capito una beneamata mazza. Un peccato anche perchè le ambientazioni sono di tutto rispetto: scenari futuri in salsa dark inseriti in una società caotica, alla Blade Runner cinematograficamente parlando.
Per me sicuramente un'occasione sprecata. Ma capita anche questo ad un buon lettore.
Politika, in originale “Power plays. Politika”, è un romanzo di thriller geopolitico dell'autore statunitense Tom Clancy, edito nel 1997 e pubblicato in Italia nel 1999. Giochi di potere è una serie di romanzi, creati da Tom Clancy, Martin Greenberg e Jerome Preisler. Solo i primi quattro romanzi sono stati tradotti in italiano; i primi tre della serie invece, hanno portato alla creazione di tre videogiochi chiamati rispettivamente Tom Clancy's Politika, Tom Clancy's ruthless.com e Tom Clancy's Shadow Watch.
Dal romanzo è stato tratto anche un videogioco: Tom Clancy's Politika, simile al gioco da tavolo Risiko.
La trama di questo primo romanzo della serie: nel 1999 una serie di attentati terroristici scuote gli Stati Uniti e tutte le prove rimandano al nuovo governo russo. L'uomo d'affari Roger Gordian decide di scoprire chi è il responsabile dell'attacco e chiama la sua unità di crisi per fronteggiare la situazione.
I romanzi di Clancy si caratterizzano soprattutto dalla presenza di una pluralità di personaggi, interessi in gioco e paesi coinvolti, basta prendere in considerazione i due libri che più mi sono piaciuti di quest'autore: “Uragano Rosso” e “Caccia a Ottobre Rosso”. Non sono libri semplici da seguire e richiedono un livello di attenzione abbastanza alto anche se sono romanzi di intrattenimento puro.
Questa serie però di Tom Clancy porta solo il nome, in verità la serie è scritta da altri autori, questa è una tipica operazione commerciale che applicano le case editrici per vendere libri che altrimenti passerebbero del tutto inosservati. “Giochi di Potere” non fa differenze: capitoli brevi, le vicende sono poco chiare, salti spaziali e temporali confusi, nessuna introspezione dei personaggi, non c'è alcunché del Clancy che i fan apprezzano.
Non è una lettura fondamentale ma da fare se si ama questo genere.
Il martello dell'Eden, in originale “The Hammer of Eden” è un romanzo del 1998 di Ken Follett ambientato in California nei primi anni novanta. Alcuni dei libri di Follett hanno raggiunto la prima posizione del New York Times, tra cui “Triplo”, “Il Codice Rebecca”, “Un letto di leoni”... Due dei suoi romanzi, “I pilastri della terra” e “La cruna dell'ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia, dopo autori come Ian Fleming e Agatha Christie.
La trama del romanzo si può così riassumere: ambientato negli anni novanta negli Stati Uniti, in una città e in un ambiente geografico in parte inventato della California. La vicenda narra le avventure di una delle ultime comunità di hippy che riesce a vivere nascondendosi dal resto del mondo civilizzato. Ma la situazione è destinata allo sconvolgimento per il progetto di costruire una diga nella valle con l'allagamento delle case e della vigna da cui dipende la comune e con la distruzione dell'ambiente. Priest, il leader del gruppo, ordirà un piano ingegnoso per costringere il governatore della California ad abbandonare il progetto per riuscire a prolungare la vita della comune lontano dalla società corrotta e inquinata. Priest vuole infatti rubare un vibratore sismico – realmente esistente – per provocare terremoti dalle parti della celebre faglia di Sant'Andrea, minacciando di distruggere la famosa città californiana di San Francisco. Questo folle piano, che Priest riuscirà a far decollare, sarà ostacolato dall'agente Judy Maddox, membro dell'FBI. Le vicende assumono un ritmo serrato con un alto livello di particolari nell'indagine che la Maddox avvierà nel tentativo di fermare Priest che ben presto diverrà il suo nemico fino allo scontro finale.
Questo, insieme a “Il terzo gemello”, li considero i peggiori dell'autore nella sua intera carriera di scrittore e non sto neanche a citare “Il pianeta dei Bruchi” perchè mi sembrerebbe proprio di sparare alla croce rossa. In ogni caso Follett non sembra neanche essere convinto se schierarsi con la vita appartata e ambientalista degli hippy, oppure prenderne le distanze per via della loro crudeltà e il totale disinteresse per una vita umana che li porterà a uccidere molte vite innocenti per arrivare al loro scopo inizialmente benefico.
E' un libro basato su un presupposto che sembra assurdo, ma è quello che fa stare in piedi tutta la storia, ovvero che un gruppo di persone possa e riesca a provocare un terremoto volontariamente in un determinato luogo. Quando mi sono ritrovato a leggere le altre recensioni ho trovato conferma che praticamente questa storia manca totalmente di suspense a causa della pressoché mancanza di colpi di scena e del finale quasi scontato. Sinceramente credo che il libro possa essere giustamente apprezzato proprio da quel mondo hippy che viene così ben descritto.
Completamente superfluo.
Op-Center Parallelo Russia, in originale “Tom Clancy's Op-Center”, è un thriller geopolitico scritto da Tom Clancy e Jeff Rovin, edito nel 1995. Op-Center, più in generale, è una serie di romanzi, creati da Tom Clancy e Steve Pieczenik, con il contributo di Jeff Rovin. Ispirato al primo libro della serie, nel 1995 viene realizzato il film OP-Center, di Lewis Teague, come quarto film basato sui romanzi di Tom Clancy.
Fanno parte della serie finora pubblicata in Italia:
1 Op-Center
2 Parallelo Russia
3 Giochi di Stato
4 Atti di Guerra
5 Equilibri di potere
6 Stato d'assedio
7 Presa di potere
8 Linea di controllo
Op-Center è il nome dell'agenzia denominata National Crisis Management Center (NCMC) e ha il compito di gestire speciali crisi interne ed esterne agli Stati Uniti. L'esistenza del centro è mantenuta segreta al popolo americano ed il suo direttore, Paul Hood, fa rapporto direttamente al presidente degli Stati Uniti. Il quartier generale è situato nei pressi della base dell'Aeronautica militare di Andrews nel distretto federale di Washington ed utilizza lo Stryker team come gruppo di risposta paramilitare.
La trama di questo primo romanzo è la seguente: La guerra fredda è finita. E il caos è la nuova impostazione. Il nuovo presidente della Russia sta cercando di creare un regime democratico, ma ci sono elementi forti all'interno del paese che stanno cercando di fermarlo: la spietata mafia russa, i nazionalisti di destra, e quelle forze nefaste che faranno di tutto per tornare alla Russia dei tempi della zar. Op-Center, il team di gestione delle crisi di nuova costituzione, ma di grande successo, inizia una corsa contro il tempo e contro i sostenitori della linea dura. Il loro compito è reso ancora più difficile dalla scoperta di un omologo russo... ma questo controllato da quegli stessi estremisti repressivi e rappresenta tutto ciò Op-Center rappresenta. Due Op-Centri, immagini speculari rivali l'uno dall'altro.
I romanzi di Clancy si caratterizzano soprattutto dalla presenza di una pluralità di personaggi, interessi in gioco e paesi coinvolti, basta prendere in considerazione i due libri che più mi sono piaciuti di quest'autore: “Uragano Rosso” e “Caccia a Ottobre Rosso”. Non sono libri semplici da seguire e richiedono un livello di attenzione abbastanza alto anche se sono romanzi di intrattenimento puro.
Op-Center, pur non essendo complesso come gli altri da me menzionati sopra, non è sicuramente agevole, da poter leggere con spensieratezza: fantapolitica, azione, suspense, colpi di scena e una trama articolata lo rendono una lettura consigliata a chi ama i romanzi di spionaggio e di azione, ma che abbiano voglia di cimentarsi con qualcosa di complesso.
Il ciclo delle stagioni, in originale “Dark Hollow” è un romanzo dello scrittore irlandese John Connolly. Originariamente pubblicato nel Regno Unito nel 2000 è il secondo romanzo del ciclo dedicato alle storie dell'investigatore Charlie Parker, detto Bird. Nell'ambito del ciclo il romanzo ad esso precedente è “Tutto ciò che muore”, quello seguente è “Gente che uccide”. La cittadina di Dark Hollow (letteralmente: luogo “vuoto e oscuro”) che dà il titolo originale al romanzo è in larga parte una creazione dell'autore. Tuttavia numerosi riferimenti geografici reali presenti nel corso della narrazione consentono di situarla nella zona centrosettentrionale dello Stato del Maine, non lontano dal confine canadese.
La trama del romanzo: incapace di superare il trauma dell'uccisione della moglie e della figlia, il detective Charlie Parker si è ritirato nelle campagne del Maine, dove è nato. Quella parvenza di tranquillità che sperava di trovare viene però orrendamente turbata dal ritrovamento dei cadaveri di una giovane donna, Rita Ferris, e del suo bambino. I sospetti ricadono subito sull'ex marito di Rita, Billy Purdue, un uomo schivo e violento, dileguatosi nel nulla. Sulle sue tracce non c'è solo la polizia: a quanto pare Billy ha dei conti in sospeso con la mafia locale, cui ha sottratto parecchi soldi. Indagando sul caso, Parker scopre a sue spese che la pista tracciata dalle indagini su Purdue è del tutto aleatoria: l'assassino colpirà ancora, mietendo le sue vittime tra i potenziali informatori sul caso.
In questo secondo romanzo del ciclo va precisandosi una questione già accennata nel precedente e destinata a diventare molto famigliare al lettore assiduo di John Connolly: la questione del contatto tra Bird e il mondo dei morti. È una cosa difficile da comprendere eppure è importante perché concorre a costruire una parte essenziale nel carattere del personaggio protagonista. Lo stesso Bird cerca di spiegare la propria capacità di vedere i morti e di avvertirne l'esigenza di pace e di giustizia come “una specie di immedesimazione [...] o forse una forma di follia, un prodotto della sofferenza e del senso di colpa”.
Per me “Charlie “Bird” Parker è uno dei migliori detective e personaggio contrastato nel profondo, mai scaturiti da penna d'autore. Ho trovato questo libro, primo della serie con figura centrale Parker, molto ben scritto e soprattutto molto ben strutturato, particolare che spesso manca a questo genere di letteratura. E' un thriller bellissimo, da togliere il fiato. Molto coinvolgente anche a livello emotivo.
La scrittura è magistrale ed è proprio questo il punto di forza e focale che cattura il lettore e tiene altro il suo interesse per tutta la durata della storia. Non una sbavatura nella scrittura, non si cade mai nelle banalità descrittive a volte tipiche dei thriller, un uso della lingua scritta che incanta soprattutto ottime le descrizioni sulla natura e le profonde riflessioni introspettive del protagonista.
Questo libro non è propriamente un thriller, ma una commistione tra la tensione del thriller, il giallo e l'horror; i suoi libri evovano gli odori dei luoghi che vengono descritti, si percepisce la tensione che circonda le indagini, la paura dei personaggi, l'inquietudine della situazione, il dolore dei morti. Connolly descrive tutto con una lucidità spaventosa: il peggior lato degli essere umani e l'atrocità dei delitti efferati, senza discriminazione fra donne o bambini.
Il comportamento del protagonista si regge sempre sul filo sottile ed ambiguo che divide la legge dalla giustizia, ma l'etica personale di Bird - e di coloro che lo affiancano - per quanto violenta non è mai del tutto ingiustificata; menzione particolare anche per i co-protagonisti forse la coppia più bella della letteratura thriller (i fantastici Angel e Louis).
Attenzione infine a due cose: non confondere mai l'autore con Connelly, che tanto di cappello ma non arriverà mai alle profondità umane di Connolly e alle molte tinte forti che troverete in queste pagine, molte al limite della sopportazione dello stomaco.
Buona lettura.
October, in originale “The Mark of the Assassin”, è un libro di spionaggio dello scrittore americano Daniel Silva, edito nel 1998. E' autore di 18 di thriller e di romanzi spionaggio. E' il primo libro della serie con protagonista Michael Osbourne, agente della Cia.
La trama del romanzo: quando una bomba terrorista annienta il volo 002 nel cielo al largo della costa orientale, vi è un solo indizio agghiacciante. Un corpo trovato nei pressi del luogo dell'incidente che porta il biglietto da visita mortale di un sfuggente e letale assassino: tre proiettili al viso. Michael Osbourne, agente esperto della CIA conosce questa marcatura, personalmente. Spinto da un'ossessione che minaccia di consumare la sua carriera, la sua famiglia, la sua vita, Osbourne si butta sulle tracce dell'assassino. Ma in un mondo di ombre e di bugie, intrighi e agenti in copertura, l'uomo mette se stesso e i suoi cari nel mirino dell'assassino più spietato e diabolico sulla terra.
Il romanzo è elettrizzante e possiamo trovare tutte quelle che sono le colonne portanti del genere spionistico e dunque non potrà non piacere questo libro di un autore che probabilmente è poco conosciuto in Italia, ma che con i suoi libri scala sempre le classifiche americane: ex agente provocatore del Kgb, che dopo la caduta del muro diventa un killer professionista a pagamento, reclutato da un società che punta a creare disordini e lucrare il più possibile (sembra quasi una trama del maestro Robert Ludlum), e di contro gli agenti della CIA che cercano di catturarlo ma che hanno le mani sporche ai più alti livelli dirigenziali.
Lo pongo un gradino sotto all'altro romanzo dell'autore “La spia improbabile”, non tanto per la storia, ma per l'ambientazione che mi era piaciuta di più: MI5 e MI6 contro Abwehr e SS, “La spia improbabile” diventa subito una sorta di classico del genere: siamo infatti nel 1944, gli alleati preparano lo sbarco in Normandia e l'M15 è impegnato a confondere il nemico quando scopre che i servizi segreti nazisti hanno riattivato una loro spia. Tipica ambientazione che io adoro.
Consigliato agli amanti del genere.
Protocollo Sigma, in originale “The Sigma Protocol” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 2001. Questo libro è l'ultimo romanzo scritto completamente dall'autore, ed è stato pubblicato postumo.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Ben Hartman è in vacanza in Svizzera quando incontra il suo vecchio compagno di scuola Jimmy Cavanaugh che inspiegabilmente cerca di ucciderlo. Mentre schiva l'assassino e la polizia inizia la ricerca di un posto sicuro dove nascondersi, ma trova il suo fratello gemello, Peter, che pensava essere morto in un incidente aereo molti anni prima. Peter gli descrive una società internazionale che si è formata negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, composto da finanzieri, membri influenti delle grandi aziende, e nazisti. Egli dà a Ben una foto di alcuni dei leader, per confidargli che il loro padre ne era membro. Nel frattempo, negli Stati Uniti l'agente Anna Navarro del Dipartimento di Giustizia viene reclutata da un gruppo segreto per indagare sulla morte di un elenco di uomini influenti di tutto il mondo che sono stati uccisi misteriosamente.
Il libro si basa sul Gruppo Bilderberg e i miti o misteri che lo circondano. E' una conferenza annuale privata di 120/150 persone dell'Europa e del Nord America che fanno parte dell'élite politica, di esperti dell'industria, della finanza, del mondo accademico e dei media, fondata nel 1954.
Ennesimo capolavoro del maestro dell'intrigo internazionale... Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Anche il soggetto della trama è intrigante e mozzafiato come sempre. A mio parere, il miglior Ludlum dopo la trilogia di Bourne. La parte finale è un capolavoro per intensità e suspense, con ovviamente risvolti imprevedibili.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspense. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Fondazione anno zero, in originale “Forward the Foundation” è un romanzo di fantascienza di Isaac Asimov pubblicato postumo nel 1993. È il secondo dei due antefatti al ciclo della Fondazione. Scritto all'incirca con lo stesso stile del libro originale, Fondazione, è formato da cinque parti con lunghi intervalli temporali fra loro.
Asimov è in un momento critico della sua vita. Le sue condizioni di salute stanno rapidamente peggiorando e pochi mesi dopo sarà costretto al ricovero ospedaliero, ma l'incontro casuale con un giovanissimo lettore nell'ascensore del suo condominio a Manhattan convince il Buon Dottore a partire dagli antefatti: con Preludio alla Fondazione realizza dunque il suo primo prequel, raccontando delle origini avventurose della carriera di Hari Seldon e della sua fondamentale Psicostoria. Il romanzo viene pubblicato nel 1988 e ottiene un grande successo di pubblico, ma Asimov lascia volutamente aperta la storia per introdurvi un nuovo capitolo, dato che il Preludio terminava con Seldon poco più che trentenne. Ma le sue condizioni di salute peggiorano vistosamente, infatti di lì a poco saprà di aver contratto il virus dell'HIV per colpa di una trasfusione di sangue. Non gli restano che un paio di anni da vivere. È qui che emerge improvvisamente un'idea: fare di Fondazione Anno Zero una sorta di testamento spirituale. Come scriverà successivamente la moglie Janet, nel narrare la lenta vecchiaia di Hari Seldon e poi la sua morte Asimov «uccideva se stesso».
Ma prima di parlare di questo libro in particolare, è doveroso parlare del Ciclo delle Fondazioni:
Il Ciclo delle Fondazioni è un gruppo di sette romanzi di fantascienza scritti dal “Buon Dottore” a partire dal 1951. Dopo la trilogia iniziale, nota come “Trilogia della Fondazione”, Asimov, sotto la spinta degli appassionati e dell'editore, la Doubleday di New York, riprese in mano il ciclo e nel 1982 realizzò un seguito ai primi tre romanzi, per concludere con due prequel nel 1988 e nel 1992.
L'intera saga, ordinata secondo la cronologia interna degli eventi, è composta da:
Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation - 1988)
Fondazione anno zero (Forward the Foundation - 1992)
Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation - 1951)
Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire - 1952)
Seconda Fondazione o L'altra faccia della spirale (Second Foundation - 1953)
L'orlo della Fondazione (Foundation's Edge - 1982)
Fondazione e Terra (Foundation and Earth - 1986)
I tre romanzi della trilogia originale (Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione) sono stati scritti tre decenni prima degli altri seguiti e prologhi e sono stilisticamente molto diversi da essi. Si tratta in realtà di una raccolta di storie brevi, apparse la prima volta sulla rivista Astounding Stories, ed in seguito raccolte in volume.
Dopo la morte di Asimov, la moglie Janet Jeppson ha chiesto agli scrittori Gregory Benford, Greg Bear e David Brin di scrivere una trilogia di romanzi - comunemente nota come “Second Foundation Trilogy” - ambientati nello scenario dei due prequel, e dunque incentrati sulla fortunata figura di Hari Seldon. I tre romanzi sono: “Fondazione la Paura”, “Fondazione e Caos”, “Fondazione, il trionfo”. Di questi solo il primo è stato pubblicato in Italia, mentre la trilogia nel complesso ha riscosso forti critiche da parte dei lettori.
Ma chi è stato Isaac Asimov?
E' stato un biochimico, scrittore di fantascienza, giallista e anche divulgatore scientifico russo naturalizzato statunitense. Credo che non abbia molto bisogno di presentazioni, almeno per chi è un poco avvezzo al genere fantascienza; comunque le sue opere sono considerate una pietra miliare sia nel campo della fantascienza sia in quello della divulgazione scientifica. È autore di una vastissima e variegata produzione, stimata intorno ai 500 volumi pubblicati, incentrata non solo su argomenti scientifici, ma anche sul romanzo poliziesco, la fantascienza umoristica e la letteratura per ragazzi.
La trama del romanzo in sintesi: il racconto si svolge su Trantor, e inizia otto anni dopo gli eventi raccontati nel precedente “Preludio alla Fondazione”. Viene mostrato come Hari Seldon sviluppò la sua teoria della psicostoria fino all'applicazione pratica negli eventi galattici. Ogni parte del libro è intitolata ad un personaggio, che esce di scena alla conclusione di essa.
Uno stratagemma simpatico della narrazione è l'introduzione di ogni capitolo, la quale consiste in una citazione dell'“Enciclopedia Galattica” che, di fatto, parla degli avvenimenti descritti in questo libro al passato, poiché sarà scritta quando ormai Hari Seldon sarà diventato una figura leggendaria.
La fantascienza per me è Asimov, s'incarna e vive in lui; il resto è tutto nel secondo gradino del podio: mi sono avvicinato alla fantascienza con lui e per me questo è un vero capolavoro, insieme al ciclo dei robot. Non avrò mai le parole sufficienti per esprimere le sensazioni che questa saga ha saputo suscitare in me quando l'ho letta da ragazzino. Questo ciclo fantastico racchiude mezza vita dell'autore più famoso di fantascienza. L'altra metà, è occupata dal ciclo dei robot, altra imperdibile saga. Asimov ha creato un'epopea che coinvolge milioni di mondi e milioni di personaggi, che ve ne farà innamorare follemente.
Un capolavoro grandioso che narra la storia umana fino a un futuro lontano 30-40 mila anni: a partire dai dall'avvento dei robot nella società umana, alle prime colonizzazioni della galassia sfociate nelle faticosa costruzione dell'impero fino alla sua lenta caduta e all'ascesa delle 2 fondazioni destinate a gettare i semi di un nuovo futuro per l'umanità. I contenuti filosofici e sociologici sono predominanti, donando all'opera un più ampio respiro rispetto ad altre saghe fantascientifiche. La protagonista principale di questa saga è, infatti, l'umanità stessa, con i suoi difetti, le sue capacità e le sue meraviglie.
Questo ciclo è fondamentale. E' la Bibbia della fantascienza. Se non lo avete letto non potete dire di sapere cos'è la fantascienza. Punto.
Fondazione e Terra, in originale “Foundation and Earth” è un romanzo di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov, edita nel 1986 dalla casa editrice Doubleday. È il quinto libro in ordine di scrittura del Ciclo della Fondazione mentre in ordine cronologico rappresenta il settimo ed ultimo libro con cui si chiude questa lunga saga. Pur essendo il seguito di L'orlo della Fondazione può tranquillamente essere letto come libro a sé stante, come spiega lo stesso Asimov nella prefazione.
Ma prima di parlare di questo libro in particolare, è doveroso parlare del Ciclo delle Fondazioni:
Il Ciclo delle Fondazioni è un gruppo di sette romanzi di fantascienza scritti dal “Buon Dottore” a partire dal 1951. Dopo la trilogia iniziale, nota come “Trilogia della Fondazione”, Asimov, sotto la spinta degli appassionati e dell'editore, la Doubleday di New York, riprese in mano il ciclo e nel 1982 realizzò un seguito ai primi tre romanzi, per concludere con due prequel nel 1988 e nel 1992.
L'intera saga, ordinata secondo la cronologia interna degli eventi, è composta da:
Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation - 1988)
Fondazione anno zero (Forward the Foundation - 1992)
Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation - 1951)
Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire - 1952)
Seconda Fondazione o L'altra faccia della spirale (Second Foundation - 1953)
L'orlo della Fondazione (Foundation's Edge - 1982)
Fondazione e Terra (Foundation and Earth - 1986)
I tre romanzi della trilogia originale (Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione) sono stati scritti tre decenni prima degli altri seguiti e prologhi e sono stilisticamente molto diversi da essi. Si tratta in realtà di una raccolta di storie brevi, apparse la prima volta sulla rivista Astounding Stories, ed in seguito raccolte in volume.
Dopo la morte di Asimov, la moglie Janet Jeppson ha chiesto agli scrittori Gregory Benford, Greg Bear e David Brin di scrivere una trilogia di romanzi - comunemente nota come “Second Foundation Trilogy” - ambientati nello scenario dei due prequel, e dunque incentrati sulla fortunata figura di Hari Seldon. I tre romanzi sono: “Fondazione la Paura”, “Fondazione e Caos”, “Fondazione, il trionfo”. Di questi solo il primo è stato pubblicato in Italia, mentre la trilogia nel complesso ha riscosso forti critiche da parte dei lettori.
Ma chi è stato Isaac Asimov?
E' stato un biochimico, scrittore di fantascienza, giallista e anche divulgatore scientifico russo naturalizzato statunitense. Credo che non abbia molto bisogno di presentazioni, almeno per chi è un poco avvezzo al genere fantascienza; comunque le sue opere sono considerate una pietra miliare sia nel campo della fantascienza sia in quello della divulgazione scientifica. È autore di una vastissima e variegata produzione, stimata intorno ai 500 volumi pubblicati, incentrata non solo su argomenti scientifici, ma anche sul romanzo poliziesco, la fantascienza umoristica e la letteratura per ragazzi.
E' molto difficile sintetizzare brevemente la trama, ma ci proverò: Le vicende narrate iniziano nel preciso istante in cui termina il precedente romanzo L'orlo della Fondazione. Il piano Seldon è a circa metà strada, 498 anni sono infatti passati dalla sua nascita ma il consigliere della Fondazione su Terminus Golan Trevize ha imposto una nuova svolta al processo evolutivo dell'intera galassia. Chiamato a decidere da Gaia sul futuro dell'evoluzione umana grazie al suo particolare dono di poter prendere le giuste decisioni senza avere a disposizione dati sufficienti ha scelto Galaxia: un percorso evolutivo che porterà tutti gli esseri viventi e la materia inanimata della Via Lattea, comprese stelle, ammassi gassosi, pianeti e buchi neri ad essere uniti in un'unica collettività in perenne contatto telepatico.
Questo romanzo è la conclusione della storia fantascientifica più famosa e amata mai scritta. Dovrebbe essere un grande finale e in parte lo è sicuramente, ma se paragoniamo l'intera saga a quest'ultimo libro che dovrebbe sancirne la fine, si scopre che probabilmente non è all'altezza, non perchè non sia bello in sé, ma perchè l'intero ciclo è superiore. La colpa non è di Asimov, che non sarà mai lodato abbastanza, ma dell'ineliminabile inferiorità delle conclusioni rispetto agli inizi. A mio parere i cicli di Asimov, nel loro insieme, sono il suo testamento più bello a testimonianza del suo ottimismo e della sua fiducia nel genere umano capace col dono della ragione e con la fiamma dell'idealismo di portare a compimento la sua opera più grande: un universo colonizzato e pacificato.
La fantascienza per me è Asimov, s'incarna e vive in lui; il resto è tutto nel secondo gradino del podio: mi sono avvicinato alla fantascienza con lui e per me questo è un vero capolavoro, insieme al ciclo dei robot. Non avrò mai le parole sufficienti per esprimere le sensazioni che questa saga ha saputo suscitare in me quando l'ho letta da ragazzino. Questo ciclo fantastico racchiude mezza vita dell'autore più famoso di fantascienza. L'altra metà, è occupata dal ciclo dei robot, altra imperdibile saga. Asimov ha creato un'epopea che coinvolge milioni di mondi e milioni di personaggi, che ve ne farà innamorare follemente.
Un capolavoro grandioso che narra la storia umana fino a un futuro lontano 30-40 mila anni: a partire dai dall'avvento dei robot nella società umana, alle prime colonizzazioni della galassia sfociate nelle faticosa costruzione dell'impero fino alla sua lenta caduta e all'ascesa delle 2 fondazioni destinate a gettare i semi di un nuovo futuro per l'umanità. I contenuti filosofici e sociologici sono predominanti, donando all'opera un più ampio respiro rispetto ad altre saghe fantascientifiche. La protagonista principale di questa saga è, infatti, l'umanità stessa, con i suoi difetti, le sue capacità e le sue meraviglie.
Questo ciclo è fondamentale. E' la Bibbia della fantascienza. Se non lo avete letto non potete dire di sapere cos'è la fantascienza. Punto.
Arkady non l'aveva mai saputo, di avere tante lacrime. Ricordò quando aveva il coltello di Unmann infilato nella pancia: l'unica altra volta in cui qualcosa era sgorgato da lui, così copiosamente. E il dolore non era poi tanto diverso.
Red Square, in originale “Red Square” è un romanzo poliziesco scritto da Martin Cruz Smith e pubblicato nel 1992. E' ambientato principalmente a Mosca, Monaco di Baviera e Berlino tra il 6 agosto e il 21 agosto, 1991. Si tratta di un sequel di Gorky Park e Stella Polare basato sul personaggio di Arkady Renko e si svolge durante il periodo del crollo dell'Unione Sovietica.
Il protagonista è Arkady Renko, capo della Polizia Criminale di Mosca e figlio di un famoso generale dell'Armata Rossa, tanto disilluso dal regime brezneviano quanto poco attratto dall'Occidente. Vero erede di Marlowe dallo sguardo cinico e acuto, Renko si muove in un'Unione Sovietica prossima al disfacimento, mostrando il volto oscuro di Mosca.
La trama di questo romanzo: Arkady Renko è stato reintegrato come investigatore nella milizia della polizia di Mosca. Siamo nell'agosto del 1991 e sono passati dieci anni dagli omicidi avvenuti in Gorky Park. Dopo il crollo del muro, il partito comunista è morto e Mosca è una città profondamente colpita dalla recessione economica; la criminalità organizzata e i burocrati controllano il potere politico ed economico. Due sono le “famiglie” che si contendono la città: quella di Borya Gubenko, che controlla tutto il mercato nero, e quella di Makhmud, leader della mafia cecena.
Il romanzo è caratterizzato da realistiche descrizioni della Russia dell'epoca. Smith ci introduce, fin dalle prime pagine, nella nuova Russia, offrendoci un intenso affresco della zona del “mercato nero”. Ancora più illuminanti sono le pagine dedicate alla descrizione di un imprenditore del nuovo capitalismo sovietico, che ha trasformato una fabbrica di armi in un club esclusivo del golf.
Il ritmo dell'azione è veloce e appassionante da tenere incollato il lettore alle pagine e i personaggi che si alternano sullo sfondo delle città di Berlino, Monaco e Mosca sono ben descritti psicologicamente. Cruz Smith, resosi conto che era mancato nel precedente “Stella polare”, ritorna in questo romanzo a dedicare intere pagine all'amore di Renko per Irina. Struggenti e malinconiche quelle in cui l'investigatore rimane ore ad ascoltare alla radio la voce del suo amore lontano.
Il finale del libro è dedicato ad uno degli avvenimenti più importanti degli anni novanta. Nell'agosto del 1991, alcuni membri del governo sovietico cercarono di deporre il presidente Mikhail Gorbačëv e prendere il controllo della nazione. Si tratta del famoso “golpe rosso”. Il suo fallimento e le conseguenze politiche che ne seguirono segnarono, infatti, la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Le storie della serie di Renko, che reputo uno dei migliori personaggi che abbia mai incontrato in poliziesco, sono costruite in maniera eccelsa, sono tutti dei buoni gialli che sconfinano nel noir e nella spy-story. Il primo romanzo del ciclo “Gorky Park” è stato definito dal Time «il thriller degli anni ottanta», e a ragione. Stra consigliato anche per le ambientazioni della Russia a cavallo tra la caduta del muro di Berlino e la nuova Russia capitalista.
Brindo alla nostra casa in rovinaai dolori della mia vitaalla nostra solitudine insiemeE a te sollevo il bicchierea labbra malvagie,che ci hanno traditoad occhi gelidi e spietatie alle dure realtà della vitache è rozza e brutaleche Dio non ci ha salvati.
Havana, in originale “Havana Bay” è un romanzo poliziesco scritto da Martin Cruz Smith e pubblicato nel 1992. E' ambientato principalmente a Cuba. E ‘il quarto romanzo per l'investigatore Arkady Renko. Nello stesso anno, il romanzo ottenne il The Dashiell Hammett Awards per la migliore opera poliziesca; un anno dopo arrivò in finale al Gold Dagger Award. Cruz Smith ha dichiarato che il libro gli ha permesso di esplorare la relazione “folle” dell'America con Cuba.
Il protagonista è Arkady Renko, capo della Polizia Criminale di Mosca e figlio di un famoso generale dell'Armata Rossa, tanto disilluso dal regime brezneviano quanto poco attratto dall'Occidente. Vero erede di Marlowe dallo sguardo cinico e acuto, Renko si muove in un'Unione Sovietica prossima al disfacimento, mostrando il volto oscuro di Mosca.
La trama di questo romanzo: Renko è depresso perché la sua amata moglie Irina è morta a causa di un malinteso per incuria da parte di un medico russo e la sua infermiera e comincia a pensare al suicidio. D'improvviso viene chiamato a Cuba perchè un cadavere irriconoscibile sta galleggiando nella baia dell'Avana. Solo il giorno prima, Arkady aveva ricevuto un messaggio dall'ambasciata russa che il suo amico Sergej Pribluda era scomparso da alcuni giorni. Arkady, depresso dalla recente perdita della moglie Irina, trova una siringa nella sala delle autopsie e decide di farla finita.
Proprio mentre sta per suicidarsi un interprete cubano dell'ambasciata russa tenta di pugnalarlo. Arkady usa la siringa con cui doveva suicidarsi contro il suo aggressore e si salva. L'episodio apparentemente senza senso riaccende la curiosità di Renko, che decide di scoprire perché qualcuno lo vuole morto. L'ostilità della polizia locale nei confronti di Arkady cresce, quando questi non accetta la facile soluzione proposta dalla milizia cubana e, ostinato come sempre, continua le indagini per suo conto. Purtroppo Renko non parla spagnolo, trova però un aiuto in Ofelia, detective della Policia Nacional de la Revolucion. In una Cuba affascinante, piena di Buick e donne stupende, e al tempo stesso di viveri razionati e palazzi in disfacimento, Arkady scoprirà un complotto per frodare alla Russia molti milioni di dollari. Lungo la sua strada, l'investigatore dovrà affrontare poliziotti corrotti, eroi della Rivoluzione e americani senza scrupoli.
Cruz Smith scrive un ottimo thriller, ambientato all'Avana, di cui fa una fotografia splendida, anche se realisticamente triste: Cuba e la sua popolazione, con i suoi usi e costumi è descritta come una meta turistica sessuale, dove regna la povertà e l'ignoranza, con personaggi ben disegnati. La scrittura è avvincente, con molti colpi di scena, tipici di questo autore. Il libro è il più pessimista della serie dedicata ad Arkady Renko. Vi regna una malsana malinconia che pervade moltissime pagine.
Le storie della serie di Renko, che reputo uno dei migliori personaggi che abbia mai incontrato in poliziesco, sono costruite in maniera eccelsa, sono tutti dei buoni gialli che sconfinano nel noir e nella spy-story. Il primo romanzo del ciclo “Gorky Park” è stato definito dal Time «il thriller degli anni ottanta», e a ragione. Stra consigliato anche per le ambientazioni della Russia a cavallo tra la caduta del muro di Berlino e la nuova Russia capitalista.
Un letto di leoni, in originale “Lie Down with Lions” è un romanzo thriller/spionaggio dello scrittore britannico Ken Follett pubblicato nel 1986. La storia è ambientata nella zona dell'Hindu Kush nei luoghi della guerriglia contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan del 1979. Dal romanzo fu tratto, nel 1994, il film TV Aquila rossa di Jim Goddard con Timothy Dalton, Marg Helgenberger, Nigel Havers, Omar Sharif, Kabir Bedi e Jürgen Prochnow.
La trama del romanzo: Ellis è un agente della CIA che si occupa della lotta al terrorismo e grazie al suo lavoro conosce Jane che nel frattempo riceve le attenzioni di Jean-Pierre ed inviti da parte di costui ad avviare una collaborazione insieme in Afghanistan per due anni. Jane non prende in considerazione le proposte dell'affascinante medico fino al giorno in cui scopre che il suo amante è una spia, così parte per l'Afghanistan e diventa la sposa di Jean-Pierre. Arrivata nella Valle dei Cinque Leoni la sua vita radicalmente cambia e così anche suo marito, che diviene un uomo ricco di misteri e segreti. A condizionare la loro vita, inoltre, è la guerra tra le tribù locali e la Russia che toccherà direttamente anche la giovane infermiera. La guerra contro i russi invasori è spietata e senza esclusione di colpi. La crudeltà del colonnello Anatoly che spadroneggia nella valle dei Cinque Leoni può essere fermata solo con l'unione tra i guerriglieri e il coraggio della sparuta pattuglia di coraggiosi europei. Lo scontro è fatto di pazienza e ingegnosità, di coraggio e astuzia.
Un thriller emozionante, denso di colpi di scena, con le segrete motivazioni dei tre protagonisti in primo piano. La solita maestria dell'autore nel dipanare trame avvincenti, con la caratteristica scrittura dettagliata ed emozionante degli altri romanzi storici; anche se il triangolo amoroso che si intreccia è un po' atipico per il grande scrittore gallese: questo fatto differenzia la vicenda dalla tante altre che ci ha fatto conoscere Follett. Non mancano le solite scene di sesso, anche queste tipiche dell'autore, com'è o come non è, ce ne ficca sempre qualcuna.
L'ambientazione che fa cornice alla storia è purtroppo la tragedia di un paese e di un popolo tormentato da invasioni, povertà e disperazione. L'autore mescola tutti gli elementi che ricorrono nei suoi romanzi: thriller, spionaggio, storia e sentimenti. Come precisa l'autore all'inizio del libro, diverse organizzazioni inviarono medici volontari in Afghanistan nel periodo della guerra, ma “Médecins pour la Liberté” è immaginaria. Tutti i personaggi rappresentati sono fittizi, ad eccezione di Masud. Le località descritte sono invece tutte autentiche, tranne i villaggi di Banda e Darg, che sono inventati.
Insomma il solito Follett nel bene e nel male. In generale è comunque una bella storia di spionaggio internazionale, che vede il suo svolgimento in Afghanistan con un intreccio di una storia d'amore a periodi interrotta ma mai cessata.
Archangel, in originale “Archangel”, è un libro di spionaggio dello scrittore inglese Robert Harris, edito nel 1998. Da questo libro gli sceneggiatori Dick Clement e Ian La Frenais speravano di fare un film, ma non sono riusciti a trovare un denaro sufficiente. Hanno allora sceneggiato un adattamento per la televisione da Daniel Craig , Yekaterina Rednikova , Gabriel Macht , e Avtandil Makharadze come Stalin. L'adattamento è stato proiettato dal canale BBC One nel marzo 2005.
L'autore ha iniziato la sua carriera scrivendo saggi, ma la sua fama si basa sulle sue opere di narrativa storica. Cominciando con il best-seller “Fatherland” un romanzo ucronico, Harris si è concentrato sugli eventi che circondano la seconda guerra mondiale , seguito dalle opere ambientate nella Roma antica. I suoi lavori più recenti concernano la storia contemporanea.
La trama di questo romanzo in sintesi: davanti a Fluke Kelso, in una immobile notte moscovita, siede Papu Rapava, veterano dell'esercito sovietico. La storia che ha da raccontare è di quelle che possono sconvolgere la vita di un'intera nazione. Papu era presente alla dacia di Stalin la sera in cui il dittatore morì, e giura di aver assistito al furto delle sue carte, in particolare di un misterioso quaderno a cui molti neo-comunisti danno la caccia. Sarà per questo che poche ore dopo Kelso trova Papu Rapava assassinato? Difficile dirlo. Di certo in una Russia squassata dalle lotte di potere, qualcosa sta per succedere. Forse Stalin vuole tornare. Archangel è il nome di un paese sperduto a centinaia di km da Mosca.
Ho adorato Robert Harris con “Fatherland”, uno dei miei libri preferiti e il suo secondo romanzo “Enigma”, non è stato certo da meno, anche questo terzo volume si fa leggere molto volentieri forse perchè l'auotre e' uno storico e, come molti suoi colleghi che si prestano alla narrativa, ha uno stile di scrittura interessante. Benché sia un romanzo, tratteggia abilmente una Russia che non si può più chiamare “madre” perchè ha dimenticato i suoi figli, lasciandoli orfani del proprio passato. Dei figlio allo sbando che cercano la libertà tanto agognata nella droga, nell'alcool e nella prostituzione. Puntuale e sconvolgente il ritratto dello stalinismo con le sue follie e delle sue nefandezze.
Ma un plauso speciale dunque va all'ambientazione: una livida Mosca post comunista e la glaciale tundra attorno alla città di Archangel, tutto questo porta ad un romanzo avvincente con personaggi ben delineati.
Bellissimo e incalzante, tiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Missione su Minerva, in originale “A World of Difference”, è un libro di fantascienza dell'autore statunitense Harry Turtledove, edito nel 1990. L'autore raggiunse un grande successo grazie al ciclo fantasy di Videssos e ai successivi cicli ucronici dell'Invasione e della Colonizzazione. La Saga di Videssos si basa sulla storia di un luogo immaginario chiamato Videssos, creato ad immagine dell'Impero bizantino, di cui lo stesso Turtledove è un esperto essendosi laureato in storia bizantina presso la UCLA. La sua formazione da storico risulta evidente dalla precisione con cui descrive sia le civiltà reali sia quelle immaginarie. Inoltre tratta molto spesso il tema del genocidio, in un'ottica che supera la divisione bene/male e approfondisce i problemi connessi con questo argomento.
La trama di questo romanzo: la storia è ambientata in un presente alternativo, quello che adesso è così di moda con il filone “ucronico”, in cui il pianeta più vicino alla Terra non è Mercurio ma uno inventato di nome Minerva. Quando la Viking 1 la sonda spaziale atterra su Minerva nel 1976, cattura una foto di un Minerviano nativo che brandisce uno strumento primitivo, dimostrando così l'esistenza di vita intelligente su altri mondi. Partono due spedizioni, una americana e una russa, mentre sulla Terra la guerra fredda è all'apice tra le due superpotenze. Le due spedizioni atterrano in due luoghi differenti ma si ritrovano implicati nella guerra tra le due fazioni della razza indigena. Gli umani porteranno scompiglio sugli indigeni, sia per la loro tecnologia che per la nuova e strana mentalità.
Di Turtledove ho letto il ciclo dell'Invasione e della Colonizzazione, mi manca tutta la sua produzione fantasy, ma avevo apprezzato molto il suo stile e le sue storie: ben narrate, ben documentate, forse un poco lente in alcuni punti e con tanta farcitura che in alcuni casi rallente la lettura che su storie come queste dovrebbe essere di intrattenimento puro e dunque abbastanza movimentate e veloci.
La civiltà aliena è molto ben descritta, ben caratterizzata e solida anche se questo è un romanzo auto conclusivo. Anche gli aspetti della vita degli astronauti a stretto contatto tra loro e in una prima missione di contatto con una civiltà aliena sono ben descritti, anche se forse tutto è visto come figure o completamente positive o del tutto negative.
L'Inglese, in originale “The English Assassin”, è un libro di spionaggio dello scrittore americano Daniel Silva, edito nel 2002. E' autore di 18 di thriller e di romanzi spionaggio. E' il secondo libro della serie con protagonista Gabriel Allon, agente dei servizi segreti israeliani. Il romanzo
“Il disertore”, si è collocato al primo posto nella lista dei bestseller del New York Times. Nel 2006 ha ricevuto il Premio Barry per il miglior thriller con “Terrore in Vaticano”.
La trama del romanzo: Gabriel Allon, ex agente segreto israeliano del Mossad, viene contattato da Augustus Rolfe, un influente banchiere svizzero che lo invita a Zurigo per ripristinare la pittura di un suo quadro di Raffaello di una collezione segreta di inestimabile valore, capolavori impressionisti illecitamente acquisitati. All'appuntamento Gabriel trova però solo il cadavere dell'uomo. Il capo dei servizi segreti israeliani, Ari Shamron, lo incarica di scoprire cosa ci sia dietro l'omicidio. Ad aiutare Gabriel c'è però Anna, affascinante violinista di fama internazionale, nonché figlia del banchiere.
Il tema è quello, già molte volte sfruttato nei libri di spionaggio, dei tesori nazisti acquisiti illegalmente durante la seconda guerra mondiale e poi detenuti dai banchieri svizzeri in maniera collusa con i nazisti. Silva riesce a scrivere un secondo episodio con il suo personaggio che ormai sembra essere ben definito e maturo, costantemente in bilico tra la disperazione e la coscienza, che attraversa in trance il terreno sottile tra la vita e la morte.
La scrittura è asciutta e diretta, ricca di capovolgimenti inaspettati, la lettura scorre rapida ed avvincente in quanto l'autore, pur trattando di spionaggio, non complica esageratamente la narrazione come spesso accade in questo genere letterario.
Mi piacciono molto le caratteristiche impresse dalla penna dell'autore a questo agente del Mossad: lealtà e rassegnazione, desiderio di pace e passione per l'arte. Non è un eroe e neppure un uomo comune, è un uomo tormentato e vigile che incarna l'impossibilità di una rappacificazione e la tormentata storia di un popolo che hanno profondamente segnato la storia moderna dal dopoguerra in poi e che tutt'ora riempiono le pagine dei giornali. Un romanzo di finzione che è anche uno spunto se volete per approfondire vicende e personaggi.
Daniel Silva, poco conosciuto nel nostro paese è uno dei migliori autori di spy-story contemporaneo. Vivamente consigliato agli amanti del genere. Spero che le nostre case editrici si affrettino a pubblicare tutti gli altri suoi libri già usciti in altri mercati internazionali.
Sporco baratto, in originale “The Rhinemann Exchange” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1974. Ambientato al centro della seconda guerra mondiale. Nel 1977, è stato trasformato in una miniserie televisiva con protagonista Stephen Collins e Lauren Hutton.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: alla vigilia della seconda guerra mondiale, David Spaulding, un presentatore radiofonico, viene reclutato dal colonnello Ed Pace per creare una rete di agenti segreti a Lisbona. Il libro poi ci porta direttamente al 1943. Sia i Alleati e Asse si ritrovano di fronte a carenze chiavi che ostacolano la loro capacità di vincere la guerra. Gli alleati non hanno giroscopi in grado di operare ad alta quota; quindi stanno perdendo un numero eccessivamente elevato di bombardieri. I tedeschi si ritrovano senza diamanti di alta qualità, che sono necessari per il programma missilistico a Peenemünde. Ironia della sorte, ogni lato ha quello che gli altri non hanno: glia alleati il controllo ai diamanti di alta qualità del Congo Belga ; i tedeschi hanno un disegno per un giroscopio in grado di operare ad alta quota. L'agenzia di intelligence tedesca, la Nachrichtendienst, scopre che gli alleati hanno bisogno di giroscopi, e propone uno scambio, che si terrà in territorio neutrale: Buenos Aires, Argentina. David Spaulding, nel frattempo, è diventato una spia preziosa per gli alleati. La sua rete di agenti porta spie e disertori avanti e indietro dal territorio tedesco occupato. Verrà scelto per sorvegliare la ricezione dei giroscopi mentre i tedeschi selezionano l'industriale esiliato Erich Rhinemann per supervisionare lo scambio dalla loro parte. Ma non tutte le cose andranno com'è stato programmato dalle due parti.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Sicuramente non posso dire che sia il libro migliore dell'autore, per via della partenza piuttosto lenta. Ma l'ambientazione è ricostruita sapientemente e invoglia alla lettura che procede poi velocemente.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
I robot e l'Impero, in originale “Robots and Empire” è un romanzo di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov, pubblicato nel 1985, quarto libro del Ciclo dei Robot, ma anche il romanzo di congiunzione tra il ciclo dei Robot e il ciclo dell'Impero. Essenzialmente è una detective story e chiarisce un'idea di Asimov: la fantascienza è un ingrediente che può essere applicato ad ogni genere letterario.
Qui ci troviamo di fronte al quarto e ultimo capitolo del “Ciclo dei Robot” composto rispettivamente da: Abissi d'acciaio - Il sole nudo - I robot dell'alba - I robot e l'Impero.
La trama del libro: in pochi anni dall'approvazione Auroriana alla colonizzazione congiunta Spaziale-Terrestre, i Coloni Terrestri occupano e incominciano a terraformare moltissimi mondi. Nel momento in cui si svolgono le vicende di I Robot e l'Impero siamo a quota 26. Al contempo gli Spaziali non si sono ancora mossi e in fin dei conti, secondo l'analisi di Asimov, non poteva che essere così, viste le condizioni di assoluto benessere in cui essi si trovavano. Nel libro non c'è più Elijah Baley, ormai morto da circa 160 anni, ma sono ancora presenti i robot Daneel Olivaw e Giskard Reventlov. A sostituire Elijah, ci sarà un suo discendente di settimo grado, il “capitano” Daneel Giskard Baley. Saranno loro ad accompagnare l'ancor viva Lady Gladia per vari pianeti fino a scoprire il mistero che si cela sotto il libro. Kelden Amadiro, capo dell'istituto di robotica, e il suo brillante aiutante Levular Mandamus hanno infatti un piano per distruggere la Terra. Daneel e Giskard cercheranno in tutti i modi di impedirne la realizzazione, scontrandosi con i limiti loro imposti dalle leggi della Robotica. È qui che Daneel formula la Legge Zero: un robot non può causare danno all'umanità o permettere che a causa della sua inazione l'umanitá subisca danno. Infatti la Legge Zero avrà un'estrema importanza nel sorprendente epilogo del libro.
Se i due romanzi originari degli anni '50 avevano una loro spontanea ragion d'essere, il terzo volume del ciclo dei Robot, come abbiamo detto nella recensione precedente, si presenta piuttosto ripetitivo e meno interessante degli altri. Il quarto volume avendo la pretesa di legare due gruppi di storie piuttosto diversi e separati nella trama da numerosi anni, presenta il doppio rischio di essere poco innovativo e un po' vuoto di contenuti. Ma il Buon Dottore è troppo bravo per cadere in questa trappola e riesce a creare un anello di congiunzione davvero perfetto.
Isaac Asimov, per me indiscusso maestro della fantascienza, le sue opere sono considerate una pietra miliare sia nel campo della fantascienza che della divulgazione scientifica, scrive un romanzo ben costruito e coinvolgente, una storia di ampio respiro, esente dalle investigazioni ripetitive dei precedenti volumi. C'è anche una discreta tensione che si costruisce man mano. Un finale che ha la funzione di far in modo che i personaggi diano il loro commiato al lettore e di legare il romanzo al successivo Ciclo dell'Impero. Bellissimo libro come sempre.
L'era dei dragoni, in originale “The Dawning of a New Age”, è un romanzo fantasy del ciclo di Dragonlance, di Jean Rabe del 2000. La cronologia dell'universo fantasy di Dragonlance si snoda in cinque ere progressive, che mutano l'una nell'altra in corrispondenza di eventi particolarmente traumatici. Un punto centrale nella linea temporale di Krynn è il Cataclisma, di importanza fondamentale per la storia del mondo.
La trama del romanzo: dopo gli eventi narrati nei Draghi dell'Estate di Fuoco, Krynn non e' piu' lo stesso. Vecchi eroi lasciano il passo ad nuovi personaggi che afronteranno nuove aventure ed incredibili minacce. Ma questo e' solo l'inizio dell'Era dei Mortali: l'estate del Caos è terminata e l'incubo di Ansalon è appena iniziato. Gli dei sono partiti dal mondo, annunciando una nuova era di Mortali. Ma prima che la polvere della guerra si dissolva, vaste ombre coprono la terra. I draghi sono venuti ad Ansalon, più grandi e più potenti di qualsiasi mai visto prima, e potranno devastare nazioni ancora stremate dalla guerra. Anche le terre stesse cominciano a cambiare sotto la magia dei nuovi signori dei draghi e nuovi eroi nascono per condurre la lotta per la libertà.
A partire da questo romanzo viene introdotta nella continuity di Dragonlance la “Quinta Era” che sarà poi approfondita e sviluppata tanto con i due volumi che concluderanno la presente trilogia, quanto con altri mini-cicli di vari autori.
Ovviamente sarà approfondita da chi vorrà cimentarsi nell'ardua impresa, personalmente dopo questo primo volume della trilogia, mi fermo decisamente qui: lontanissimo dai fasti della serie originale Dragonlance, sembra di cadere nelle più nere profondità di Moria, la caratterizzazione dei nuovi personaggi è inesistente, la scrittura di Rabe è da prima elementare, la prima parte del libro condensa in novanta pagine gli avvenimenti che intercorrono fra la fine della guerra del Caos (che conclude i cicli precedenti) e l'inizio della presente trilogia; nella parte successiva sembra che l'autore abbia fatto il compitino seguendo uno sviluppo della trama che segue uno schema prestabilito e nulla più.
Una lettura decisamente sconsigliata a chi non sia completamente dipendente dal mondo di Dragonalance.