Intendiamoci, l'idea era anche bella, il mondo creato dall'autore è descritto molto bene, insomma un'idea originale. Sono stato catturato dalla quarta di copertina e dalle prime pagine di questo libro che il primo di una trilogia... ma... ho fato davvero fatica a finirlo e non contento ho provato ad iniziare anche il secondo, credo che sia uno dei pochissimi libri (li conto su una dita di una mano) che proprio ho dovuto abbandonare. Personaggi stereotipati, che si muovono male nel proprio mondo, dialoghi insulsi e trama pessima. L'autore mi sembra che abbia 17 anni quando lo scrisse. Bhe è brutto da dire ma si vede. Spero che si rifarà presto.
Le caccie all'uomo sono la specilità di Folsom, che anche in questo libro da prova di tutta la sua bravura a creare situazioni conivolgenti, adrenaliche, contorte. Un serial killer imprendibile che si nasconde sotto molte identità diverse, un roccambolesco inseguimento per tutto il libro, fino al devastante finale. Consigliato come tutti gli altri libri di questo autore.
Questo libro mi ha appassionato subito dalle prime pagine, mi ha preso nel suo vortice di matematica, cabalistica, fonti miracolose, universi paralleli, demoni egizi e divinità malefiche, ma soprattutto mi ha colpito per la sua infinita ironia. Il finale poi mi ha lasciato con la bocca aperta per cinque minuti. Non ci si può non affezionare al personaggio principale, Giulio Rovedo, responsabile dell'ufficio legale di una piccola banca che sta per essere assorbita da un importante colosso finanziario che si ritroverà alle prese con un intrigo planetario. Scorrevole, esilarante in certi passaggi e scritto molto bene. Consigliatissimo.
Visto che si parla di un prossimo film della Warner su questo ciclo (di ben 14 libri!!) e la Mondadori ha appena stampato un volumone che racchiude i primi tre romanzi di questa saga, mi permetto di recensire i primi tre episodi tutti insieme. Prima di tutto spero mi perdonerete se non entrerò specificatamente nelle tre trame delle opere proposte, in quanto questa fu una lettura di tanti anni fa. Posso però esprimere un giudizio globale su questi tre primi libri (Spada - Canzone - Pietre) che purtroopo devo dirvi è guastata dai successivi quattro (di più proprio non ce l'ho fatta). Siamo alle prese con un fantasy “puro”, più che puro direi “commerciale”, purtroppo l'errore che si fa spesso quando si parla di un libro fantasy è paragonarlo al “Signore degli Anelli” di Tolkien (spero bene che qui tutti sappiano di cosa sto parlando ), cadrò nell'errore anche io ma non per le medesime ragioni. Non so bene come girarla, ma l'odore di “Lotr” è tanto, sopratutto nel primo libro, molti hanno anche “accusato” l'amico Terry di averci buttato le sue manone per delle belle scopiazzature. Vedasi il Druido Allanon —> Gandalf e altre cosette. Non sono del tutto d'accordo, qualcosa forse sì, ma la storia si discosta parecchio da Lotr. Non aspettatevi una caraterizzazione dei personaggi di quelle eccelse, la trama è buona sopratutto per il primo, che devo dire ai suoi tempi mi piacque parecchio. C'è da dire che nei successivi due la trama un pochetto si ripete. Potremmo definirla più o meno così: i due personaggi principali (sono sempre due) non sanno del loro potere, Allanon glielo viene a dire, non lo accettano ma poi capiscono che il Bene deve trionfare sul Male e partono all'avventura. Ripeto forse gli ultimi libri mi hanno lasciato troppo retrogusto amaro e giudico i primi in retrospettiva. Ma nel mio database ai suoi tempi avevo dato un bel “10” al primo (La Spada di Shannara) che trovate ancora in singolo, dunque... Buona Lettura!
Tra i libri “da rileggere” sempre e sempre e sempre, quando sei triste perchè ti consola, quando sei felice perchè fa risaltare ancora di più la tua gioia. E' un libro per bambini ma con tanti aspetti psicologici che possono essere interiorizzati di più dagli adulti: è per questo che è un libro per tutte le età. Troviamo l'importanza dell'amicizia e la tristezza con la consolazione per gli amici persi, la grande importanza per la fantasia, che è costante in tutto il libro, le pagine ci insegnano la bellezza delle cose che si possono avere e la tristezza di quando si perdono. Il principe incontra molte persone strane e bizzarre “decisamente i grandi sono ben bizzarri” nel suo giro prima di tornare nel suo pianeta, e da ogni incontro egli trae suggerimenti; da ognuno apprende insegnamenti, portandoci a fare delle riflessioni. “E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante...Gli uomini hanno dimenticato questa verità: ma tu non devi dimenticare.”
Dopo la mia recensione sulla saga di Re Artù, recensisco ancora questo autore molto bravo che deve principalmente il suo successo internazionale per la saga di “Sharpe”, credo arrivata al decimo o undicesimo libro, che ho in libreria ma che non ho ancora iniziato. Per tornare alla recensione di oggi, credo che tutti più o meno sanno cosa sia stata la “Guerra dei Cent'anni” (per chi non lo sa e vuole approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent'anni ), che vide contrapposte l'Inghilterra e la Francia nel XIV secolo, una guerra lunghissima che alternò momenti di pace a battaglie epocali, per citarne due: Crecy e Poitiers. Il libro non ripercorre tutta la guerra, ma ne ripercorre una parte di un soldato di quest'ultima, che diventerà l'Arciere del Re. Oltre alla stupenda ricostruzione delle battaglie, ad amori cavallereschi, a sfide della soppravivenza, il nostro bravo autore mescola insieme anche la ricerca che vede protagonista tantissimi libri: Il Santo Graal. Non guardate a ciò come ad un Indiana Jones medievale, perchè sbagliereste. Dovete pensare che in epoca medievale qualsiasi pezzo di lancia, straccio di bandiera, ossa e pezzi di legno potevano assumere connotati “divini” e portati in battaglia potevano decretare vittoria o morte. Il libro è scritto benissimo, gli episodi si susseguono a velocità sostenuta e le battaglie sono dipinte in maniera ecclesa e ricostruite al dettaglio. Non potrete non affezzionarsi a Thomas di Hookton e al suo arco lungo, alle sue peripezie, alle sue amicizie e ai suoi amori. Staconsigliato, non solo agli amanti del genere.
Spero vogliate scusarmi se considero l'opera di Cornwell un tutt'uno e non spezzetto i miei giudizi sui cinque libri. Tutti noi conosciamo sicurmante la storia di Re Artù, di Lancilotto, Ginevra, Mago Merlino, Morgana... ma qui la troverete con un punto di vista alquando diverso e a mio parere meraviglioso. La storia viene raccontata da un vecchio amico di Re Artù, che la seguito nelle sue avventure e ora vecchio e stanco tramanda questa storia ad una attenta ascoltatrice. Molto tempo è passato da quando fedele servitore di Artù lo proteggeva in ogni battaglia, in ogni avventura. Qui troverete miti celtici, la nascita dell'Inghilterra, amori, tradimenti, spade che si incontrano mandando scintille, elmi che cozzano, l'amore di un uomo per la sua terra. L'estrema difesa a ciò in cui crede. Sono convito che vi divertirete a leggerla e che cominciato dal primo non vorrete più smettere.
Visto che si parla di un prossimo film della Warner su questo ciclo (di ben 14 libri!!) e la Mondadori ha appena stampato un volumone che racchiude i primi tre romanzi di questa saga, mi permetto di recensire i primi tre episodi tutti insieme. Prima di tutto spero mi perdonerete se non entrerò specificatamente nelle tre trame delle opere proposte, in quanto questa fu una lettura di tanti anni fa. Posso però esprimere un giudizio globale su questi tre primi libri (Spada - Canzone - Pietre) che purtroopo devo dirvi è guastata dai successivi quattro (di più proprio non ce l'ho fatta). Siamo alle prese con un fantasy “puro”, più che puro direi “commerciale”, purtroppo l'errore che si fa spesso quando si parla di un libro fantasy è paragonarlo al “Signore degli Anelli” di Tolkien (spero bene che qui tutti sappiano di cosa sto parlando ), cadrò nell'errore anche io ma non per le medesime ragioni. Non so bene come girarla, ma l'odore di “Lotr” è tanto, sopratutto nel primo libro, molti hanno anche “accusato” l'amico Terry di averci buttato le sue manone per delle belle scopiazzature. Vedasi il Druido Allanon —> Gandalf e altre cosette. Non sono del tutto d'accordo, qualcosa forse sì, ma la storia si discosta parecchio da Lotr. Non aspettatevi una caraterizzazione dei personaggi di quelle eccelse, la trama è buona sopratutto per il primo, che devo dire ai suoi tempi mi piacque parecchio. C'è da dire che nei successivi due la trama un pochetto si ripete. Potremmo definirla più o meno così: i due personaggi principali (sono sempre due) non sanno del loro potere, Allanon glielo viene a dire, non lo accettano ma poi capiscono che il Bene deve trionfare sul Male e partono all'avventura. Ripeto forse gli ultimi libri mi hanno lasciato troppo retrogusto amaro e giudico i primi in retrospettiva. Ma nel mio database ai suoi tempi avevo dato un bel “10” al primo (La Spada di Shannara) che trovate ancora in singolo, dunque... Buona Lettura!
Certo non siamo più ai fasti di Gorky Park e neanche di Stella Polare, ma l'ho preferito al mediocre Havana. Torna Arkady Renko, il mio investigatore preferito, è ancora cinico, a modo suo sovversivo, brillante e malinconico. la società intorno a lui è completamente cambiata rispetto alla vecchia URSS, e questo è certamente un bene, ma Renko non riesce ad adattarsi alla nuova Russia, nella quale dilagano la segretezza, la corruzione e la violenza proprio come ai vecchi tempi. I casi del detective russo Arkady Renko sono stati uno specchio dell'evoluzione della Russia nell'ultimo quarto di secolo. Renko si è scontrato con la vecchia guardia e con il KGB in Gorky Park, è stato esiliato a bordo di un motopeschereccio russo in Stella polare, si è confrontato con l'ascesa della mafia nell'era del post-comunismo in Red Square ed è stato coinvolto, durante una vacanza a Cuba, nell'omicidio di un amico in Havana. In Lupo mangia cane l'ispettore si trova a indagare nelle vicinanze di Chernobyl, l'emblema di una tragedia di spaventose proporzioni della quale si sa poco o nulla. Con il suo solito modo di investigare riuscirà a dipanare anche questa matassa, mentre tutto e tutti attorno a lui muiono dalle radiazioni e da morte molto più veloci. Un buon thriller ma lontano dai vecchi fasti.
Mi piacciono i thriller a sfondo storico e questo in particolar modo mi ha entusiasmato molto. Da una parte perchè ha un'ambientazione che non è proprio la classica (Inghilterra, Francia, etc...) ma bensì Bisanzio e l'impero Bizantino e dall'altra parte perchè i personaggi e non solo quello principale sono costruiti benissimo. Il contesto storico e i riferimenti sono puntuali e precisi ma comprensibilissimi e mai pesanti da digerire. Insomma anche se ci troviamo davanti al consueto “Mr. X indaga...” ho trovato in questo libro un bel thriller che ti tiene incollato alle pagine fino alla fine e con un finale per nulla scontato.
Quanto ho letto la trama ero rimasto folgorato dall'idea di base del libro, la trovavo molto intrigante: nella necropoli di Bet Hamesh, non lontano da Gerusalemme, l'archeologo Stephen Foxx scopre lo scheletro di un uomo morto duemila anni prima... accompagnato dal manuale di utilizzo di una videocamera. Sensazionale mi sono detto. Peccato però che il libro non riesca, almeno per me, a mantenere alto il livello di suspence che ha di per se l'originalità della trama di fondo. Trovo che almeno 200 pagine in meno non avrebbero tolto nulla al libro, che a tratti non si capisce bene dove voglia andare a parare.
Questa purtroppo è una di quelle letture che ti vengono quasi sempre imposte durante le vacanze estive scolastiche. Per me per mia grande fortuna così non fu. Perchè ebbi modo di leggerla già “maturo”, quando la tua mente è formata e piena, quando non hai tanti amici che ti aspettano giù con il motorino acceso in una giornata estiva. Questo è un libro crudo, molto crudo e triste. Ma è un libro che ti rimane dentro, che alla fine ti fa piangere, descrive colorando con tinte fosche e brutali ciò che era la vita dei soldati nelle trincee della grande guerra, i loro pensieri, le loro speranze, le piccole gioie e i grandi dolori. Imperdibile fonte di accrescimento personale.
Questo libro mi ha convinto della mia teoria che a volte gli scrittori di bestsellers si prendono una vacanza e fanno scrivere i loro libri a qualcun altro, tanto per tenere in “auge” il nome e vendere il proprio cognome. Avevo questo libro nello scaffale da un po' e dopo aver letto “Mondo Senza Fine” mi era tornata la voglia di leggermi Follett. Avevo abbandonato perchè dopo aver letto tutti i suoi libri e averlo visto cadere in una spirale discendente mi ero fermato. “Mondo senza fine” mi aveva fatto ricredere. Ora sono ricaduto nel baratro. Un'accozzaglia di porcherie messa in fila all'altra il tutto guarnito da pruriginose storie d'amore tra la protagonista e il suo attempato datore di lavoro, la sorella che se la fa con il cognato e i due adolescenti alla scoperta del sesso. Ma cos'è ho comperato un Harmony senza accorgermene? Perchè il furto del temutissimo e insulso virus fa da sottofondo a questo e non l'incontrario. Per non parlare dei personaggi a contorno, ci sono tutti i clichè dei personaggi brutti e cattivi contro i “noi siamo i buoni, siamo belli e siamo indistruttibili”. Tralascio anche il finale da “un anno dopo...” che fa da culmine alla montagna di monnezza di questo libro. Veramente terribile.
E' proprio vero che nessun autore è una garanzia. Come puoi trovare il gioiello tra le erbacce, puoi trovare una gramigna tra le orchidee. Sì perchè i libri di Connolly per me sono sempre state delle bellissime orchidee, nere forse, visto i suoi thriller così duri e crudi ma questa volta mi ha proprio deluso. La storia non decolla e sembra più che altro creata per fare da sottofondo per chiudere le cose rimaste in sospeso dai primi due libri. Non succede praticamente nulla per tutto il libro e le poche cose che succedono accadono così lentamente che fai fatica a rendersene conto; in compenso vediamo la chiusura delle trame lasciate in sospeso dai primi due romanzi ma non valeva la pena sprecarci una storia sopra secondo me. Unico aspetto positivo sempre le due “spalle” Angel e Louis, due personaggi creati abilmente e davvero splendidi.
Ho letto che Ellroy non lo si consiglia. Lo si deve scegliere di propria sponte, quasi compiere un salto nel buio. Così è capitato anche a me e devo dire che probabilmente quello che si dice è vero, anche se potrò forse sfatare questa regola dopo che mi torneranno i feedback delle persone a cui ho regalato i primi libri che ho letto anche io. Questo secondo libro che fa parte della quadrilogia di Los Angeles, non è per un pelo all'altezza del primo (Dalia Nera, ndr), ma ci si avvicina moltissimo. Lo sfondo è sempre quello della città degli angeli Californiana negli anni a cavallo dei quaranta/cinquanta, i protagonisti sono dei poliziotti che sono molto umani nel senso che non sono senza macchie, anzi di macchie ne hanno proprio tante. Questo è il valore aggiunto dei libri di Ellroy, il mostrare tutti i lati dei personaggi, dai più bassi ai più alti in modo di non dividere nessun personaggio ne tra i buoni ne tra i cattivi, ma portarli tutti al minimo comun denominatore, se vogliamo il peggiore dell'animo umano. Bisogna poi dire che anche questo libro è scritto divinamente come il primo, il ritmo prende subito, la storia regge e come sempre si apre piano piano al lettore e ci porta verso la fine che è sempre molto più ingarbugliata di quanto possiamo pensare anche a poche pagine della fine. Insomma cosa si vorrebbe chiedere di più ad un libro noir? Credo assolutamente nulla, siamo di fronte alla perfezione fatta storia. Sto intervallando la lettura di tutti i suoi libri, semplicemente per farmeli durare di più, per sciaquarmi la bocca con un buon vino dopo i tanti Tavernello che sembra a questo punto ho sempre letto, assaggiando questi libri pregiati, nel migliore dei modi. E' incredibile anche la messsa in scena di così tanti personaggi che si muovono e agiscono per tutto il libro, tanto da indurti a farti una scaletta mentale di tutte le connessioni, le azioni compiute da ognuno, la storia che ognuno si porta ietro. E non pensate neanche che ci siano gli “intoccabili”, quei personaggi che reggono la trama per tutto il libro, perchè qui nessuno è messo su un piedistallo e tutti possono scomparire da un momento all'altro. Ora si dovrebbe dare una sorta di riassunto della trama, ma viene così difficile e si rischia di tralasciare così tante cose che proprio mi viene impossibile e anche la quarta di copertina è così puerile che bisogna solamente prendere questa storia in mano e cominciare a leggerlo. Consigliatissimo.
Questo libro è semplicemente fantastico. E devo dire che qui c'è un grosso rimando a tutti noi “Omnia sunt communia!”, tutte le cose sono di tutti. E' molto difficile fare una recensione ad un libro così. Non è solo un romanzo storico, estremamente ben documentato, pieno di vicende e di personaggi, guerre, passioni, amore, morte. Questo è un “omina” del tutto, attraverso 40 anni di storia (questo è l'arco temporale racchiuso in questa opera) potrete vedere con i vostri occhi la storia. Non fatevi scoraggiare dalla prosa e dai continui flash-back, tenete duro e anche voi potrete dire “A Noi rimane il Mondo”. Imperdibile.
Non è che sia proprio semplicissimo leggere Einstein, almeno per il sottoscritto che è appassionato di queste cose ma non le mastica tutti i giorni. Ma ci provai tanti anni fa, fu una delle mie prime letture del genere e mi spronò a continuare in tal senso; anche se il tutto allora fu un bel po' fumoso. Ma davvero una lettura interessante.
Questo libro è davvero bello, ricordo che è stato vincitore del World Fantasy Award 2000 e non a caso. La protagonista principale di questa opera è la mitica Cassandra, figura della mitologia greca a cui Apollo donò il potere della preveggenza ma facendo in modo che nessuno credesse alle sue profezie. La storia si svolge durante la caduta di Troia, ovviamente prevista da Cassandra ma rimasta inascoltata. Se vogliamo un fantasy, molto molto particolare in quanto il più delle volte sconfiniamo nel romanzato ma che si riferisce puntualmente alla storia scritta da Omero, un bellissimo libro scritto con una maestria impari dall'autrice. Consigliatissimo.
Mi è piaciuto molto questo libro, sopratutto la ricostruzione storica e l'ambientazione che lo contraddistingue e lo fa splendere nel fitto sottobosco di autori “gialli”. La ricostruzione storica, il 1948 in un paese dell'Europa dell'est, è fedele e ben descritta e i personaggi che l'autore fa muovere dentro di esso sono deliziosi e veritieri. Dovrebbe uscire in italia un'altra inchiesta dell'ispettore Emil Brod, io l'aspettp con ansia, anche perchè se il clichè dell'ispettore travagliato che si butta sul lavoro per risolvere casi “noir” è ampiamente presente nei libri, la particolare rievocazione storica lo porta ad essere una felice scoperta.
Quando acquistai all'interno della “Urania Collezione” (una collana davvero superba con moltissime opere stupende) ammisi la mia ignoranza dell'autore e accantonai questo libro nella sezione preposta della mia libreria. Un giorno mentre rimettevo a posto i vari volumi fui catturato da un pensiero quando lo presi tra le mani: “ma come deve essere una guerra eterna?”. Lasciai tutto in disordine e nelle successive cinque ore non feci altro che leggerlo per poi finirlo. Sublime, semplicemente. Il protagonisto principale, William Mandella, è un comattente di questa guerra che sembra non avere mai fine, con cui intreccerà anche una relazione stabile con una combattente del suo stesso plotone, una relazione millenaria. Ma non lasciatevi ingannare, perchè questo libro è pieno di sanguinarie battaglie ipertecnologiche ma combattute al suolo su pianeti o asteroidi senza nome. Non voglio svelare come ciò possa accadere per non rivelarvi parte del libro, ma la cosa che mi ha più colpito è come durante le licenze il protagonista ritorni a casa e si ritroverà a “combattere” con stili di vita e leggi completamente diversi. Bellissimo e geniale semplicemente.
Chi è appassionato di spionaggio non può lasciarsi sfuggire questo libro che descrive in maniera puntuale e frenetica le gesta del capo di un commando fantasma, un ex agente che rivela eroismi e delitti della guerra segreta contro il comunismo, tra il ‘77 e il ‘99. Un libro che scorre come un romanzo d'azione ma che è la ricostruzione di vere operazioni compiute da questo autore contro il blocco sovietico negli anni della guerra fredda. Appassionante.
A volte l'amico Ken proprio non lo capisco... come può uno scrittore scrivere “Il Codice Rebecca” o “I Pilastri della Terra” e poi dilettarsi con una cosa simile? Per fortuna che si legge in mezz'ora perchè non si potrebbe sopportare per un minuto in più... pensato come una fiaba per bambini, vorrei tanto scovare un bambino che l'ha letto e aprrezzato... Bha!
Un saggio molto carino e ben fatto che forse non riscuoterà il riscontro dei più che vedono la storia come una cosa noiosa, ma a me è sempre piaciuta e ho trovato questo libro davvero interessante e lo propongo volentieri a tutti per farli avvicinare a questa branchia del sapere che come disse qualcuno è bene ricordarlo ogni tanto “chi non conosce il proprio passato, non ha un presente”. Mi riccollego anche ai fumetti americani dove il “What If...” è fonte di innumerevoli storie nell'universo Marvel. L'idea anche di ipotezzire come certi eventi avrebbero potuto cambiare radicalmente il nostro mondo è geniale. La cosa che fa più riflettere in questo libro è come il “caso” ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella storia dell'umanità. Stephen King nella sua saga della “Torre Nera” (di cui presto pubblicherò una recensione visto che sono arrivato alla lettura del settimo e ultimo libro), fa ampio uso di ciò, definendo “Ka” il destino e come tutto ruota intorno ad esso. Curioso e bello.
Quando comincio a leggere un libro cerco sempre di abbinare il nome dei personaggi a degli attori che amo, perchè mi piace sempre immaginarmi nelle veste dei protagonisti i miei attori preferiti. Se si dovesse fare un film di questo libro il personaggio di Jack Reacher non potrebbe essere affidato a nessun altro che a Bruce Willis alias John Mclane nella quadrilogia di Die Hard. Un libro che ho definito come un action-thriller perchè se da una parte l'azione immediata ne fa il suo caposaldo anche la storia di mistero che fa da sottofondo connota questo libro come l'ho definito prima. Valore aggiunto alla storia lo da la scelta della narrazione in prima persona che cattura il lettore nei pensieri e nelle azioni di Reacher (ex-agente della polizia militare) che si troverà suo malgrado invischiato in una storia più grande di lu; girovago di vita (lascia l'esercito per non riuscire più ad adeguarsi alle sue regole) gira per gli Stati Uniti facendo qualche lavoretto qua e là per guadagnarsi vitto e alloggio. Solo che ad un certo punto scenderà dall'autobus sbagliato, nella città sbagliata e se vorrà uscirne vivo dovrà mettecerla tutta. Strepitoso esordio per una saga che, purtroppo, si sta perdendo piano piano nei numerosi seguiti.
Questo libro mi è piaciuto essenzialmente per due motivi. La velocità di scrittura e l'incontro tra il thriller e la scienza. Chi di voi non si è mai lambiccato il cervello con la matematica probabilistica? Chi di voi non ha mai sognato di andare al casinò e sapere esattamente le probabilità che chi vi sta davanti abbia qualcosa che vi possa battere o che al prossimo lancio di dadi esca esattamente quel numero? La storia è molto particolare vediamo il nostro protagonista essere in grado di vedere un pochino più in là del “momento attuale”, con tutti i risvolti del caso. A me è piaciuto molto, ma so che anche qualcuno l'ha criticato in quanto appunto poco “probable”. Sono molto carine anche le parti descrittive di calcolo probabilistico nella vita quotidiana.