Monaco, “Munich” titolo originale dell'opera è un libro storico ambientato nel settembre del 1938, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale quando c'era un Hitler che scalpitava per avere la guerra, ed un Chamberlain che voleva a tutti i costi preservare la pace; da sfondo la conferenza di Monaco dove si gioca il tutto per tutto.
Robert Harris è diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con il romanzo ucronico Fatherland, che lo ha inserito nel ristretto gruppo di autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller e da cui è stato tratto l'omonimo film nel 1994. Ho letteralmente amato quel libro, a tutt'oggi è ancora uno dei miei libri preferiti in assoluto che non smetto di consigliare a chi vuole leggere qualcosa di diverso, un libro ucronico come mai mi è capitato più di leggere.
Il successo è stato confermato da Enigma del 1996, altro libro bellissimo ambientato durante la seconda guerra mondiale, da cui è stato tratto l'omonimo film nel 2001, e poi Archangel (1998), dove qualcosa a mio parere ha cominciato a schricchiolare.
Confesso che ho saltato a piè pari tutta la produzione successiva, tra cui Pompei ed Imperium, per via dell'ambientazione storica a me poco congeniale; quando ho visto che l'autore si era rimesso sulla via che lo aveva portato al successo, ovvero l'ambientazione storica della seconda guerra mondiale con (a detta della trama) uno spunto di spionaggio, mi ci sono fiondato come un ape al favo, complice la presentazione che enfatizza in modo del tutto fantasioso (si scopre poi) il rapporto con Fatherland. Niente di meno veritiero poiché in quel caso si trattava di un thriller ambientato in un mondo ucronico (dove la Germania nazista ha vinto la guerra), mentre Munich è un vero e proprio romanzo storico basato sugli avvenimenti reali accaduti nel settembre 1938 (Conferenza di Monaco fra Germania, Inghilterra, Francia e Italia).
L'ambientazione, la cui ricostruzione storica costituisce in genere uno degli elementi più solidi, si scontra con una trama che non decolla mai, dove il tutto si svolge praticamente durante la Conferenza di Monaco e con i due personaggi principali l'inglese Hugh e il tedesco Paul, che sono figure scialbe, poco caratterizzate, prive di qualunque presa che faccia leva per il lettore e dunque rimangono semplici testimoni di un avvenimento storico.
Monaco è a tutti gli effetti una delusione. A parte l'interesse suscitato per la vicenda storica, il romanzo è piatto, incolore, del tutto inspirato; l'unico punto di forza potrebbe essere per gli appassionati di storia un'ulteriore occasione di dibattito sul periodo trattato, ma nulla di più.
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde pubblicato nel 1886 è uno dei più celebri romanzi al mondo: la trama è a grandi linee nota a tutti anche ai non lettori per via delle innumerevoli versioni teatrali, cinematografiche e anche a fumetti che ne sono stai tratti, dello scrittore di Edimburgo Robert Louis Stevenson. Considerata la più importante opera di Stevenson, che fa a gara con “L'isola del tesoro”, è uno dei più grandi classici della letteratura fantastica di tutti i tempi.
La trama è incentrata sul tema dello sdoppiamento della personalità: un rispettabile dottore londinese, il dottor Jekyll, dopo aver sperimentato su se stesso una potente droga di sua invenzione, si trasforma nel terrificante Hyde, che incarna il lato malvagio del suo essere. Hyde si macchia così di orrendi delitti, che Jekyll può interrompere solo suicidandosi. Chiude il romanzo la lunga confessione per iscritto del dottore, letta dall'avvocato e amico Utterson.
Non bisogna trarsi in inganno: non si tratta affatto di un “giallo” o di un racconto poliziesco, perché l'obiettivo dell'autore non è risalire alle responsabilità dei colpevoli - e quindi al ristabilimento dell'ordine violato dal delitto - ma piuttosto, il romanzo breve di Stevenson si avvicina al genere del romanzo nero e gotico e al “fantastico”, anticipando e quasi preannunciando le ricerche psicoanalitiche di Sigmund Freud sullo sdoppiamento delle personalità.
Come dicevamo è una storia talmente conosciuta che tutti sarebbero in grado di fornire una descrizione sommaria del romanzo, eppure siamo di fronte ad un testo che per spessore linguistico e profondità delle tematiche trattate offre sempre qualche spunto di riflessione in più ad ogni lettura.
Un romanzo nero che sonda il dualismo fra bene e male dello spirito umano, Stevenson vuole farci comprendere come in noi esseri umani coesistano due entità distinte: il bene e il male. Questa dualità, è talmente radicata nella natura di ciascun uomo che le due entità sono inscindibili. Jekyll, infatti, non rappresenta affatto solo la parte benevola, ma la normale coesistenza delle due entità in un uomo, a differenza di Hyde, che, invece, rappresenta il puro male. Quindi è impossibile discernere il bene dal male.
Questo libro mi è piaciuto molto, perché l'autore mette in risalto molto bene gli aspetti sia positivi che negativi del carattere delle persone, la trama è molto coinvolgente, il tutto è avvolto nel mistero fino alla fine, il ritmo è incalzante e porta fino alle ultime pagine con il fiato sospeso dove la sorpresa è sconvolgente e spiazzante. Nessuna banalità, nessun fronzolo su nessun personaggio, tutto è pervaso da un senso crescente di ansia, panico, dubbi, curiosità, stupore.
Questa storia è vera adrenalina ottocentesca, scritta in modo lucida e decisa.
Da leggere assolutamente.
Una vita da spia, in originale “A Spy's Life”, è un thriller di spionaggio dello scrittore e giornalista Henry Porter, del 2001, che si svolge durante il periodo della guerra fredda.
La trama di questo romanzo è la seguente: Robert Cope Harland è un ingegnere e attualmente lavora per le Nazioni Unite su un progetto idrico di monitoraggio delle proprietà delle forniture di acqua dolce in tutto il mondo. Quando manca poco tempo alla sua relazione finale al Segretario Generale delle nazioni unite sale su un aereo in direzione di New York e trova diversi ex amici e colleghi che gli fanno compagnia. Alan Griswald è un capo della CIA e lui e Harland hanno lavorato insieme nel'intelligence britannica durante gli anni ottanta; Alan dice a Bobby che ha recentemente scoperto qualcosa di grande, qualcosa di cui Bobby sarà contento. L'aereo precipita misteriosamente durante l'atterraggio a La Guardia e Bobby si ritrova nel fango. Il suo amico Alan è morto e Bobby è infine salvato e come si riprende in ospedale scopre che è l'unico superstite dello schianto. Tutti gli altri venti a bordo l'aereo delle Nazioni Unite sono stati uccisi. Un'indagine prende subito piede e ci sono due teorie di ciò che può essere accaduto: un evento atmosferico o il sabotaggio. L'FBI comincia ad indagare mentre il protagonista si riprende, ma presto scoprirà che sta per essere trascinato in un mondo che pensava di aver lasciato per sempre: quello degli intrighi internazionali.
Un thriller a sfondo intrigo internazionale molto piacevole. Molto meglio di quanto mi aspettassi, questo romanzo soddisferà senz'altro gli appassionati più esigenti del genere spionaggio. La scrittura è di prima categoria con un buon ritmo, personaggi ben realizzati e un buon sviluppo della trama. Oltretutto la storia si suddivide in altre due sottotrame intriganti che mantengono il lettore impegnato; una storia che va avanti a rotta di collo per tutta la durata del romanzo. Consigliato.
Le cose che portiamo, in originale “The Things They Carried” è una raccolta di racconti brevi scritta da Tim O'Brien e pubblicata nel 1990. I protagonisti dell'opera sono soldati appartenenti ad un plotone statunitense stanziato in Vietnam durante la guerra. Le cose che portiamo è stato finalista del premio Pulitzer e nominato tra i libri del secolo dal New York Times. Nel 2013, O'Brien ha ricevuto il premio Pritzker per la sua produzione letteraria a tema militare.
Sebbene sia un lavoro di fiction (i fatti narrati e i personaggi non sono reali, pur presentando molte componenti semi-autobiografiche), il libro descrive in maniera molto precisa e dettagliata la guerra. Secondo lo stesso O'Brien, creare una storia tecnicamente falsa ma che rappresenta realisticamente la guerra, invece di elencare semplicemente i fatti senza suscitare nessuna emozione nei lettori, è il miglior modo per raccontare la storia dei soldati coinvolti.
La trama vede le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita e racconta le storie di questi ragazzi in guerra, nel fango, diciotto, diciannove anni, la voglia di scherzare, quando si riesce e un peso insostenibile sulle spalle.
Sono moltissime le cose che portano, questi ragazzi mandati al massacro, e l'elenco è lungo e variegato, non solo le armi e le attrezzature, il cibo e gli oggetti di primo soccorso ma anche lettere da casa, biscotti di Natale, i collant della propria ragazza e fumetti, foto di una vita che sembra lontanissima quasi una leggenda persa nel tempo ormai. Ma non solo oggetti, ci sono anche le emozioni a pesare: ricordi, vergogna, paura, coraggio, crudeltà, la normalizzazione della guerra, di avere un amico che viene risucchiato dal fango e dalla merda o che un attimo prima sta compiendo un passo e l'attimo dopo è sparso su un albero lì vicino e tu devi raccoglierne i pezzi. Il peso più grande da portare è quello di essere vivi, quando gli altri muoiono.
La paura della morte onnipresente, in una storia che non è solo una narrazione di guerra, ma abbraccia anche il ritorno a casa e i giorni prima della partenza, i sentimenti del nemico, la storia della morte di una bambina cara all'autore che toglie la possibilità di crescere insieme e resta un peso da portare per sempre.
Il libro è scritto bene e si legge facilmente, riporta esattamente le sensazioni e le storie di questi ragazzi, anche se alcuni episodi sono un po' scollati dal continuum della storia e alcuni sono qualitativamente inferiori rispetto agli altri, sicuramente consiglierei la lettura di questo libro agli appassionati della storia nel Vietnam, ma sull'argomento ho letto libri migliori, come “Matterhorn” di Marlantes.
Corso completo di scacchi. Dalle basi all'agonismo. La storia e i campioni.
Corso completo di scacchi, è un libro di saggistica di Claudio Pantaleoni che è uno scacchista e scrittore italiano; come molti della sua generazione impara le mosse nel 1972 durante il Match del Secolo Fischer Spassky. Nel 1979 diventa Maestro Nazionale e nel 1985 ottiene l'Elo Fide. È oggi considerato il maggior esperto italiano di aperture di scacchi e infatti ha scritto numerosi libri sull'argomento.
Ho sempre giocato a scacchi fin da piccolo con scarsissimi risultati, ma da quando mia figlia sta frequentando un corso di scacchi a scuola e ha voluto giocare con me ho deciso di riprendere in mano la scacchiera un po' più seriamente e come sempre quando voglio approfondire un argomento che m'interessa mi sono rivolto ai libri, comprandone una marea.
Ho iniziato da questo: il libro è fatto molto bene per i principianti come me, ricco di esempi ed esercizi da seguire con una scacchiera sotto mano, molto chiaro e dettagliato e passa dalle basi fino alle nozioni più complesse, con un ottimo compromesso fra livello di dettaglio e la non eccessiva proliferazione di tecnicismi nello sviluppo dei temi.
Non avendo per adesso letto altri libri non ho un vero termine di paragone, forse mi aspettavo un po' più di consigli pratici e un po' meno partite da svolgere sulla scacchiera che per chi come me non è avvezzo alla nomenclatura tecnica che riporta le varie mosse nello svolgersi del gioco rende difficoltosa la lettura. Ma mi rendo conto che probabilmente questo è un mio limite e non una pecca del libro.
Ottima tutta la parte degli esercizi da svolgere. Interessante anche leggere la storia personale dei grandi campioni.
Bay City è un romanzo di genere fantastico e noir del 2002, dello scrittore britannico Richard K. Morgan. Fa parte della trilogia di “Takeshi Kovacs”, questo è il primo dei tre romanzi.
Il protagonista principale della serie è Takeshi Kovacs Lev, un nativo del pianeta di Harlan, di origine giapponese e dell'Europa dell'Est, diviene membro di una gang di adolescenti prima di arruolarsi nelle forze armate. Dopo aver lasciato l'esercito di cui faceva parte come membro di una forza militare d'elite, Kovacs torna alla vita criminale e diviene un mercenario, poi catturato sarà imprigionato e il suo corticale “stack” verrà memorizzato senza un corpo per decenni come punizione, prima di essere rilasciato sulla parola ed essere impiegato in situazioni ad alto rischio. Kovacs è un ex inviato, un tipo di soldato futuristico, facente parte dell'intelligence e in parte soldato, addestrato per adattarsi rapidamente a nuovi organi e nuovi ambienti.
Un grande personaggio questo, e sopratutto un bravissimo scrittore di fantascienza che oltre al qui recensito Bay City ci ha ripresentato il mitico (lo è già per me) Kovacs nel successore “Angeli Spezzati”, un filo sotto tono rispetto a questo ma godibile davvero. Chi seguirà il mio consiglio non potrà non avere negli occhi le immagini di Blade Runner quando leggerà le righe di questo libro, ma non potrà certo immaginarsi Deckard, Kovacs è un John MacLaine (Die Hard) del futuro.
Il libro è davvero bello, sullo sfondo di tutto c'è un assassinio che richiama molto la serie gialla “i delitti delle stanze chiuse” però portata in avanti di qualche migliaio d'anni. Il libro sembra ambientato a San Francisco (certi richiami lo fanno credere) ma di un futuro lontano, molto alla Blade Runner. Il personaggio principale non potrete non amarlo visceralmente in ogni sua sfaccettatura è descritto in maniera eccelsa e lo vedremo alle prese con questo delitto che dovrà risolvere in cambio di “un corpo nuovo”. Sì perché nel futuro immaginato dallo scrittore si potrà cambiare corpo come si cambiano le macchine (ovvio è che i ricchi potranno sempre prendersi delle bellissime Ferrari...).
Spero di avervi stuzzicato abbastanza senza svelare nulla che toglierebbe la bellezza di questa lettura... Da prendere assolutamente!
Il latino per tutte le occasioni: Manuale di conversazione per l'uomo d'oggi è un libro umoristico di Pericle Piola che è un noto studioso dell'antico che si nasconde dietro uno pseudonimo per conservare la sua cattedra universitaria.
Il libro è divertente, arguto e sagace, anche se cade di stile in alcune frasi che probabilmente avrei risparmiato tranquillamente, ed è adatto a tutti, sia per chi del latino ha solo una conoscenza superficiale e per chi magari lo conosce perché lo insegna, visto che usarlo quotidianamente è un po' difficile. In aggiunta i fantastici disegni di Sardelli, che interrompono gradevolmente il testo.
Lo vedo molto bene come un regalo simpatico ed originale agli appassionati di latino ed anche agli insegnanti di liceo che potrebbero usare qualche frase per rendere più gradevole e divertente lo studio ai loro allievi. Il tutto si legge in un'oretta strappando qualche sorriso.
“Nome in codice Dark Winter” in originale “Dark Winter” è un libro del 2003, romanzo di azione/spionistico di Andy McNab, che è uno scrittore e militare britannico, pseudonimo dietro il quale si nasconde un ex-sergente dello Special Air Service (i corpi speciali dell'esercito britannico), noto al grande pubblico come autore di romanzi di spionaggio. Questo romanzo è del 1997, e fa appunto parte della serie “Nick Stone”: in particolare questo è il secondo romanzo della serie.
L'autore è anche un saggista e nei suoi romanzi che non sono di finzione descrive quella che è stata la sua vita militare, prima di diventare uno scrittore di romanzi action spy, fino ad ora sono stati pubblicati: “Pattuglia Bravo Two Zero”, “Azione immediata”e “Plotone Sette”.
Nick Stone è il personaggio di fantasia che è il protagonista di tutti e diciassette libri della serie, è nato nel 1960, ex-combattente del SAS (Special Air Service), il corpo d'elite dell'esercito britannico, uno dei gruppi speciali più efficienti del mondo. Dopo essere stato circa 10 anni nei SAS, Nick ha cominciato a lavorare per l'Intelligence inglese. Esperto in armi e in ricerche impossibili di persone, viene reclutato in questa agenzia segreta chiamata “la Ditta” per compiere missioni che pochi altri potrebbero fare. Astuto, furbo, in missione è freddo e deciso, ma nel privato è una persona buona con legame ed affetti familiari. È stato sposato, durante una difficile missione (raccontata nel primo romanzo Controllo a distanza) ha recuperato la figlia di un suo amico ucciso, Kelly, ed è diventato suo tutore. Ha avuto una storia con Sarah, altro agente segreto, raccontata in Crisi Quattro. Eroe moderno ed esperto, dotato di grande humor britannico e grandi intuizioni, questo personaggio piace perché, a parte ovviamente la storia e l'addestramento nei SAS, è uno di noi, una persona comune con odi e affetti, colpi di fortuna e colpi di sfortuna, capace di avventure incredibili ma anche di grandi sventure. Freddo calcolatore in missione, quasi ingenuo nei sentimenti. Nick Stone è l'eroe che tutti possono sentire vicino e capire.
La vera forza di questi romanzi di McNab sta nel fatto che sembrano così vicini alle persone e appaiono così realistici, quasi fossero dei piccoli “manuali” di spionaggio e sopravvivenza. La lettura scorre velocissima, tra intrighi, tecniche dei corpi speciali, suspence, combattimenti, insomma adrenalina pura al 100%. Le descrizione degli eventi e dei personaggi, il loro girare tra le pagine con un impatto devastante ti fa appiccicare le dita alle pagine e non riesci più a posare il libro!
In questa storia Nick Stone sembra un uomo distrutto. Dopo la morte della figlia adottiva Kelly e di una collega con la quale aveva sperato di iniziare una nuova vita, è rimasto solo. Lo tormentano i ricordi di vecchie missioni in cui non ha potuto salvare vittime innocenti. Ma un'esistenza trascorsa a sfidare la morte gli ha insegnato a sopravvivere. Sempre. Per la nuova missione deve rintracciare un uomo nella Baghdad di oggi. Una figura enigmatica che Nick ha incontrato in Bosnia e che, ora, potrebbe rappresentare una svolta nei rapporti tra islamici moderati e occidentali.
Ora se siete appassionati del genere action-thriller e non avete mai letto un libro di Andy McNAb, cominciate pure a nascondervi che vi mando Nick Stone a stanarvi e saranno cazzi acidi per voi. Se amate i ritmi incalzanti, descrizioni minuziose di armi e tecniche di combattimento, rocamboleschi colpi di scena e tanta tanta azione, correte in libreria e cominciate a leggere i libri di questo autore che ha alle spalle una carriera militare nel SAS e sa esattamente di cosa parla, anche se questi sono libri di finzione.
Vi suggerisco, ovviamente, di cominciare dai primi e di andare avanti, perché oltre ai vari richiami dei libri precedenti, ad un certo punto le trame cominciano a calare un po' e anche il personaggio perde un po' di smalto, dunque è meglio che siate voi stessi a decidere quando e se ne avrete abbastanza di Nick Stone.
Op-Center, in originale “Tom Clancy's Op-Center”, è un romanzo di spionaggio scritto da Tom Clancy e Jeff Rovin, edito nel 1995. Op-Center, più in generale, è una serie di romanzi, creati da Tom Clancy e Steve Pieczenik, con il contributo di Jeff Rovin. Ispirato al primo libro della serie, nel 1995 viene realizzato il film OP-Center, di Lewis Teague, come quarto film basato sui romanzi di Tom Clancy.
Fanno parte della serie finora pubblicata in Italia:
1 Op-Center
2 Parallelo Russia
3 Giochi di Stato
4 Atti di Guerra
5 Equilibri di potere
6 Stato d'assedio
7 Presa di potere
8 Linea di controllo
Op-Center è il nome dell'agenzia denominata National Crisis Management Center (NCMC) e ha il compito di gestire speciali crisi interne ed esterne agli Stati Uniti. L'esistenza del centro è mantenuta segreta al popolo americano ed il suo direttore, Paul Hood, fa rapporto direttamente al presidente degli Stati Uniti. Il quartier generale è situato nei pressi della base dell'Aeronautica militare di Andrews nel distretto federale di Washington ed utilizza lo Stryker team come gruppo di risposta paramilitare.
La trama di questo primo romanzo è la seguente: una serie di attentati organizzati da terroristi anti-unificazione colpiscono la penisola coreana con lo scopo di far scoppiare la guerra. Primo impegno dell'Op-center, che ha il compito di approntare una strategia d'intervento e ripristinare gli equilibri. Op-Center è il cuore pulsante dei servizi segreti e delle più sofisticate tecnologie a disposizione della Difesa degli Stati Uniti. Ma ufficialmente non esiste: è top-secret. Saranno gli uomini al vertice di questa organizzazione segreta a scongiurare la terza guerra mondiale?
I romanzi di Clancy si caratterizzano soprattutto dalla presenza di una pluralità di personaggi, interessi in gioco e paesi coinvolti, basta prendere in considerazione i due libri che più mi sono piaciuti di quest'autore: “Uragano Rosso” e “Caccia a Ottobre Rosso”. Non sono libri semplici da seguire e richiedono un livello di attenzione abbastanza alto anche se sono romanzi di intrattenimento puro.
Op-Center, pur non essendo complesso come gli altri da me menzionati sopra, non è sicuramente agevole, da poter leggere con spensieratezza: fantapolitica, azione, suspense, colpi di scena e una trama articolata lo rendono una lettura consigliata a chi ama i romanzi di spionaggio e di azione, ma che abbiano voglia di cimentarsi con qualcosa di complesso.
Uno dei miei primi libri e per questo indimenticabile a prescindere da tutto il resto. Bellissimo libro divulgativo, per un pubblico giovane, uno di quelli che mi fece appassionare alla lettura, regalo prezioso di un amico di allora che ancora oggi c'è. Per sempre uno dei miei preferiti.
Le lettere di Babbo Natale, in originale inglese “Letters from Father Christmas”, è una raccolta di lettere fittizie attribuite a Babbo Natale e scritte da J.R.R.Tolkien, pubblicate per la prima volta nel 1976 in lingua originale, e in Italia nel 1980..
Tolkien inizia a inviare ai propri figli (John, Michael, Christopher, Priscilla) queste lettere il 25 dicembre 1920, proseguendo nel gioco per oltre trent'anni: firmate Babbo Natale, infilate in buste bianche come la neve, affrancate con i francobolli delle Poste Polari, esse raccontano con humour e creatività le storie di Babbo Natale, ma anche del pasticcione Orso bianco e dell'Uomo della Luna, arricchendole di disegni e poesie.
“Miei cari ragazzi, quest'anno tremo più del solito. Colpa dell'Orso Bianco del Nord! E' stata la più grande esplosione del mondo e il fuoco d'artificio più incredibile che si sia mai visto. Il Polo Nord è diventato tutto nero!”... così incomincia una di queste lettere, che io ho inseguito per un bel po' di librerie sotto Natale quando ne ho scoperto l'esistenza; e io ancora rimango stupito, affascinato e meravigliosamente impressionato dalla genialità di quest'uomo che ha portato alla luce due dei libri che probabilmente mi sono più cari: “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”.
Tolkien fa qualcosa di più per i suoi figli risponde alle loro letterine (fingendosi Babbo Natale) che tutti i bambini scrivono, dunque non solo una lista di regali da ricevere, ma un vero e proprio scambio epistolare, un appuntamento fisso che si verifica una volta l'anno. Lettere con francobolli, una calligrafia tremante per via degli anni suonati di San Nicola, Orso Polare che combina sempre tantissimi danni, gli elfi che fanno fuochi artificiali magnifici: tutto descritto e disegnato (e che disegni!).
Ma queste lettere ben presto diventano piccoli racconti, fiabe incantate di neve che descrivevano ai piccoli Tolkien la vita frenetica che a Natale e nei mesi immediatamente precedenti si svolge al Polo Nord, in questa specie di fiaba ad episodi emerge già tutta la sua fantasia e inventa un'universo di elfi rossi e verdi, gnomi rossi, goblin e animali parlanti: il personaggio di Orso Bianco del Nord, generoso e pasticcione, regala le pagine più divertenti e tenere, ma non mancano battaglie impegnative contro i cattivi che già hanno l'eco degli epici scontri degli scritti futuri.
Questo libro è meraviglioso, da leggere, leggere e ancora leggere o magari da prendere a spunto per i propri figli, per fargli vivere ogni Natale (e l'atteso dello stesso) con meraviglia e sorpresa infinita.
Perchè proprio la prima recensione fantascientifica che faccio prendo un autore un po' meno conosciuto ai più? Potrei benissimo buttarmi a man bassa su Asimov; ho scelto questo autore e questo libro in particolare, non solo per la velocità del susseguirsi degli eventi e dalle fantastiche descrizioni della vita dei mondi toccati, ma perchè è l'idea di fondo che mi ha affascinato incredibilmente. E' cioè la suddivisione della Galassia in zone, dove in alcune siamo all'età della pietra e in altre esistono civiltà avanzatissime. Purtroppo la nostra cara vecchia Terra fa parte del primo gruppo. Geniale e Veloce.
Atlantide, in originale “Atlantis Found” è un libro del 1999, romanzo del genere avventura di Clive Cussler, che è uno scrittore statunitense di romanzi d'avventura. La carriera di scrittore comincia nel 1965, mentre si ritrovava a badare ai figli la notte per sopperire alla moglie poliziotta. Esordisce nella narrativa nel 1973, con la pubblicazione del romanzo Enigma, cronologicamente il secondo romanzo dedicato alle avventure di Dirk Pitt. Solo nel 1982 viene pubblicato il primo romanzo di Pitt, Vortice, rimasto inedito. I primi due romanzi di Cussler vengono inizialmente poco notati da critica e pubblico, che li considera solo delle avventure marinare di poco conto, ed è solo con il romanzo Recuperate il Titanic! del 1976 che Cussler raccoglie un consenso unanime che lo porterà a diventare uno dei romanzieri d'avventura più apprezzati al mondo. Nel 1978 fonda la National Underwater & Marine Agency, fondazione non profit specializzata nella localizzazione, identificazione e recupero di relitti marini di rilevanza storica, che ha preso il nome dall'omonima agenzia governativa di fantasia per cui lavorano i personaggi dei suoi libri.
Atlantide è la quindicesima avventura di Dirk Pitt, personaggio dei romanzi di Clive Cussler.
Pitt viene descritto come un uomo dal fisico imponente con capelli neri e mossi e occhi di un intenso verde opale che spesso affascinano le donne ma allo stesso tempo sanno intimorire i suoi avversari e gli conferiscono uno sguardo audace e sicuro. Lavora per la NUMA (National Underwater & Marine Agency), e ne è stato il Direttore dei Progetti Speciali fino al romanzo Odissea. Il suo migliore amico, con cui ha condiviso gran parte delle sue avventure, è Albert Giordino, che è il suo vice alla NUMA. Prima di entrare a far parte della NUMA si è laureato presso l'Accademia Aeronautica degli Stati Uniti con il grado di Maggiore insieme con il suo amico di sempre Al Giordino. Dirk vive in un hangar all'aeroporto di Washington dove, oltre a una vastissima e strabiliante collezione di auto d'epoca, possiede due aerei e stravaganti mezzi che lo hanno aiutato a sopravvivere durante le sue sfrenate avventure. Non si separa mai della sua Colt M1911 e dal suo orologio Doxa. Nelle sue avventure, Dirk Pitt ha avuto numerose donne.
I romanzi di Cussler seguono una struttura narrativa che di volta in volta mantiene le stesse linee guida principali: dopo un antefatto storico che verrà risolto nel finale, Cussler sposta la narrazione in epoca moderna (o collocata nell'immediato futuro), mettendo Pitt e il compagno Albert “Al” Giordino di fronte a megalomani che vogliono conquistare il mondo, donne stupende, nemici crudeli, doppiogiochisti e tecnologie futuribili ma attendibili. Da un punto di vista strettamente narrativo questi romanzi sono un incrocio tra le avventure di James Bond e Indiana Jones, descritte spesso con un piglio ironico. Una caratteristica peculiare dei libri di Cussler, sono inseguimenti al cardiopalma su macchine d'epoca che puntualmente finiscono per arricchire il parco auto di Dirk e la presenza quasi costante di una ragazza diversa, che nella maggior parte dei casi si ritrova a dover essere aiutata o salvata dal protagonista.
In questa storia non sarà facile nemmeno per Dirk Pitt. Mentre si trova a bordo di una nave della Numa viene pesantemente attaccato da un U-Boot nazista, un sottomarino dato per scomparso cinquantasei anni prima. Ma tutta la storia parte da molto tempo prima quando nel 7120 a.c. una cometa si schianta sul nostro paradiso azzurro e cancella quasi tutto ciò che si è evoluto in milioni di anni. Successivamente nel 1858 la baleniera Paloverde fa una scoperta inaspettata. Durante la caccia grossa alle balene si imbatte in un relitto incastonato tra i ghiacci perenni. Dopo una perlustrazione ed il ritrovamento del diario di bordo, viene rivelata l'identità della nave fantasma. E' un veliero di Liverpool, datato 1760 ! L'intero equipaggio inglese è ancora presente sullo scafo. Morto di fame e di stenti. Completamente congelato! Riuscirà il nostro eroe a dipanare tutta l'intricata matassa di questo mistero?
Lettura puramente di intrattenimento per passare qualche ora sprofondati sul divano o sulla poltrona e non pensare a nient'altro se non al divertimento delle avventure marinare dei due protagonisti: questi sono i libri di Cussler, le storie sono più o meno sempre uguali, cambiano gli ambienti e se ne fa un altro. Scorre, non annoia. Una garanzia. E va in un crescendo di tensione e azione che culmineranno nel classico finale al cardiopalma. Il nostro eroe, con il fidato Al, riesce sempre a cavarsela tra donne, corse spericolate e spietati nemici, sventando l'ennesimo piano criminale, è come ritornare a casa dopo un lungo viaggio, sai già cosa troverai, ma vuoi vedere se è cambiato qualcosa. La cosa bella è che malgrado tutto, non ti annoi mai.
L'ultima partita, in originale “London Match” è un romanzo di spionaggio del 1985, dell'autore inglese Len Deighton. La sua produzione letteraria spazia dai romanzi di spionaggio e di suspense, ai libri di cucina e ai saggi storici. È il creatore del personaggio Harry Palmer, una spia britannica protagonista di una serie di romanzi e di film interpretati da Michael Caine. Tutti gli appassionati di spy-stories ricordano la figura di Michael Caine con gli occhiali e l'impermeabile. E' Harry Palmer, l'agente segreto inglese protagonista di ben tre film, “Ipcress”, “Funerale a Berlino” e “Il cervello da un miliardo di dollari”.
Per far capire ai più di cosa stiamo parlando, posso dire che negli anni in cui uscivano i film di 007 di Ian Fleming, il secondo agente segreto britannico più famoso non era lo Smiley di John Le Carrè, - La Talpa e Chiamata per il morto ma proprio “L'agente senza nome”, uscito direttamente dalla penna di Len Deighton.
L'agente senza nome continua a uscire per qualche anno, ma con l'avvento degli anni ‘80 arriva il momento di evolverlo, di creare un personaggio nuovo e arriva così Bernard Samson: stesso stile di scrittura, stessi ragionamenti, è come ritrovare un vecchio amico, con la differenza che qui ha famiglia. Debutta in Gioco a Berlino (Berlin Game), primo libro della prima trilogia.
Metto le serie e i romanzi stand-alone più famosi:
Serie di Harry Palmer
La pratica Ipcress
Neve sott'acqua
Funerale a Berlino
Un cervello da un miliardo di dollari
Un posto caro per morire
Spy Story
Brilla, brilla, piccola spia
Serie di Bernard Samson
Gioco a Berlino
Mexico City
L'ultima partita
L'esca
La trappola
Spy Sinker
Faith
Hope
Charity
Game, Set and Match
Altri romanzi
Solo quando rido
L'incursione
Close Up
La spia di ieri
La grande spia. 1941: i nazisti occupano la Gran Bretagna
XPD
Goodbye Mickey Mouse
La famiglia Winter
Va detto che se siete appassionati, o se vi appassionerete molti di questi romanzi dovrete cercarli sulle bancarelle dell'usato, perché per la maggior parte sono stati pubblicati negli anni ‘60 e ‘70 dalla Garzanti e in seguito ci penserà Rizzoli a dare alle stampa un'altra vagonata di opere, per lo più di quelli slegati dalle serie principali.
La trama di questo romanzo in particolare è presto scritta: Samson sospetta che ci sia un traditore all'interno del suo dipartimento di MI6, a causa della comparsa di un memorandum, che è trapelato dal KGB. Emerge che è parte di un complotto condotto da sua moglie - che sta lavorando per l'intelligence della Germania orientale - per arruolare il suo superiore, Bret Rensselaer, come un agente del KGB. Quando il vecchio amico di Samson, Werner Volkmann, viene arrestato dalla polizia della Germania dell'Est, Samson organizza uno scambio non autorizzato con il disertore Erich Stinnes.
Lo stile di Deighton è molto particolare: la narrazione non è semplicissima, la maggior parte delle volte è complessa, articolata, direi che qualche volta arriva ad essere contorta. Secco e deciso, non si perde in frivolezze letterarie, la finezza della sua narrazione sta nella narrazione stessa, nello svolgere una trama complessa con abilità, nello svelare i particolari a piccole dosi e quando è strettamente necessario. Scrive come agisce una spia. E' un abile costruttore di situazioni, tessitore di trame fitte come ragnatele che sanno catturare il lettore.
Le atmosfere sono le tipiche dell'immaginario da guerra fredda: riunioni, inseguimenti, documenti segreti, trappole, catture e fughe, omicidi, agenti venduti, fughe di notizie. Questi sono tutti gli ingredienti dei romanzi di Deighton che sa combinarli da vero esperto, sfornando un puzzle per una storia ingegnosa, che soltanto alla fine ci appare limpida, quando ne abbiamo davanti tutti i tasselli.
L'unico neo delle storie sono la loro anzianità che le rendono particolarmente colorate in bianco e nero al lettore moderno, ma se siete appassionati di spionaggio, sono letture che non possono mancare alla vostra libreria perché rappresentano la storia di questo genere letterario.
Il signore del falco è il secondo romanzo scritto da Valeria Montaldi, edito per la prima volta nel 2003 da Piemme. Questo è il secondo romanzo che ha come protagonista frate Matthew Willingtham che è costretto dal priore del suo convento a lasciare l'Inghilterra ed intraprendere un difficile viaggio di purificazione spirituale, a cui sono seguiti: “Il signore del falco”, “Il monaco inglese” e “Il manoscritto dell'imperatore”. Nel 2004 è stato selezionato per il Premio Bancarella.
La trama del romanzo è presto scritta: Milano 1226. Il cadavere di una donna affiora nel canale della Vettabbia: il suo corpo reca i segni di un parto recente, ma del bambino che ha messo al mondo non c'è traccia. Passeranno diciassette anni prima che qualcuno si interroghi sulle sorti della creatura. Arnolfo da Sala, abate di San Simpliciano, messo in allarme da un sogno ricorrente e da vecchi sospetti noti a lui soltanto, incarica Frate Matthew di investigare. Per le strade di una Milano sconvolta dalla caccia agli eretici e stremata dalla lotta contro Federico II, Matthew inizia la sua ricerca. Tra luoghi ancor oggi riconoscibili, come il Broletto, centro politico e commerciale della città, il bosco del Quadronno e l'ospedale del brolo, Matthew incrocia le storie di Isaac, medico ebreo, e della bella figlia Rachele, e giunge a sfiorare il cammino dello stesso imperatore Federico, entrato in città sotto mentite spoglie. Ma solo l'incontro con Guglielma la Boema, veggente e mistica invisa alla Chiesa milanese, lascerà un segno indelebile sulla coscienza del frate, indicandogli la strada per il compimento della sua missione...
Questo libro mi è piaciuto principalmente per le accurate ricostruzioni dell'ambiente medievale, degli usi e costumi del tempo, degli edifici e delle occupazioni quotidiane degli abitanti. Anche l'ambientazione italiana, in particolar modo quella di Milano, hanno un fascino incredibile. Si possono ammirare gli scenari della mia città in pieno periodo duecentesco. La trama si svolge tra le varie strade, vicoli, mercatini ambulanti, chiostri e residenza aristocratiche entro le mura dell'antica Milano e nei suoi immediati dintorni del contado. Si avvicendano, come nel primo romanzo, molteplici personaggi (mercanti, vassalli, castellani, briganti, meretrici...) ricchi di spessore e di credibilità che ci permettono di comprendere gli usi e costumi, le idee e le credenze del XIII secolo.
Questo secondo libro conferma la buona opinione che mi ero fatto dopo aver letto “Il mercante di lana”. La ricostruzione storica della Milano medievale è puntuale e dettagliata e offre uno spaccato di vita medievale molto interessante. Personaggi tratteggiati bene, storia coinvolgente e ben scritta. Vale anche da ottimo ripasso per le vicende che videro contrapporsi Federico II e i comuni della lega.
Cercato e letto come una delle prime letture erotiche, come lettura proibita adolescenziale quando la voglia di leggere “di fatti scabrosi” è passata anche per i libri, il risultato è stato poco interessante e presto dimenticato.
In ogni caso la protagonista dopo una violenza subita, parte in quarta e alla precoce età di quindici anni comincia a scoprire tutte le perversioni possibili ed immaginabili che la porteranno da donne, uomini, gay, parenti e così via.
Un caleidoscopio di sesso, che all'inizio prende ma che dopo un po' stufa e stanca, decisamente la lettura erotica non fa per me.
I promessi sposi è un romanzo storico di Alessandro Manzoni. E' considerato uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana, ed è per questo che ne viene obbligata la lettura nelle scuole dell'obbligo. Fu edito in una prima versione nel 1827; rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1841.
Ambientato dal 1628 al 1630 in Lombardia durante l'occupazione spagnola, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della Monaca di Monza e la grande peste del 1629-1631, si fondano tutti su documenti d'archivio e cronache dell'epoca.
Diciamo subito che secondo me la scuola italiana è riuscita in un'impresa veramente complessa, che ha dell'incredibile: far odiare a generazioni di studenti un buon romanzo, non certo un capolavoro, ma un buon testo ben scritto, ben documentato e in alcune parti addirittura avvincente. “Fai l'analisi psiclogica del personaggio”, “introduzione della figura della monaca di Monza”, “Analisi del personaggio dell'Innominato” e via dicendo, hanno ridotto i poveri studenti a bistrattare una storia che se letta come tutti gli altri romanzi, si fa leggere.
Quello che proprio non mi va a genio di questo libro è punto primo il significato profondo dell'opera suggerito dal Manzoni stesso, ossia: con la fede in Dio tutti i problemi e le disgrazie si possono superare. La Provvidenza è presente dalla prima pagina del romanzo, fino alla fine. Questo va contro le mie idee personali e ciò mi ammorba all'inverosimile. L'altra cosa che mi ha sempre angustiato nella lettura è il personaggio di Lucia, so che la figura femminile del'800 è ben diversa da quella attuale, ma questa donna non fa che pregare e piangere o implorare per tutto il santissimo libro. Pochi personaggi mi hanno ispirato un odio così profondo.
So che bisognerebbe dare un voto molto più alto a questo libro, ma la scuola è riuscito a farmelo odiare dal profondo e il lettore obbiettivo che è in me proprio non riesce a convincermi del contrario. Dunque tre stellette caro il mio Manzoni, mi dispiace ma non prendertela con me.
Onda d'Urto, in originale “Shock Wave” è un libro del 1996, romanzo del genere avventura di Clive Cussler, che è uno scrittore statunitense di romanzi d'avventura. La carriera di scrittore comincia nel 1965, mentre si ritrovava a badare ai figli la notte per sopperire alla moglie poliziotta. Esordisce nella narrativa nel 1973, con la pubblicazione del romanzo Enigma, cronologicamente il secondo romanzo dedicato alle avventure di Dirk Pitt. Solo nel 1982 viene pubblicato il primo romanzo di Pitt, Vortice, rimasto inedito. I primi due romanzi di Cussler vengono inizialmente poco notati da critica e pubblico, che li considera solo delle avventure marinare di poco conto, ed è solo con il romanzo Recuperate il Titanic! del 1976 che Cussler raccoglie un consenso unanime che lo porterà a diventare uno dei romanzieri d'avventura più apprezzati al mondo. Nel 1978 fonda la National Underwater & Marine Agency, fondazione non profit specializzata nella localizzazione, identificazione e recupero di relitti marini di rilevanza storica, che ha preso il nome dall'omonima agenzia governativa di fantasia per cui lavorano i personaggi dei suoi libri.
Onda d'Urto è la tredicesima avventura di Dirk Pitt, personaggio dei romanzi di Clive Cussler.
Pitt viene descritto come un uomo dal fisico imponente con capelli neri e mossi e occhi di un intenso verde opale che spesso affascinano le donne ma allo stesso tempo sanno intimorire i suoi avversari e gli conferiscono uno sguardo audace e sicuro. Lavora per la NUMA (National Underwater & Marine Agency), e ne è stato il Direttore dei Progetti Speciali fino al romanzo Odissea. Il suo migliore amico, con cui ha condiviso gran parte delle sue avventure, è Albert Giordino, che è il suo vice alla NUMA. Prima di entrare a far parte della NUMA si è laureato presso l'Accademia Aeronautica degli Stati Uniti con il grado di Maggiore insieme con il suo amico di sempre Al Giordino. Dirk vive in un hangar all'aeroporto di Washington dove, oltre a una vastissima e strabiliante collezione di auto d'epoca, possiede due aerei e stravaganti mezzi che lo hanno aiutato a sopravvivere durante le sue sfrenate avventure. Non si separa mai della sua Colt M1911 e dal suo orologio Doxa. Nelle sue avventure, Dirk Pitt ha avuto numerose donne.
I romanzi di Cussler seguono una struttura narrativa che di volta in volta mantiene le stesse linee guida principali: dopo un antefatto storico che verrà risolto nel finale, Cussler sposta la narrazione in epoca moderna (o collocata nell'immediato futuro), mettendo Pitt e il compagno Albert “Al” Giordino di fronte a megalomani che vogliono conquistare il mondo, donne stupende, nemici crudeli, doppiogiochisti e tecnologie futuribili ma attendibili. Da un punto di vista strettamente narrativo questi romanzi sono un incrocio tra le avventure di James Bond e Indiana Jones, descritte spesso con un piglio ironico. Una caratteristica peculiare dei libri di Cussler, sono inseguimenti al cardiopalma su macchine d'epoca che puntualmente finiscono per arricchire il parco auto di Dirk e la presenza quasi costante di una ragazza diversa, che nella maggior parte dei casi si ritrova a dover essere aiutata o salvata dal protagonista.
In questa avventura Dirk Pitt sta indagando su una misteriosa moria della fauna marina nell'Antartico ma dovrà incaricarsi di un salvataggio che risulta disperso sull'isola di Seymour, tra di loro vi è Maeve Fletcher, discendente di uno dei naufraghi del Gladiator, un clipper britannico che mentre trasportava un gruppo di forzati in una colonia penale australiana cola a picco durante una tempesta nel mar di Tasman. A stento, i pochi superstiti trovarono rifugio proprio su quell'isola che nasconde una favolosa ricchezza.
La storia è di una bellezza assoluta, specialmente nell'antefatto storico che riesce a rendere pienamente tutta la drammaticità del naufragio e dell'ammutinamento dei galeotti, ma andiamo a leggere la trama.
Lettura puramente di intrattenimento per passare qualche ora sprofondati sul divano o sulla poltrona e non pensare a nient'altro se non al divertimento delle avventure marinare dei due protagonisti: questi sono i libri di Cussler, le storie sono più o meno sempre uguali, cambiano gli ambienti e se ne fa un altro. Scorre, non annoia. Una garanzia. E va in un crescendo di tensione e azione che culmineranno nel classico finale al cardiopalma. Il nostro eroe, con il fidato Al, riesce sempre a cavarsela tra donne, corse spericolate e spietati nemici, sventando l'ennesimo piano criminale, è come ritornare a casa dopo un lungo viaggio, sai già cosa troverai, ma vuoi vedere se è cambiato qualcosa. La cosa bella è che malgrado tutto, non ti annoi mai.
Scacchi For Dummies, fa parte della serie di Hoepli “Dummies” una collana che raccoglie i più disparati argomenti cercando di renderli di semplice comprensione appunto ai “dummies”, cioè ai più tonti o imbranati. Personalmente ho alcuni volumi di questa collana e devo dire che sono fatti bene, arrivano subito al punto, sono di immediata comprensione, pieni di esempi o esercizi.
Questo in particolare è scritto da James Eade che è un maestro di scacchi americano, organizzatore di tornei ed editore di libri di scacchi. Ha il titolo di FIDE Master . È noto soprattutto per i libri Chess for Dummies (1996) e The Chess Player's Bible (2004), entrambi con diverse edizioni tradotte in 8 lingue.
Continua la mia “avventura” di apprendista nel gioco degli scacchi, infatti sebbene ho sempre giocato a scacchi fin da piccolo con scarsi risultati, sto cercando di rendermi un giocatore migliore da quando mia figlia sta frequentando un corso di questo meraviglioso gioco a scuola e vuole esercitarsi con e così ho deciso di riprendere in mano la scacchiera un po' più seriamente e come sempre quando voglio approfondire un argomento che m'interessa mi sono rivolto ai libri, comprandone una marea.
Questo è il secondo che leggo e devo dire l'ho trovato migliore dell'altro (Corso completo di scacchi. Dalle basi all'agonismo. La storia e i campioni. di Claudio Pantaleoni), non tanto per il contenuto che è più ampio e tecnico nel Pantaleoni, ma nell'approccio che sembra calzare molto meglio ad u novello praticante come me. Ricco di esempi ed esercizi da seguire con una scacchiera sotto mano, molto chiaro e dettagliato e passa dalle basi fino alle nozioni più complesse, con dei punti ben definiti di “Ricorda” o “Consigli” che sono un importante momento di riflessione e di studio, un invito a fissare nella mente delle nozioni che sono veramente importanti e utili nello svilupparsi del gioco.
Questo libro è un'ottima base di partenza per che vuole cimentarsi in questo gioco e come tutti altri libri della collana di cui fa parte, mi è sembrato chiaro, ordinato, ricco di spunti e adatto a tutti. Mi sento di consigliarlo a chiunque; molto utile anche la parte finale dove ci sono innumerevoli link ai vari siti internet dove oggi ci si può confrontare con giocatori di tutto il mondo a qualsiasi ora del giorno o della notte, o dove si possono scaricare le partite dei grandi campioni o vedere in diretta affrontarsi i grandi maestri.
Il massimo dell'utilità, come tutti i libri della serie “for dummies”, massima comprensione, tanti consigli utili, informazioni chiare e precise.
Se come me state per prendere un micio per farvi compagnia, vi consiglio di partire da qui.
Mattatoio n° 5 o La crociata dei Bambini, in originale “Slaughterhouse-Five; or, The Children's Crusade: A Duty-Dance With Death” è un romanzo di Kurt Vonnegut del 1969. Il libro è una testimonianza dell'autore sulla propria prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale e sul bombardamento di Dresda. Mattatoio n. 5 è considerato un'opera-chiave del pacifismo moderno e un racconto sul valore effimero dell'esistenza. Il sottotitolo (La crociata dei bambini) non si riferisce solo alla Crociata dei fanciulli del 1212, ma alla guerra stessa, in cui uomini anziani decidono di far la guerra mandando dei “bambini” a morire al posto loro. Il libro è stato candidato ai due maggiori riconoscimenti della letteratura fantascientifica, il Premio Hugo nel 1970 e il Premio Nebula nel 1969. Nel 1972 dal romanzo è stato tratto un adattamento cinematografico, Mattatoio 5, diretto da George Roy Hill e ricordato anche per la colonna sonora d'eccezione, nella quale Glenn Gould esegue musiche di Johann Sebastian Bach.
Il libro si basa e prende spunto dal tragico bombardamento di Dresda, avvenuto durante la seconda guerra mondiale, ed è l'evento centrale che affligge la mente del protagonista, Billy Pilgrim. Nel libro, Vonnegut dà per assodata la morte di 135.000 civili tedeschi nell'operazione bellica, rifacendosi al libro Apocalisse a Dresda, opera di David Irving, controversa figura vicina a ideologie neonaziste, contribuendo, così, a diffondere le stime esagerate formulate dal controverso autore del saggio. Pubblicazioni successive stimano le perdite civili tra i 24.000 e i 40.000 e mettono in dubbio le ricerche di Irving.
Parto subito col dire due cose:
1. È prima di tutto un libro di guerra, benché ci sia della fantascienza qua e là. L'esperienza reale e diretta di Vonnegut durante il bombardamento di Dresda è alla base del romanzo, divenuto poi manifesto dei movimenti pacifisti. L'autore, sfruttando la fantascienza dei salti temporali e un improbabile rapimento alieno fa riviere costantemente vari periodi dell'esistenza del protagonista, passata e futura, ma gli orrori della guerra e l'ineluttabilità della vita sono il minimo comun denominatore di tutto.
2. E' un libro sicuramente insolito ed atipico, frutto della mente di un visionario che è Vonnegut, probabilmente un genio, che ha molto molto da dire e lo fa in maniera asciutta, secca e senza fronzoli. Una scrittura diretta, semplice, ma di alto livello.
Detto questo ci si può tranquillamente chiedere come mai, nel mio caso, sono arrivato a quarantacinque anni senza averlo letto, è un libro strabiliante, che mi ha emozionato molto, ma anche fatto sorridere molto, mi è piaciuto, l'ho letto davvero volentieri e ora leggerò anche “Ghiaccio 9” e “La Colazione dei Campioni”, perchè Vonnegut non ha sicuramente finito di parlarmi e io sono ansioso di sapere cosa ha ancora da dirmi.
Tutto questo perchè, per tornare alo libro in questione, mentre stai seguendo un un plotone americano, catturato dal nemico e trasferito ai campi di lavoro, d'improvviso ti ritrovi catapultato nell'atmosfera irrespirabile, pregna di cianuro, del pianeta di Tralfamadore, esposto come attrazione in uno zoo e poi sei dentro al più banale matrimonio che ti puoi immaginare o dentro al più noioso studio optometrista durante una visita agli occhi. In questo turbine continuo ti ritrovi a pensare che da queste vicende così diverse e sconclusionate hai da trarre una lezione di vita, un insegnamento che va oltre la mera esperienza visionaria del suo strampalato protagonista:
“Siamo tutti morti in qualche momento, da qualche parte. Così va la vita.”
E' inutile, appena vedo un drago in copertina non so resistere, qualunque sia il contenuto, dal più disparato al più “serio”, deve essere mio. Così appena mia figlia mi ha portato a casa una scheda con tanti libri per bambini che le avevano dato a scuola legata ad una iniziativa a fin di bene (una raccolta di fondi per i clown negli ospedali), ho fatto scegliere i libri che piacevano a lei e poi ho scelto io. E ovviamente la mia scelta non poteva che cadere sull'ennesimo libro sui draghi.
Il contenuto è ovviamente dedicato ai più piccoli, con tanti disegni e pochi testi, si rivolge ad un pubblico che ancora crede che si possa andare in cerca di draghi in qualche anfratto e infatti il libro raccomanda e consiglia le tecniche migliori per come avvicinarli e prendere nota su un bel taccuino della razza e delle caratteristiche dell'essere che abbiamo incontrato. Ovviamente mi piacerebbe molto far parte di quel pubblico che ancora ci crede. Qualche spunto interessante lo si trova comunque nella sezione delle leggende e dei miti, dove si possono trovare alcune informazioni interessanti.
Al prossimo libro di draghi che troverò e che non saprò rifiutarmi di comperare.
I cinque re stellari, saga fantascientifica nota anche come dei “Principi Demoni”, scritta dal 1961 al 1984 da Jack Vance, definito da Poul Anderson in un'occasione come il più grande scrittore statunitense “in” fantascienza, invece che “di” fantascienza, è composta dai seguenti cinque libri:
Il re stellare: Voto *
La macchina per uccidere: Voto **
Il palazzo dell'amore: Voto *
La faccia: Voto **
Il libro dei sogni: Voto *
Questa è un'opera classica di fantascienza, lo scenario: in un lontano futuro l'umanità ha colonizzato gran parte della galassia. l'Oikumene è la Confederazione dei pianeti abitati, ove regnano la legalità e la giustizia; oltre il Velo, i suoi confini, abbiamo il Dilà, il far-west galattico ove vige la legge del più forte e i criminali hanno le loro roccaforti. Soltanto la CCPI (Compagnia Coordinazione Polizia Intermondi) tenta di agire oltre il Velo tramite degli infiltrati che spesso però sono destinati a una cattiva sorte. L'eroe del ciclo è Kirth Gersen : ancora bambino, ha visto la sua famiglia e i suoi compatrioti uccisi o resi schiavi dai cosiddetti “Principi Demoni”, i cinque più grandi criminali del Dilà. Addestrato dal nonno, Gersen ha dedicato la sua vita ad un solo scopo: la vendetta.
In ciascuno dei cinque romanzi del ciclo, il protagonista identifica, affronta e, dopo mille peripezie in cui entra in scena una donzella da difendere o proteggere uccide uno dei Principi Demoni. La trama è noiosa, povera e non esistono praticamente colpi di scena, i personaggi sono macchiette di se stessi senza nessuna profondità; quello che colpisce e in cui Vance eccelle da sempre è l'abilità di creare società, usi, costumi, mode, stili di vita e nel descriverli passo passo nell'opera.
La lettura non mi ha mai praticamente preso, anzi è stata molto difficoltoso costringermi a portarla a termine, l'unica cosa degna di nota è l'ambientazione, la creazione dei mondi, dei contesti ad essi collegati, ma questo assolutamente non riesce a giustificare questa mole di pagine dove in pratica succede sempre la stessa cosa (ricerca con peripezie varie - fanciulla da salvare - uccisione del cattivo), per non parlare dei personaggi così scialbi da non essere nemmeno credibili.
Non mi capacito dei volti così alti qui su Goodreads, solitamente rispecchiano o si discostano poco dai miei giudizi che lascio alla fine delle mie letture, in questo caso siamo quasi all'antitesi, davvero tanto tempo perso.
Tesoro, in originale “Teasure” è un libro del 1988, romanzo del genere avventura di Clive Cussler, che è uno scrittore statunitense di romanzi d'avventura. La carriera di scrittore comincia nel 1965, mentre si ritrovava a badare ai figli la notte per sopperire alla moglie poliziotta. Esordisce nella narrativa nel 1973, con la pubblicazione del romanzo Enigma, cronologicamente il secondo romanzo dedicato alle avventure di Dirk Pitt. Solo nel 1982 viene pubblicato il primo romanzo di Pitt, Vortice, rimasto inedito. I primi due romanzi di Cussler vengono inizialmente poco notati da critica e pubblico, che li considera solo delle avventure marinare di poco conto, ed è solo con il romanzo Recuperate il Titanic! del 1976 che Cussler raccoglie un consenso unanime che lo porterà a diventare uno dei romanzieri d'avventura più apprezzati al mondo. Nel 1978 fonda la National Underwater & Marine Agency, fondazione non profit specializzata nella localizzazione, identificazione e recupero di relitti marini di rilevanza storica, che ha preso il nome dall'omonima agenzia governativa di fantasia per cui lavorano i personaggi dei suoi libri.
Tesoro è nona avventura di Dirk Pitt, personaggio dei romanzi di Clive Cussler che sarà il vero trampolino di lancio della carriera in tutto il mondo e non solo in patria.
Pitt viene descritto come un uomo dal fisico imponente con capelli neri e mossi e occhi di un intenso verde opale che spesso affascinano le donne ma allo stesso tempo sanno intimorire i suoi avversari e gli conferiscono uno sguardo audace e sicuro. Lavora per la NUMA (National Underwater & Marine Agency), e ne è stato il Direttore dei Progetti Speciali fino al romanzo Odissea. Il suo migliore amico, con cui ha condiviso gran parte delle sue avventure, è Albert Giordino, che è il suo vice alla NUMA. Prima di entrare a far parte della NUMA si è laureato presso l'Accademia Aeronautica degli Stati Uniti con il grado di Maggiore insieme con il suo amico di sempre Al Giordino. Dirk vive in un hangar all'aeroporto di Washington dove, oltre a una vastissima e strabiliante collezione di auto d'epoca, possiede due aerei e stravaganti mezzi che lo hanno aiutato a sopravvivere durante le sue sfrenate avventure. Non si separa mai della sua Colt M1911 e dal suo orologio Doxa. Nelle sue avventure, Dirk Pitt ha avuto numerose donne.
I romanzi di Cussler seguono una struttura narrativa che di volta in volta mantiene le stesse linee guida principali: dopo un antefatto storico che verrà risolto nel finale, Cussler sposta la narrazione in epoca moderna (o collocata nell'immediato futuro), mettendo Pitt e il compagno Albert “Al” Giordino di fronte a megalomani che vogliono conquistare il mondo, donne stupende, nemici crudeli, doppiogiochisti e tecnologie futuribili ma attendibili. Da un punto di vista strettamente narrativo questi romanzi sono un incrocio tra le avventure di James Bond e Indiana Jones, descritte spesso con un piglio ironico. Una caratteristica peculiare dei libri di Cussler, sono inseguimenti al cardiopalma su macchine d'epoca che puntualmente finiscono per arricchire il parco auto di Dirk e la presenza quasi costante di una ragazza diversa, che nella maggior parte dei casi si ritrova a dover essere aiutata o salvata dal protagonista.
Quest'avventura di Dirk Pitt inizia nel 391 d.C., quando l'imperatore Teodosio I ordina di distruggere la biblioteca di Alessandria. Ma qualcosa va storto e non tutto viene bruciato anzi qualcosa viene ritrovata ai tempi nostri. A questo punto della storia intervengono gli agenti della NUMA, dando inizio ad una caccia al tesoro che coinvolge molti personaggi di ogni stirpe e ceto sociale. L'equilibrio dell'economia mondiale può essere sconvolta da questo ritrovamento, che è iniziato con il recupero di una vecchia moneta d'oro nei freddi ghiacci della Groenlandia.
Ormai giunti alla nona avventura del nostro eroe senza macchia, vediamo che lo stile dell'autore è ben consolidato: scorrevolezza nella trama, il linguaggio diretto, trame che hanno un maggior denominatore comune e che differiscono poco o nulla tra un libro e l'altro, costante ricerca del colpo di scena, mancanza di una profondità nelle storie e nel delineare le figure dei “cattivi”, che sono praticamente tutte uguali.
Il punto di forza sono come sempre i due personaggi protagonisti, con i loro dialoghi ironici, i cliché da film d'azione, il ritmo forsennato delle pagine, tutto in Tesoro fa da altare al produzione ormai famosa dell'autore che comincia ad esportare in tutto il mondo le sue storie. Nella bibliografia di Cussler, si possono effettivamente mettere dei paletti ben definiti con i suoi tre libri che hanno sancito il suo successo e uno di questi è proprio “Tesoro” – per la fama che ne seguirà – l'altro è “Enigma” e l'ultimo paletto “Recuperate il Titanic” .
Anche qui vale sempre lo stesso discorso: lettura puramente di divertimento per passare qualche ora sprofondati sul divano o sulla poltrona e non pensare a nient'altro se non al divertimento delle avventure marinare dei due protagonisti.
Settantadue giorni è il romanzo che narra delle vicende avvenute in seguito al disastro aereo avvenuto il 13 ottobre 1972 quando il volo 571 della Fuerza Aérea Uruguaya si schiantò sulle montagne delle Ande, raccontato dal sopravvisuto Nando Parrado, ex rugbista a 15 uruguaiano, uno dei sedici uruguaiani sopravvissuti. L'eroica impresa di Parrado e Canessa è famosa anche per il film che ne è stato tratto, Parrado infatti collaborò molto nella realizzazione di “Alive - Sopravvissuti” del 1993, regia di Frank Marshall, dove è stato interpretato da Ethan Hawke.
Il 13 ottobre 1972 il volo 571 della Fuerza Aérea Uruguaya si schiantò sulle montagne delle Ande. Il volo trasportava l'intera squadra di rugby Old Christians Club con i rispettivi allenatori, parenti e amici diretti a Santiago per disputare alcuni match amichevoli con squadre cilene. Dopo aver perso sua madre nello schianto e sua sorella Susana dopo alcuni giorni, e aver trascorso due mesi intrappolato sulle montagne con gli altri sopravvissuti allo schianto, Parrado, insieme a Roberto Canessa, decise di scalare le cime delle Ande alla ricerca di aiuto. L'eroico viaggio durò ben dieci giorni, quando i due superstiti, ormai stremati, incontrarono il mandriano Sergio Catalan.
Parrado è stato più spesso definito come il prescelto, incaricato di portare in salvo i superstiti. La notte dopo la caduta dell'aereo, infatti, egli trascorse la notte privo di sensi assieme ai cadaveri, poiché tutti pensarono che fosse morto. L'ottavo giorno, inoltre, in seguito ad una valanga che uccise gran parte dei superstiti, riuscì a sopravvivere nonostante avesse trascorso diversi minuti sotto la neve gelata.
Esiste un altro famoso libro che racconta questa vicenda dello scrittore inglese Piers Paul Read, “Tabù” che descrive con precisione fino nei più macabri dettagli l'incidente, le ricerche dei parenti, la lotta per la sopravvivenza, ma la cronaca è fredda e asettica. Parrado racconta invece i sentimenti che legavano i ragazzi, prima e dopo la catastrofe: la vita antecedente, che aveva gettato le basi per una solida amicizia, l'amore per i familiari, quelli deceduti nello schianto e quelli rimasti lontani ad aspettare, la solidarietà, la paura, lo sconforto, il freddo, la fame, la tragica decisione di cibarsi dei cadaveri. Alcuni confidavano nell'aiuto divino o dei soccorritori, mentre altri, più realisti, contavano solo sulle proprie forze.
E' una storia straordinaria di sopravvivenza, per quanto mi riguarda forse infarcita un po' troppo di valori religiosi a me lontani e in alcuni punti sembra esaltare inverosimilmente tutti i personaggi (sebbene nell'altro libro “Tabù” alcuni di questi hanno un ruolo più realisticamente negativo), ho trovato le parti del libro che raccontano gli avvenimenti legati alla sopravvivenza pura davvero avvincenti e incredibili seppur veri, meno le parti di riflessioni esistenziali e tutto il seguito della vicenda una volta conclusa, con le varie vite vissute dai sopravvissuti, davvero un po' lente e noiose.
Sicuramente un libro da leggere per capire come l'uomo riesce davvero ad adattarsi in qualsiasi situazione, come sia legato alla propria vita e com'è forte lo spirito di sopravvivenza in ognuno di noi. Da segnalare la sconvolgente bellezza, seppure ostile, della natura Andina... l'autore ne esalta comunque la grandiosità anche nei momenti più bui, questo dovrebbe far riflettere ognuno di noi su quanto sia prezioso il mondo in cui viviamo.