Los Alamos, in originale “Stallion Gate, è un romanzo di spionaggio dell'autore americano Martin Cruz Smith, edito nel 1986. L'autore è famoso per la sua serie di romanzi con protagonista Arkady Renko, capo della Polizia Criminale di Mosca e figlio di un famoso generale dell'Armata Rossa, tanto disilluso dal regime brezneviano quanto poco attratto dall'Occidente. Vero erede di Marlowe dallo sguardo cinico e acuto, Renko si muove in un'Unione Sovietica prossima al disfacimento, mostrando il volto oscuro di Mosca.
La trama di questo romanzo è la seguente: in una tempesta di sabbia nel New Mexico, quattro uomini attraversano un recinto di filo spinato per selezionare il sito di prova per la prima arma atomicablizzard, four men cross a barbed-wire fence at Stallion Gate to select a test site for the first atomic weapon. Essi erano: Oppenheimer, il fisico; Groves, il generale; Fuchs, la spia. Il quarto uomo è il sergente Joe Pena, un eroe, informatore, combattente, musicista, indiano. Questi quattro uomini e un cast di soldati, teppisti e gli scienziati, cambieranno per sempre la storia dell'umanità.
E' la storia romanzata del progetto Manhattam, quello che portò alla costruzione della prima bomba atomica e si svolge nel Nex Maxico tra scienziati, militari e indigeni cacciati dalle loro terre. Solitamente mi piacciono questi scenari da armageddon nucleare, con un bel po' di intrighi e vicende losche sotto e pensavo che l'autore di Gorky Park ci avesse tirato fuori un romanzo grandioso, ma sebbene l'intreccio è da spy story ho trovato il libro deludente, piatto. Praticamente non succede niente, anche se il finale è scritto davvero bene e sorprende nel dovuto.
Rimandato a settembre.
Siddharta, in originale “Siddhartha” è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse edito nel 1922, ma pubblicato solo nel 1945 in Italia. Considerato dallo stesso Hesse come un “poema indiano”, il romanzo presenta un registro molto originale che unisce lirica ed epica, ma anche narrazione e meditazione, elevazione e sensualità, e che lo rende tuttora affascinante. Il romanzo è ispirato liberamente alla vicenda biografica del Buddha, anche se il Siddharta protagonista non è il Buddha storico, il quale compare nel libro come personaggio secondario sotto il nome di Gotama, ma un personaggio di fantasia che rappresenta uno dei tanti Buddha potenziali.
Sicuramente è un romanzo di formazione. Le vicende si svolgono in India, l'autore però non si sofferma sulla descrizione dei luoghi, e non si sa nulla di Siddharta, tranne il fatto che è figlio di un brahmino. Le dottrine che fanno da sfondo al romanzo (oltre al pensiero di Schopenhauer e a quello di Henri Bergson) sono l'induismo e il buddhismo.
Il successo del libro arrivò un ventennio dopo la pubblicazione e sulla scia del Premio Nobel conferito ad Hesse nel 1946, e fu frutto soprattutto dei giovani che fecero della figura di Siddharta un compendio dell'inquietudine adolescenziale; il libro ebbe poi un periodo di rinnovato successo anche nel corso degli anni sessanta e settanta, alimentato anche dall'interesse che una parte del mondo giovanile e artistico dell'epoca aveva per la cultura orientale e indiana in particolare.
Il romanzo narra dell'avventura spirituale del giovane Siddharta, figlio insoddisfatto di un bramino, che decide di intraprendere una nuova via di conoscenza assieme a Giovinda, suo amico di vita. I ragazzi si metteranno così in cammino per raggiungere gli Samana, asceti che fanno della meditazione e delle privazioni il loro stile di vita. Ma questo non sarà sufficiente ed i due ragazzi riprenderanno, dopo alcuni anni, il loro viaggio nel mondo, alla ricerca della saggezza e dell'illuminazione.
Lo stile dell'autore è molto complicato. Il linguaggio rispecchia la difficoltà e la complessità del tema espresso. Il messaggio che ne deriva è molto profondo: ognuno per trovare la felivcità deve dapprima conoscere se stesso ed è lì che troverà tutte le risposte alle domande che si pone o saprà perlomeno dove andare a cercarle. Un altro messaggio che Hesse vuole trasmettere da questo libro è che bisogna ricavare il massimo dalla vita apprezzando ciò che ci circonda e sfruttando al massimo le proprie capacità e il proprio potenziale, infatti secondo l'autore solo i deboli d'animo si appoggiano alle dottrine che danno sicurezza... ma la saggezza non si può trasmettere attraverso le conoscenze ma ognuno deve maturarla dentro di sé.
Il libro è un classico che va sicuramente letto, un unico appunto che posso fare personalmente è che lo stile e la sintassi sono frutto di una ricercatezza estrema che lo portano ad essere molto complicato e in un romanzo nel quale la speculazione filosofica è il fulcro della trama, avrei apprezzato un linguaggio più essenziale. Probabilmente in questo gioca anche il fattore scrittura: il romanzo è stato scritto in tedesco nel 1922 e tradotto nel 1945, dunque una certa difficoltà di comprensione bisogna metterla in conto.
Probabilmente per apprezzarlo come si deve dovevo affrontarne la lettura nel periodo adolescenziale in quanto lo considero un tipico romanzo di formazione, letto ormai da adulto ha perso una parte importante di quello che poteva trasmettermi.
Non si può cercare di recensire questo libro di Asimov, senza enunciare ciò che sta alla base di queste storie e cioè le ormai universalmente note “Tre leggi della robotica” alle quali obbediscono tutti i robot che compaiono nei suoi racconti (e in molti racconti di altri autori):
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
In questa raccolta di racconti (e nel primo “Io, Robot”) Asimov rappresenta una galleria di straordinari esseri meccanici, contornati da altrettanto vividi caratteri umani. Nessun scrittore o autore cinematografico, può tentare di rendere vivo un robot senza avere nella testa quello che è diventata una sapienza universale e cioè le tre leggi.
Dunque secondo, straordinario, capitolo del Ciclo dei Robot. Se nel primo libro il maestro Asimov introduce i robot nella loro presentandoli quasi in una veste primitiva, in questo sono così evoluti da renderli quasi indistinguibili dagli esseri umani.
I racconti sono nove, tutti di ottima ed eccelsa qualità (può essere diversamente quando si parla di Asimov?), con spunti e idee sempre originali, al limite della genialità assoluta; la raccolta è divisa in tre sezioni: “L'avvento dei Robot”, due racconti, “Le leggi della robotica”, altri due e “Susan Calvin”, cinque racconti. Il personaggio di Susan Calvin, è probabilmente il meglio riuscito del ciclo dei robt asimoviano.
Un'opera memorabile che affascina, commuove e diverte (perchè conditi dal geniale e proverbiale umorismo dell'autore), avvince il lettore dal primo all'ultimo racconto. Oltre alle storie in se stesse, ciò che rende unico questo libro e tutto il mondo Asimoviano è la perfetta analisi sociologica che Asimov intreccia nei suoi libri, le riflessioni che ne seguono sono, come capita solo nelle migliori letture, non solo stimolanti, ma hanno il potere di insegnare divertendo.
Se vogliamo indicare le storie più affascinanti, di sicuro dobbiamo citare: “Esseri superiori”, “La vita di un uomo” e “uniamoci”.
Imperdibile.
Lumen, in originale “Lumen” è un romanzo della scrittrice italo-americana Ben Pastor, edito nel 1999 e in Italia nel 2001. E' il primo libro del ciclo dedicato al personaggio ricorrente di Martin Bora, ufficiale dell'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale. Sullo sfondo dell'occupazione nazista della Polonia narra un'indagine per omicidio condotta dal maggiore Bora con l'aiuto di padre Malecki, sacerdote americano di origine polacca. Lumen è un sostantivo latino che come ricorda la stessa autrice significa luce, lume. Nel corso della narrazione il protagonista, impegnato con la sua indagine a “fare luce” sulla strana morte di una suora in odore di santità, si interroga a lungo sui significati reali e metaforici del termine.
La trama del romanzo: la vicenda narrata si estende dal 13 ottobre del 1939 al 15 gennaio del 1940 a Cracovia. L'esercito tedesco ha invaso la Polonia, considerata come Stato germanico da reintegrare nel Reich: è iniziata la Seconda guerra mondiale. Fra le truppe di occupazione presenti in città c'è il giovane Martin Bora, promosso da pochi mesi al grado di capitano; i doveri militari che pesano su Bora sono molteplici, tuttavia, al seguito del suo superiore, il colonnello Hofer, il capitano ha modo di visitare anche il convento cittadino di Nostra Signora delle Sette Pene. La badessa, Madre Kazimierza, donna austera interamente dedita alla meditazione e alla preghiera, gode fama di santità e il colonnello Hofer, afflitto dalla malferma salute del figlioletto, ha iniziato a frequentare il convento, nella speranza che la santa suora riesca a salvare la vita del piccolo. Un giorno, arrivati al convento, i due scoprono che Madre Kazimierza è stata uccisa: un colpo di pistola l'ha raggiunta mentre da sola pregava nel chiostro. Hofer rimane sconvolto dall'accaduto e Bora, che tra i superiori si è conquistato la fama di utile investigatore, viene incaricato di svolgere indagini rapide e discrete su quell'omicidio da cui potrebbero derivare numerosi problemi.
Praticamente potrei comperare qualsiasi tipo di romanzo ambientato durante la seconda guerra mondiale e mi piacerebbe, ormai sono arrivato a questa conclusione. Nella quarta di copertina è scritto che questa storia è un giallo; essendo che ho letto parecchi gialli, direi che non lo è affatto, manca praticamente di suspense ed è infarcito di dettagli, descrizioni, personaggi e fatti non inerenti al racconto poliziesco. Diciamo invece che è un eccellente romanzo storico ben scritto e molto ben documentato con un personaggio principale che affascina molto, infatti la parte psicologica legata a Bora è completa e magistralmente raccontata. E' una scrittura ricchissima di metafore, sottili e geniali a volte.
E' stata veramente una bella sorpresa, la narrazione molto vasta, intelligente e approfondita, qui non c'è azione fine a se stessa e ripeto di giallo praticamente non c'è nulla. Ma se amate i romanzi storici ben documentati, avete trovato pane per i vostri denti.
Circolo Matarese: conto alla rovescia, in originale “The Matarese Countdown” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1997. E' il sequel de “Il circolo Matarese”.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: come la mitica fenice, il Circolo Materese stanno rinascendo dalle ceneri e stanno riguadagnando la loro antica potenza. Il nuovo leader del Matarese è una figura enigmatica di nome Jan van der Meer Matareisen: secondo lui l'unico nipote legittimo del barone Guillaume de Matarese, il fondatore del gruppo Matarese. Con l'aiuto di un'altra figura oscura nota come Julian Guiderone alias “figlio del pastorello,” che sembra essere sopravvissuto agli eventi narrati ne il “Circolo Matarese” quasi venti anni fa, pianificano un nuovo e diabolico complotto per far precipitare il mondo civilizzato nel caos totale. Solo un uomo come Brandon Scofield alias Beowulf li può fermare, anche se ormai si è ritirato da quasi venti anni. Brandon Scofield tornerà ancora una volta in campo insieme ad un altro uomo della CIA, Cameron Pryce, ma questa volta il nemico è più pericoloso.
Come da tradizione: spionaggio, intrighi internazionali, finanza, economia, politica mondiale e corruzione. Colpi di scena e tradimenti, un po' di humour e di sentimenti. Non manca niente.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Possa la tua Spada non spezzarsi mai.Possa la tua armatura non arrugginire.Possano le Tre Lune guidare la tua Magia.Possano le tue Preghiere essere ascoltate.Possa la tua Barba crescere lunga e folta.Possa l'Impresa della tua Vita non esploderti mai sul viso.Possa il tuo Zaino cantare sempre.Possa la tua Terra Natale essere prospera.Possano i Draghi volare sempre nei tuoi Sogni.
I draghi dell'estate di fuoco, in originale “Dragons of Summer Flame” scritto da Margaret Weis e Tracy Hickman e pubblicato dalla TSR nel 1995, è un romanzo fantasy della saga di Dragonlance. Anche se, in molte diciture, esso si può trovare affiancato agli altri tre libri delle Cronache di Dragonlance (I draghi del crepuscolo d'autunno, I draghi della notte d'inverno, I draghi dell'alba di primavera), come se fosse un capitolo conclusivo della vicenda, questa approssimazione è cronologicamente sbagliata: le vicende narrate in quest'opera, infatti, sono narrativamente slegate dalla guerra delle lance di cui si racconta negli altri tre libri, ai quali essa è affiancata solo per la somiglianza del titolo.
La trama del romanzo: ambientato circa una ventina d'anni dopo le avventure narrate nelle Leggende, il racconto si snoda attorno ai figli degli Eroi delle Lance, che abbiamo già incontrato ne La seconda generazione. È passato infatti troppo tempo dalla vecchia guerra, e i compagni a cui eravamo abituati sono ormai stanchi e attempati: di loro ci è concesso incontrare soltanto Tanis, Caramon e Tika... oltre, naturalmente, all'immancabile Tasslehoff! E, a sorpresa, anche il vecchio Raistlin ritorna dall'Abisso per dare il suo contributo alla guerra che si sta preparando. I signori dei draghi, infatti, sono tornati al potere ed hanno imparato dai propri errori. Quest'ultimo libro ci presenta due guerre parallele, dove una semplice battaglia tra due schieramenti per la conquista di Ansalon si trasforma in un conflitto di proporzioni immani, che vede uomini e dèi uniti contro il comune nemico, il Chaos. Nella preparazione al conflitto, seguiremo nel loro cammino i nuovi personaggi ed impareremo a conoscerli a fondo. Conosceremo Palin, il giovane mago figlio di Caramon, così simile allo zio che non ha mai conosciuto. Conosceremo Steel, servo della Regina delle Tenebre, lacerato dal perenne conflitto fra l'onore del padre e la malvagità della madre. Conosceremo Usha, la ragazzina umana allevata dagli Irda, dotata di strani occhi dalle pupille dorate.
Seguito al primo romanzo dove si presentavano i nuovi eroi figli dei passati, non cambia di molto la solfa e il mio parere: dopo grandi appassionati libri fantasy con personaggi davvero indimenticabili come Tanis, Raistlin, Tasslehof (per citarne solo qualcuno), è veramente dura fare un'altra serie decente, soprattutto se provi a creare una seconda generazione di eroi, che invece di risultare interessanti alla fine risultano soltanto parecchio irritanti, nella loro mediocrità.
Credo che la saga di Dragonlance meriterebbe un'altra fine, o forse sarebbe stato meglio lasciarla finire nel silenzio e lascio tre stelle solo perchè mi hanno regalato così tante emozioni nelle indimenticabili Cronache e Leggende, che non posso fare altrimenti.
Il volo del calabrone, in originale “Hornet Flight” è un romanzo del 2002 di Ken Follett incentrato sulla resistenza danese all'occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale, e pubblicato in Italia nel 2003 dalla Mondadori. Alcuni dei libri di Follett hanno raggiunto la prima posizione del New York Times, tra cui “Triplo”, “Il Codice Rebecca”, “Un letto di leoni”... Due dei suoi romanzi, “I pilastri della terra” e “La cruna dell'ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia, dopo autori come Ian Fleming e Agatha Christie.
La trama del romanzo si può così riassumere: siamo alla fine del giugno 1941, il Regno Unito lotta da solo contro la Germania nazista sul fronte occidentale. In Oriente, l'esercito russo viene colpito da tutta la forza dell'Operazione Barbarossa. Per mostrare la solidarietà tra l'improbabile alleanza capitalista-comunista, Winston Churchill e Bomber Command programmato un massiccio bombardamento aereo dei territori tedeschi. Nel frattempo, lo scolaro danese Harald Olufsen di diciotto anni cresce sempre più insoddisfatto della cooperazione del suo paese con gli invasori tedeschi. Il suo risentimento verso la Wehrmacht lo porta a scoprire la verità su un'installazione militare nascosta, una verità nota solo a pochi eletti nell'organizzazione nazista. L'esecuzione da parte delle autorità tedesche di un vecchio nemico di famiglia, lo farà decidere per aggiungere la Gran Bretagna. Ma per farlo in tempo per salvare i bombardieri, Harald ha una sola opzione: il volo.
Non credo che questa sia l'opera migliore di Follett, anzi ne è ben lontano, ma comunque è piacevole. Deve averla scritta in un momento molto romantico della sua vita perchè le righe sono molto edulcorate, lo stile è diverso dai romanzi soliti. A volte come una nuvola di passaggio si ritrova il Ken che ho conosciuto in tutti i suoi libri, che ti fa coinvolge nell'azione e tramite le sue vivide ricostruzioni ti catapulta al centro della battaglie.
La trama è buona e forse poteva essere sviluppata meglio, in alcuni punti è poco realistico e il finale
è scontato e un po' troppo fantasioso; certo un buon libro con ottime descrizioni ma lontano dai colpi di genio avuti in altri romanzi, i protagonisti hanno poco spessore, per essere scaturiti dalla penna di Follett e sicuramente la narrazione non ha la complessità dei primi libri.
Insomma non mi ha coinvolto e nemmeno convinto come gli altri, sebbene mi piacciono da matti i libri con l'ambientazione della seconda guerra mondiale.
Notte sul mondo, in originale “G-Bomb”, è un romanzo di fantascienza dell'autore Vargo Statten. In realtà questo è uno pseudonimo di John Francis Russell Fearn, scrittore molto prolifico che pubblicò romanzi anche con vari pseudonimi. Vargo Statten è lo pseudonimo più famoso di Fearn che lo usò, dopo un ventennio di attività sui mercati americani, a partire dal 1950 e fino al 1956 per scrivere per l'editore Scion Ltd. di Londra. Con questo stratagemma Statten rieditò moltissime trame americane scritte e pubblicate da Fearn adattandole ai gusti ed alle esigenze del mercato inglese. I romanzi riscossero un gran successo, vennero tradotti in molte lingue tra cui l'italiano. Quando i romanzi di Vargo Statten furono pubblicati si scatenò una sorta di caccia al vero scrittore originale, perché la casa editrice Scion pubblicava mensilmente un romanzo di ottima qualità, produzione impossibile per qualsiasi prolifico scrittore. In realtà Fearn, oltre a Statten, usò moltissimi pseudonimi che ancora negli anni ottanta venivano scoperti da Philip Harbottle, il maggiore studioso delle opere dello scrittore.
La trama del romanzo: misteriose influenze cosmiche condizionano, da anni, i destini della Terra... perché nel sottosuolo del rosso pianeta Marte, ignoti e insospettabili ai nostri strumenti di osservazione, esseri intelligenti giunti a un elevatissimo grado di cognizioni scientifiche tentano di costringere il genere umano a distruggersi in una serie di guerre, allo scopo d'impadronirsi del nostro pianeta, ed evitare così l'estinzione sul rosso pianeta morente. Gli scienziati di Marte concepiscono un piano mostruoso... attraverso una serie di impulsi mentali, trasmettono a un oscuro scienziato terrestre, Jonas Glebe, l'idea di un'invenzione rivoluzionaria e paurosa... la bomba G, una bomba che applica un nuovo e rivoluzionario concetto di forza gravitazionale, e può diventare lo strumento per conquistare il mondo. Per ottenere lo scopo, i marziani hanno bisogno di un altro uomo... Rutter, il miliardario inglese che ha fondato un impero commerciale, e segretamente organizza le fila di un piano teso alla dominazione del mondo. Ma il piano presenta un punto debole... perché immani catasfrofi si scateneranno sul nostro pianeta, a causa dell'accendersi improvviso di una nuova guerra mondiale, una guerra che sconvolgerà l'ecologia del globo, dando inizio a un nuovo diluvio...
Mi ricordo che il romanzo mi piacque abbastanza perchè il genere apocalittico mi ha sempre incuriosito e affascinato, lo stile è secco ed essenziale: una tipica fantascienza apocalittica e di sopravvivenza. Appartiene al genere catastrofico; situato in una realtà tecnologica assai prossima a quella che esisteva dopo la fine della prima guerra mondiale,risente delle sensazioni dell'invasione nazista dell'Europa, dei bombardamenti su Londra, del complotto continentale contro l'Inghilterra.
La direttiva, in originale “The Janson Directive” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 2002. Sembra confermato che se ne farà un film. A confermare il via libera al progetto è stato Dwayne Johnson, primo nome ad entrare nel cast del film che verrà adattato per il grande schermo da Akiva Goldsman (Angeli & Demoni).
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: Janson, un ex agente del servizio segreto statunitense delle operazioni consolari si trova, suo malgrado, invischiato nel salvataggio di un importante magnate e uomo politico. Dopo la prima missione gli eventi precipiteranno fino a che si troverà contro i più alti apparati delle forze americane, in un susseguirsi di colpi di scena fino alla scoperta di un grosso complotto.
Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Anche il soggetto della trama è intrigante e mozzafiato come sempre. Sicuramente non posso dire che sia il libro migliore dell'autore, ma il romanzo si gusta appassionatamente. La parte finale è un capolavoro per intensità e suspense, con ovviamente risvolti imprevedibili. La scena dei cecchini che si studiano è davvero ben resa.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspense. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Il bersaglio, in originale “The Marching Season”, è un libro di spionaggio dello scrittore americano Daniel Silva, edito nel 1999. E' autore di 18 di thriller e di romanzi spionaggio. E' il secondo libro della serie con protagonista Michael Osbourne, agente della Cia. Il romanzo, “Il disertore”, si è collocato al primo posto nella lista dei bestseller del New York Times. Nel 2006 ha ricevuto il Premio Barry per il miglior thriller con “Terrore in Vaticano”.
La trama del romanzo: l'ex agente Michael Osbourne è reclutato ancora una volta dalla CIA quando Douglas Cannon, il nuovo ambasciatore presso la Corte di San Giacomo, viene inviato nel Regno Unito per promuovere il processo di pace tra i protestanti e i cattolici dell'Irlanda del Nord, che è stato messo in pericolo da tre sanguinosi tentativi di farli deragliare. Michael dovrà così tornare ad affrontare ancora una volta lo sfuggente e letale assassino, ex agente del KGB assassino con il quale ha ancora un conto da chiudere.
Il romanzo è elettrizzante e possiamo trovare tutte quelle che sono le colonne portanti del genere spionistico: Michael Osbourne comincia una partita su più fronti, il cui risultato determinerà la sorte di Cannon e il futuro dell'Irlanda. Ma Osbourne è solo una pedina: il gioco è in realtà controllato dalla Società, una struttura segreta che usa il suo potere e la sua influenza per alimentare a proprio vantaggio conflitti in ogni parte del mondo.
Lo pongo un gradino sotto il primo romanzo dell'autore “La spia improbabile”, non tanto per la storia, ma per l'ambientazione che mi era piaciuta di più: MI5 e MI6 contro Abwehr e SS, “La spia improbabile” diventa subito una sorta di classico del genere: siamo infatti nel 1944, gli alleati preparano lo sbarco in Normandia e l'M15 è impegnato a confondere il nemico quando scopre che i servizi segreti nazisti hanno riattivato una loro spia. Tipica ambientazione che io adoro.
Daniel Silva, poco conosciuto nel nostro paese è uno dei migliori autori di spy-story contemporaneo. Vivamente consigliato agli amanti del genere. Spero che le nostre case editrici si affrettino a pubblicare tutti gli altri suoi libri già usciti in altri mercati internazionali.
Luna bugiarda, in originale “Liar Moon” è un romanzo della scrittrice italo-americana Ben Pastor, edito nel 2001 e in Italia nel 2002. E' il secondo libro del ciclo dedicato al personaggio ricorrente di Martin Bora, ufficiale dell'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale. Sullo sfondo dell'occupazione nazista dell'Italia settentrionale successiva all'8 settembre 1943, narra un'indagine per omicidio condotta dal maggiore Bora con l'aiuto dell'ispettore di polizia Sandro Guidi. Il titolo italiano del romanzo traduce letteralmente l'originale inglese (Liar Moon): entrambi rimandano alla corrispondente locuzione latina Luna mendax, citata anche nel frontespizio del volume.
La spiegazione della frase, parzialmente legata all'andamento della vicenda narrata (un'indagine in cui le cose sono molto diverse da come appaiono).
Il personaggio principale della serie è Martin Bora, maggiore dell'esercito tedesco, nato a Edimburgo nel 1913 da un'aristocratica famiglia originaria di Lipsia, ha ascendenze scozzesi per parte di madre. Il suo defunto padre, Friedrich von Bora, era un famoso direttore d'orchestra che gli ha trasmesso la passione per la musica. Il suo patrigno è un generale dell'esercito, la cui prima moglie ha spesso ospitato Martin a Roma, crescendolo nell'amore e nel rispetto per la tradizione culturale italiana. Martin pertanto non è solo un soldato ed un aristocratico, ma anche un uomo colto che ha studiato filosofia e che ha fatto infinite letture. Cattolico, dotato di un grande senso dell'onore e della dignità personale, è spesso in disaccordo con le direttive ricevute.
L'autrice ha dichiarato che Martin Bora è parzialmente modellato sul colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, uno degli ufficiali ribelli che parteciparono al fallito attentato contro Hitler del 20 luglio 1944.
La trama del romanzo in sintesi: siamo in veneto nel 1943. Reduce dall'inferno della Russia, il maggiore della Wehrmacht Martin Bora si trova distaccato a Lago, nei pressi di Verona. Un presidio di retroguardia, ancora lontano dalla linea del fronte. Eppure, proprio qui, all'indomani dell'8 settembre, l'ufficiale tedesco riceve il “cortese invito” di occuparsi della morte per omicidio del più illustre gerarca fascista della regione: un crimine bizzarro e scandaloso, che minaccia di infangare l'immagine pubblica del Regime. Investigatore brillante ma in crisi con la propria moglie e con se stesso, Bora accetta a malincuore l'incarico. Ad affiancarlo in un'indagine che si annuncia intricata come una ragnatela ed esplosiva come un campo minato, è l'ispettore Sandro Guidi, a sua volta alle prese con un assassino seriale che sta insanguinando i dintorni. Dovranno scoprire se esiste un collegamento tra i due casi e per quali motivi le autorità fasciste fanno di tutto per ostacolare le indagini di Bora. Sullo sfondo infuria la lotta partigiana e si consuma il dramma dell'Olocausto.
Nel secondo libro della Pastor, rispetto al primo, si esalta di più la parte di “giallo”, rimane comunque un noir d'ambiente, con una predilezione alla cura nella descrizione degli ambienti piuttosto che alle note tipiche dei romanzi thriller; rimane comunque la scrittura fluida ed elegante che rende particolarmente piacevole la sua lettura. Sembra che questa seconda avventura di Martin Bora non solo conferma, ma esalta la capacità di Ben Pastor di descrivere in modo eccellente gli ambienti, i fatti e i personaggi dei suoi romanzi.
Rimane sempre un piacere per chi ama i romanzi storici ben documentati affrontare la lettura di questa scrittrice, ovviamente se cercate un libro thriller puro vi consiglio di rivolgervi altrove.
Il Circolo Matarese, in originale “The Matarese Circle” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1979. Le vicende di questo libro vengono riprese in “Circolo Matarese: conto alla rovescia” sempre dell'autore. Nel 2008 la Metro-Goldwyn-Mayer comprarono i diritti cinematografici del libro con l'intenzione di trarne una trasposizione per il grande schermo. Alla regia dovrebbe esserci David Cronenberg e come protagonisti sono stati contattati Denzel Washington e Tom Cruise.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: gli agenti Scofield e Taleniekov indagano con molte difficoltà e ostacolati da poteri oscuri su una società segreta conosciuta come “Matarese”. La società possiede importanti contatti e infiltrati in ogni alto rango della comunità internazionale ed è in procinto di mettere in atto una cospirazione su scala globale per il dominio del mondo. I due agenti si mettono di comune accordo per sventare insieme la minaccia, ma quando Taleniekov e Antonia, una giovane còrsa vicina sentimentalmente a Scofield, vengono rapiti dai membri della Matarese, l'agente britannico si ritroverà solo nella lotta al complotto.
Ho recuperato questo libro quando praticamente avevo già letto tutta l'intera produzione dell'autore e dunque letto a posteriori, questo dovrebbe essere il uso primo libro, mi è sembrato decisamente inferiore agli altri anche se da alcune parti non si riusciva a staccarsi e si ha un primo abbozzo di quei meravigliosi complotti che scriverà poi nell'arco della sua carriera. Un esempio è proprio questo, l'idea di una grande associazione che finanzia il terrorismo mondiale.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Ghiaccio nero, in originale “The Black Ice”, è un romanzo poliziesco dello scrittore statunitense Michael Connelly, pubblicato nel 1993, il secondo di una lunga serie avente come protagonista il detective Harry Bosch. Anche questo libro può essere considerato un police procedural atipico, in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle indagini di altri poliziotti.
Secondo libro della serie con il protagonista detective Harry Bosch che è un personaggio creato da Michael Connelly, comparso per la prima volta nel romanzo del 1992, “La memoria del topo”. È il protagonista di una serie di romanzi, attualmente 15, che sono ambientati nello stesso anno della pubblicazione.
È abbastanza noto tra i suoi colleghi, ha un passato da veterano nel Vietnam e lavora come detective della omicidi alla polizia di Los Angeles. Il suo nome completo gli è stato dato dalla madre in onore dell'omonimo pittore del XV secolo.
Ghiaccio nero è una droga prodotta dai Messicani i quali copiano il procedimento degli Hawaiani che uniscono altre droghe più famose tra loro creando il vetro. Visto che la qualità dell'eroina messicana è più scadente e raschiano anche il fondo bruciato delle pentole il risultato è più scuro rispetto al prodotto Hawaiano e per questo lo chiamano Ghiaccio nero.
La trama del romanzo si può riassumere in queste righe: siamo a Los Angeles, il giorno di Natale. Dopo alcuni giorni di assenza e di ricerche da parte dei colleghi della polizia, in uno squallido motel di Hollywood viene trovato il corpo di Cal Moore, un detective della squadra anti-narcotici. All'apparenza l'uomo, che si era da poco tempo separato dalla moglie, si è suicidato con una doppietta, lasciando un enigmatico biglietto di addio: «Ho scoperto chi ero». Harry Bosch, detective della squadra omicidi della divisione Hollywood, è di turno ed a casa sta ascoltando i messaggi radio sulle frequenze della polizia. Quando giunge la notizia del ritrovamento del corpo di Moore, Bosch non viene chiamato, benché il fatto sia avvenuto in una zona di competenza della divisione Hollywood.
Come il primo libro della serie è un buon poliziesco d'atmosfera, dolente e sporco; sembra quasi di essere a Los Angeles, non quella patinata degli studi di Hollywood, ma quella triste e perduta come le note dolenti di un vecchio disco jazz. Connelly in questo secondo romanzo di Bosch si conferma come un grande scrittore, forse l'unico appunto che si può muovere è che la prima parte della storia è forse un po' troppo lenta, ma si è ripagati dal crescendo da metà narrazione in avanti.
Ottima la scrittura, la definizione dei personaggi e la trama, avvincente, con un buon ritmo e con alcuni colpi di scena, non sempre prevedibili e sicuramente il personaggio di Bosch è uno dei più azzeccati della storia del genere thriller.
Enigma, in originale “Enigma”, è un libro di spionaggio dello scrittore inglese Robert Harris, edito nel 1996, ambientato durante la Seconda guerra mondiale a Bletchley Park, Inghilterra. Da questo libro è stato tratto anche un film del 2001 del regista Michael Apted, prodotto da Mick Jagger ed ispirato al romanzo, con protagonisti Dougray Scott e Kate Winslet.
L'autore ha iniziato la sua carriera scrivendo saggi, ma la sua fama si basa sulle sue opere di narrativa storica. Cominciando con il best-seller “Fatherland” un romanzo ucronico, Harris si è concentrato sugli eventi che circondano la seconda guerra mondiale , seguito dalle opere ambientate nella Roma antica. I suoi lavori più recenti concernano la storia contemporanea.
La trama di questo romanzo in sintesi: nel febbraio del 1943 Tom Jericho, brillante matematico e criptoanalista inglese, ha un esaurimento nervoso a seguito dell'eccessivo stress mentale e fisico causatogli dal suo lavoro. Jericho lavora a Bletchley Park, in una base militare top-secret per decifrare i codici segreti utilizzati dall'esercito tedesco e che vengono ideati da una potente macchina, Enigma. Viene però richiamato urgentemente al lavoro dopo che i nazisti cambiano il codice Enigma e minacciano di attaccare un convoglio alleato in rotta verso l'Inghilterra che trasporta oltre diecimila persone. I suoi sforzi per cifrare i codici si affiancano a quelli per ritrovare la sua amata Claire, scomparsa poco dopo il suo ritorno al campo. Aiutato dalla coinquilina di Claire, riuscirà infine a sapere cosa è stato della ragazza ma solo dopo aver smascherato un traditore a Bletchley.
Il romanzo è un thriller con caratteristiche particolari, come altri best seller di Harris: la trama è ambientata in periodi di rilevanza storica e che scaturiscono da studi approfonditi dell'autore di certi eventi realmente accaduti come in questo caso i messaggi cifrati utilizzati nel periodo bellico dagli U-Boot nazisti.
Insieme a “Fatherland”, non solo questi sono i miei due libri preferiti di Harris, ma entrano nell'olimpo delle mie letture preferite di genere. Infatti come molti sanno esiste un lato di ogni guerra che non emerge allo scoperto, ma è sommerso proprio come gli U-Boot nazisti del romanzo. Una guerra nella guerra, che si consuma lontano dai campi di battaglia, dai colpi d'artiglieria, dai bombardamenti aerei, dagli eroi celebrati dalla storia: è la guerra delle informazioni e dei codici cifrati, delle spie e dell'intelligence.
Come in altri romanzi dell'autore, la trama è portata avanti con grande intelligenza e la sottile trama della storia serpeggia sul presupposto che niente è ciò che sembra. Anche qui da un luogo realmente esistito, una storia che è realmente accaduta, Harris elabora e romanza la guerra in maniera eccelsa. La tensione scorre lungo gran parte del racconto e s'impenna quando assistiamo alle battaglie atlantiche fra gli U-Boot nazisti e il convoglio delle navi cargo americane dirette in Inghilterra, descritte attraverso le intercettazioni captate a Bletchley Park.
Mi sono piaciute oltremodo anche tutte le parti che descrivono gli espedienti di decifrazione dei codici attraverso la matematica e i rudimenti della scienza informatica. Ma questo perchè sono sempre stato affascinato dai metodi di criptazione e decriptazione, posso capire (come ho letto nelle recensioni altrui) che proprio queste parti sono rimaste indigeste ai più.
Un romanzo di guerra e di spionaggio tra i più belli mai letti. Assolutamente affascinante la ricostruzione dettagliata, l'atmosfera generale densa di tensione drammatica, l'approfondimento psicologico. Miracolosa la capacità di Harris di far rivivere la claustrofobica angoscia in cui si trovava a vivere l'Inghilterra assediata dalla Germania nazista nei giorni più bui della seconda guerra mondiale. Appassionante la sfida intellettuale che costituisce il nocciolo dell'intera storia. Semplicemente magistrale.
Posso sicuramente dire che questo romanzo di guerra e di spionaggio è tra i più belli che ho letto. Assolutamente affascinante la ricostruzione dettagliata e l'atmosfera generale densa di tensione drammatica. Appassionante la sfida intellettuale che costituisce il nocciolo dell'intera storia.
Semplicemente magistrale.
Doppio inganno, in originale “The Bourne Supremacy” è un romanzo del 1986 dello scrittore statunitense Robert Ludlum. È il secondo titolo della fortunata trilogia con protagonista Jason Bourne, iniziata con “Un nome senza volto” e conclusa da “Il ritorno dello sciacallo”. Anche da questo best seller nel 2004 è stato tratto un film, “The Bourne Supremacy”, con Matt Damon, che però differisce notevolmente dal romanzo nonostante ne mantenga il titolo originale inglese. In particolare, nella pellicola è completamente assente la continua sfida tra Bourne e Carlos che è invece l'asse portante del romanzo.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
Ludlum ha scritto due romanzi successivi proseguendo la trama di questo libro: Doppio inganno e Il ritorno dello sciacallo. I tre romanzi formano la cosiddetta trilogia di Bourne. Dopo la morte di Ludlum, lo scrittore Eric Van Lustbader ha continuato la storia di Jason Bourne scrivendo “L'eredità di Bourne”, “La colpa di Bourne”, “La scelta di Bourne”, “Il rischio di Bourne” e “La preda di Bourne”.
Va anche segnalato che il romanzo di Ludlum “Il segreto di Ambler” ha una trama molto simile a “Un nome senza volto”. Il romanzo, lasciato incompiuto dall'autore, è stato completato e pubblicato postumo nel 2005.
La trama di questo romanzo: Jason Bourne si è ormai ripreso in gran parte dalla precedente amnesia ed è tornato anche in ottima forma fisica; seguito regolarmente dall'amico psichiatra Morris Panov, ora vive con Marie in una cittadina del Maine dove insegna orientalistica all'università con il suo vero nome, David Webb. Nel frattempo in Asia si sta negoziando il passaggio di Hong Kong dal Regno unito alla Repubblica Popolare Cinese, ma gli agenti diplomatici inglesi e americani sono allarmati dalla comparsa di un imitatore di Bourne, pagato da un alto funzionario cinese per eliminare i propri rivali politici. Temendo che la Cina possa addossare all'Occidente la responsabilità di quegli omicidi prendendoli a pretesto per scatenare pesanti reazioni militari, essi decidono di utilizzare Webb per catturare il nuovo killer. Consapevoli tuttavia di non poterne ottenere la collaborazione volontaria a causa della sua diffidenza e ostilità per il governo statunitense, rapiscono Marie fingendosi uomini di un potente tai-pan cinese e costringono così Webb a indossare di nuovo i panni di Bourne.
Lessi questo libro tanti e tanti anni fa, prima che questo primo volume tornò alla ribalta (e alla ristampa) per via dei film interpretati dal bravissimo Matt Damon. Il libro con il film (peraltro molto bello) ha a che fare come una formica con un elefante, ma in questo caso l'elefante lo fa il libro. Se il film è pieno di azione, il libro è adrenalinico, se il film ha alla base la cospirazione, il libro ne è così intriso da potervi far dubitare di tutto e tutti. Il personaggio è meraviglioso e delineato con maestria, soprattutto il profilo psicologico che nel libro ha molta più importanza che nel film. Jason Bourne era un'agente addestrato come una macchina da guerra all'interno di un ente governativo segretissimo con il compito di svolgere le missioni più pericolose; ora si ritrova senza memoria e dovrà ricostruire la sua vita passata... ovviamente a modo suo...
Bel libro di spionaggio, molto intrigante e a tratti molto cinico, con una trama assai complessa. Interessante l'ambientazione geo-politica, Hong-Kong, intorno a cui ruotavano gli interessi di USA, Cina e Inghilterra, prima del 1997. Purtroppo vanno segnalati i molti errori di stampa nell'edizione, in ogni caso se vi è piaciuta la pellicola e non avete mai letto questo romanzo, non fatevi scappare questa occasione.
Poesie d'amore, in originale “Liebesgedichte”, è una raccolta di poesia dello scrittore Hermann Hesse, pubblicata nel 1989.
Il volume raccoglie una scelta di versi ispirati all'amore composti in un arco di tempo che va dal 1895, quando Hesse aveva 18 anni, al 1920, quando lo scrittore era ormai una celebrità. Appare in queste poesie un eros di volta in volta pieno di audacia, slanci romantici, asserzioni naturalistiche e profondità mistiche. L'amore di Hermann Hesse poeta è un sentimento tutto teso tra il platonico e il sensuale, con un ritmo che va dall'innocenza primordiale a un'altra innocenza, conquistata attraverso la sofferenza, il dolore, la vita.
Bisogna dire che probabilmente le poesie non sono la parte migliore dell'opera di Hesse e che sinceramente non so come questo libro sia finito fra i miei scaffali, probabilmente è frutto della mia età adolescenziale dove gli scombussolamenti dei primi amori, portavano a fare acquisti di si fatta misura.
In ogni caso è un volume emozionante, dove viene preso in considerazione l'amore sotto tutti i suoi molteplici aspetti: si passa dall'amore platonico a quello più passionale e sensuale.
Ma in ogni caso:
Perchè ti amo, di notte son venuto da tecosì impetuoso e titubantee tu non me potrai più dimenticarel' anima tua son venuto a rubare.Ora lei è mia - del tutto mi appartienenel male e nel bene,dal mio impetuoso e ardito amarenessun angelo ti potrà salvare.
L'ultima verità, in originale “Trevayne” è un romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum e pubblicato nel 1973, scritto con lo pseudonimo di Jonathan Ryder. Una cusriosità: questo romanzo è l'unico romanzo Ludlum senza la parola “Il” nel titolo. Il libro è stato successivamente ristampato con il nome proprio di Ludlum. L'autore ha spiegato il motivo per il suo uso di uno pseudonimo dicendo che doveva pubblicare con il nome di Jonathan Ryder perchè la saggezza convenzionale del tempo era che un romanziere non poteva pubblicare più di un libro all'anno.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: la storia ruota attorno un magnate indipendente e testardo che accetta con riluttanza un appuntamento dal presidente degli Stati Uniti a capo di una sottocommissione per indagare sugli illeciti e la corruzione dilagante commesse da appaltatori e subappaltatori con il Pentagono. L'indagine, ovviamente, dissotterrerà rapidamente verità pericolose.
La domanda che ci si rivolge durante la lettura del libro è “chi sono i veri poteri che tracciano le trame degli Stati Uniti d'America?” Il protagonista di questo libro dovrà affrontare corruzione, mafia, politica, interessi economici e ideologici, per scoprirlo. Scritto sotto l'influenza dello scandalo Watergate, un romanzo avvincente e come sempre nella tradizione di Ludlum molto plausibile.
Ennesimo capolavoro del maestro dell'intrigo... Ludlum si conferma maestro di articolazione della trama, colpi di scena e dialoghi veloci e ben strutturati. Anche il soggetto della trama è intrigante e mozzafiato come sempre. A mio parere, uno dei migliori romanzi di Ludlum dopo la trilogia di Bourne. La parte finale è un capolavoro per intensità e suspense, con ovviamente risvolti imprevedibili.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspense. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.
Il ritorno dello sciacallo, in originale “The Bourne Ultimatum” è un romanzo del 1990 dello scrittore statunitense Robert Ludlum. E' il terzo titolo della serie della fortunata trilogia con protagonista Jason Bourne, iniziata con “Un nome senza volto” e conclusa da “Il ritorno dello sciacallo”. Anche da questo best seller nel 2007 è stato tratto un film, “The Bourne Ultimatum”, con Matt Damon, che però differisce notevolmente dal romanzo nonostante ne mantenga il titolo originale inglese. Il sottotitolo italiano “Il ritorno dello sciacallo” fa riferimento (erroneamente) al filone seguito dalla trilogia letteraria della saga di Jason Bourne: lo sciacallo è nei romanzi di Robert Ludlum il principale antagonista di Jason Bourne. Nel secondo volume però la storia si discosta dalle vicende dello sciacallo per poi tornare a trattarne nel terzo capitolo che per l'appunto, nella sua versione italiana, si intitola Il ritorno dello sciacallo.
Nel libro, la storia “civile” di David Webb è quella di un professore universitario esperto di culture orientali e di lingue; la storia “militare” di Webb è quella di un soldato reclutato dai servizi segreti in Vietnam, assumendo l'identità di Jason Bourne, un nome non inventato appartenente ad un nemico ucciso dallo stesso Webb durante la guerra. Nel film, la storia “civile” di David Webb non è ancora stata rivelata; la storia “militare” è quella di un capitano reclutato come volontario dai servizi segreti, al quale è stato fatto un addestramento sperimentale, mentre Jason Bourne è semplicemente un nome qualunque inventato dal suo addestratore.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
Ludlum ha scritto due romanzi successivi proseguendo la trama di questo libro: Doppio inganno e Il ritorno dello sciacallo. I tre romanzi formano la cosiddetta trilogia di Bourne. Dopo la morte di Ludlum, lo scrittore Eric Van Lustbader ha continuato la storia di Jason Bourne scrivendo “L'eredità di Bourne”, “La colpa di Bourne”, “La scelta di Bourne”, “Il rischio di Bourne” e “La preda di Bourne”.
La trama di questo romanzo: in un parco di divertimenti della periferia di Baltimora avviene, nella ressa della folla, un agghiacciante, assurdo, gratuito delitto. Un delitto che ha tuttavia una chiarissima “firma”. E' il passato che ritorna: l'inafferrabile primula rossa del terrorismo internazionale, il più abile, il più spietato dei killer, Carlos, detto “lo Sciacallo”, si riaffaccia sulla scena, mosso da un inestinguibile desiderio di vendetta personale. Ancora una volta si misurerà con il suo storico avversari, il tranquillo, mite professor Webb, esperto di lingue e culture orientali, che deve quindi assumere nuovamente la sua drammatica, seconda identità, quella di Jason Bourne (per la terza volta nei romanzi di Ludlum dopo “The Bourne identity” e “The Bourne Supremacy” ) , nome senza volto inventato molti anni addietro per un killer abile e spietato non meno del suo leggendario avversario.
Lessi questo libro tanti e tanti anni fa, prima che questo primo volume tornò alla ribalta (e alla ristampa) per via dei film interpretati dal bravissimo Matt Damon. Il libro con il film (peraltro molto bello) ha a che fare come una formica con un elefante, ma in questo caso l'elefante lo fa il libro. Se il film è pieno di azione, il libro è adrenalinico, se il film ha alla base la cospirazione, il libro ne è così intriso da potervi far dubitare di tutto e tutti. Il personaggio è meraviglioso e delineato con maestria, soprattutto il profilo psicologico che nel libro ha molta più importanza che nel film. Jason Bourne era un'agente addestrato come una macchina da guerra all'interno di un ente governativo segretissimo con il compito di svolgere le missioni più pericolose; ora si ritrova senza memoria e dovrà ricostruire la sua vita passata... ovviamente a modo suo...
Va detto che comunque della trilogia di Bourne, probabilmente questo è quello che convince meno, forse per le eccessive divagazioni psicologiche e per un ritmo meno incalzante. Un po' più complicati e meno convincenti i collegamenti tra le vecchie storie di Medusa e dello Sciacallo. In ogni caso non mancano tensione, e colpi di scena.
L'apprendista delle Fiandre, in originale “Niccolò Rising”, è un romanzo della scrittrice scozzese Dorothy Dunnett, edito nel 1986. E' il primo romanzo della serie di Niccolò, che consta di otto libri.
La Serie di Niccolò è una serie di otto romanzi storici di Dorothy Dunnett ambientati a metà del XV secolo, in pieno Rinascimento europeo. Il protagonista della serie è Nicholas de Fleury (Niccolò, Nicholas van der Poele, o Claes), un ragazzo di nascita povera ed incerta, che arriverà alla ricchezza grazie alle sue abilità nei mercati bancari europei e ad intrighi politici internazionali. Le ambientazioni di questa serie sono molto affascinanti e si estendono molto geograficamente per portare il lettore ad ammirare gli importanti centri urbani di Bruges, Venezia, Firenze, Ginevra e la Lega anseatica, la Borgogna, le Fiandre, la Polonia, l'Islanda; la penisola iberica e di Madera, le città del Mar Nero di Trebisonda e Caffa, la Persia e le isole mediterranee di Cipro e Rodi, l'Egitto e la penisola del Sinai, per finire con l'Africa occidentale e la città di Timbuktu.
Gli otto volumi della saga sono parte di ciò che l'autrice ha visto come un grande lavoro di quattordici volumi, che comprende i sei romanzi delle “Cronache di Laymond”. Quest'ultima è stata scritta prima della serie di Niccolò, ma avviene cronologicamente più tardi, raccontando la storia dei discendenti dei personaggi della prima serie, nel secolo successivo. Ci sono differenze significative nella approccio narrativo e lo stile di scrittura tra le serie, che riflette in parte il diverso cammino personale presa dal personaggio centrale in ciascun libro.
Il personaggio di Niccolò, o Claes, è un apprendista di diciotto anni sempre allegro, nativo di Dyer, di sfortunata nascita, è stato accolto da parenti di sua madre dopo la sua morte; ben presto diventa evidente che Claes, è un eclettico e poliglotta, e si sta trasformando in un grande leader e giocatore di grandi giochi. Ama creare e risolvere i puzzle di ogni genere, è bravissimo con la matematica, e si applica a imparare tutto il possibile (lingue, ingegneria, comabttimenti, costumi di corte, filosofia), sia per scopi pratici che per il bene di apprendimento. Da apprendista, salirà la scala gerarchica a commerciante, poi banchiere, maestro di guerra, e infine consigliere di re. Nicholas ritiene di essere il figlio legittimo del bel Simon de St. Pol di Kilmirren, un signore scozzese, campione di giostre medievali e commerciante. Simon nega, sostenendo che Claes è un bastardo nato dalla sua prima moglie. Il desiderio di Nicholas per l'accettazione del riconoscimento paterno guideranno gran parte della serie.
La trama in sintesi (anche se è molto complessa) di questo primo libro: il libro si svolge in gran parte nelle Fiandre, in Borgogna e in Italia nel 1460. Il lettore viene introdotto in un mondo molto diverso eppure sottilmente simile ai giorni nostri. Le ambizioni di classe, i giudizi realizzati sulla base delle linee di sangue, le barriere tra le famiglie nobili e quelle della borghesia nascente e quelle dei poveri considerati inferiori sono insuperabili. Ma sono tempi propizi per i giovani decisi a far fortuna e Claes - o Nicolas, o Niccolò: ogni nome segna una tappa del suo destino - , apprendista tintore di oscuri natali, è uno di loro. Il giovane si mescola all'umanità sulla quale vuole emergere, gareggiando in astuzia con i mercanti e in spregiudicatezza con i mercenari e le spie. Dalla sua ha la bellezza, l'intelligenza, il potere di toccare il cuore delle donne e soprattutto, il fuoco inestinguibile dell'ambizione di primeggiare in un mondo che gli si offre come un frutto maturo.
I libri della saga di Niccolò, uno più bello dell'altro, per chi ama i libri storici questo ciclo dovrebbe essere un must da avere senza ma e senza se. L'autrice è bravissima nel descrivere vita, luoghi, personaggi, trame complesse nel rinascimento dove colloca tutti i suoi personaggi. La scrittura è opulenta di descrizioni, sembra quasi pennellare un affresco storico che più lo osservi e impari a conoscerlo più vieni trascinato dentro di esso. I personaggi sono complessi, ambigui e si muovono perfettamente nell'insieme del libro. Conoscerete anche voi Claes, umile apprendista, diventare mercante, mercenario, avventuriero... meraviglioso.
Appassionante. La prima parola che mi viene in mente quando penso a questa serie di libri stupendi. Iniziata la lettura non riuscirete a staccarvi facilmente, consigliato a tutti ma specialmente a chi ama le ambientazioni storiche.
Uno straordinario affresco storico.
Gli eredi di Shannara, in originale “The Scions of Shannara” è il primo libro della tetralogia de Gli Eredi di Shannara di Terry Brooks, ambientata trecento anni dopo gli eventi narrati nella trilogia di Shannara. Il romanzo, come i successivi, segue le vicende degli Eredi di Shannara: i fratelli Par e Coll Ohmsford, Walker Boh e Wren Ohmsford.
Gli Eredi di Shannara è il primo libro della tetralogia dell'eredità di Shannara, tetralogia che presenta una sostanziale differenza rispetto alla precedente trilogia. In quel caso la trilogia era composta da romanzi che sebbene legati dalla presenza di diverse generazioni di personaggi erano comunque leggibili in modo indipendente perdendo soltanto alcuni riferimenti ai fatti narrati in episodi precedenti. In questo caso (così come nelle successive trilogie shannariane) i libri che compongono la tetralogia sono parti di una stessa storia, con i medesimi personaggi e con l'evoluzione delle diverse linee di sviluppo della trama. È quindi essenziale che il lettore segua il corretto ordine di lettura.
La trama del romanzo in sintesi: sono passati trecento anni dalle avventure di Brin e Jair Ohmsford. La Federazione del Sud ha conquistato la Frontiera e l'Est, mentre gli Elfi sono scomparsi dalle Terre dell'Ovest. Nessuno si oppone più al governo oppressivo della Federazione e tutti temono i suoi pericolosi Cercatori, che cercano i possessori della magia, ormai bandita, per imprigionarli. I fratelli Par e Coll Ohmsford viaggiano per le città della Frontiera e raccontano nelle taverne le storie, ormai leggendarie del Druido Allanon e dei loro antenati grazie alla canzone magica, ereditata da Jair Ohmsford. Mentre Coll le narra Par ne evoca le immagini nelle menti degli avventori. Ma questo è contro le leggi della Federazione che vieta la magia, bandita quale causa dei problemi delle Quattro terre. Rimmer Dall, il Primo Cercatore della Federazione, cerca di arrestare Par e Coll alla taverna Blue Wiskhes, dove lavoravano per conto del padrone della locanda. I due fratelli vengono salvati da un uomo misterioso, che gli chiede di unirsi al Movimento, una organizzazione che lotta contro la Federazione. In seguito al rifiuto dei fratelli, l'uomo dona loro un anello con l'insegna del falco e gli dice che in caso avessero bisogno di aiuto o avessero cambiato idea, avrebbero dovuto presentarsi ad una fucina ai margini della città e chiedere dell'arciere. I fratelli fuggono a Leah, l'antico regno delle montagne ormai protettorato della Federazione, dove sono aiutati da Morgan Leah, loro vecchio amico, sempre pronto a mettere i bastoni tra le ruote di Federazione e Cercatori. Durante il tragitto vengono ostacolati da una scarpestrata donna nel Duln. Essa è un Ombrato, una creatura malvagia che cerca di impossessarsi della magia di Par. Mentre sta per dare il colpo di grazia ai giovani della Valle, giunge un vecchio che dice di essere Cogline e mette in fuga l'Ombrato. Egli informa Par che l'ombra di Allanon lo attende al Perno dell'Ade e come lui attende gli altri eredi del retaggio di Shannara: lo Zio Oscuro Walker Boh e sua cugina Wren. Sebbene riluttanti tutti gli eredi si trovano al cospetto dell'ombra del mitico Druido Allanon che assegna loro tre compiti impossibili per sconfiggere la minaccia che incombe sulle Quattro Terre e rischia di distruggere la magia. Par dovrà trovare la Spada di Shannara, Walker Boh dovrà riportare alle Quattro Terre la scomparsa Paranor e Wren dovrà ritrovare gli Elfi. Solo Par si impegna a svolgere il proprio compito, mentre Walker giura che non compirà mai il suo compito e Wren si dimostra riluttante ad impegnarsi in una ricerca impossibile. Ma il loro destino è stato scritto secoli prima e non potranno sottrarvisi così facilmente.
Il libro è abbastanza noioso, infarcito di personaggi anonimi che non hanno nulla a che vedere con la gloria dei loro predecessori. Un miscuglio di intrighi politici, complottismo e stregoneria che non convince per nulla. Le descrizioni e le analisi interiori rendono la narrazione lenta con un ritmo molto altalenante e si procede a fatica; personalmente ne ho un po' le tasche piene dei soliti stereotipi piuttosto triti: il viaggio, la ricerca, creature buone contro le cattive, il prescelto, il mago/stregone, etc...
A differenza della prima trilogia, peraltro, la storia narrata in questo romanzo non è affatto auto-conclusiva. E devo ammettere che mi fermerò qui nella lettura della saga: non sono affatto di essere curioso di sapere cosa succeda dopo; meglio conservare un buon ricordo della prima trilogia che infangare anche quello ostinandomi a leggere una storia che so già che non mi piacerà.
La seconda generazione, in originale “The Second Generation”, è un romanzo fantasy scritto da Tracy Hickman e Margaret Weis e pubblicato per la prima volta nel 1994 in America dalla TSR. È ambientato nel mondo di Dragonlance ed è composto da cinque racconti che parlano dei figli degli Eroi delle Lance, oltre ad un'appendice che narra la nascita dei Cavalieri di Takhisis e descrive le regole per giocarli in Advanced Dungeons & Dragons, pubblicato anch'esso dalla TSR.
L'opera è articolata in cinque racconti, che narrano degli avvenimenti, veri o presunti, che sono avvenuti nel lasso di tempo intercorso fra la morte di Raistlin e la guerra del Chaos, ossia circa venticinque anni dopo la fine delle vicende narrate nelle Leggende. Il titolo dell'opera si riferisce alla comparsa in scena degli eroi che combatteranno la guerra del Chaos, e che rappresentano appunto la “seconda generazione”, in quanto figli degli Eroi delle Lance.
I cinque racconti che compongono l'opera sono dunque:
Il figlio di Kitiara
L'eredità
Vuoi scommettere?
La figlia di Raistlin
Il sacrificio
I due autori della serie “Dragonlance” tornano a Krynn e alla sua ambientazione con gli occhi di una nuova generazione, successiva a quella dei mitici eroi della prima serie, dal grande Tanis il mezzelfo al tenebroso mago Raistlin. Anzitutto l'idea di suddividere il libro in capitoli-racconti appare azzeccata, sebbene non si raggiunga la qualità de “Le Cronache di Krynn”. È sempre difficile fare un seguito soprattutto di una serie tanto amata, diciamo che Weiss & Hickmann ci hanno provato e sebbene gli eroi della prima serie sono indimenticabili, ci sono riusciti discretamente questa volta. C'erano riusciti invece più che bene, con la seconda trilogia di Dragonlance, “Le leggende”; qui siamo di fronte alla seconda generazione, i figli dei vecchi eroi, ormai troppo vecchi per lottare.
Gli autori riescono discretamente a trasportarci nel mondo degli eroi della seconda generazione attraverso vicende interessanti e dettagliate eppure mai eccessivamente tediose. Le storie si alternano tra momenti descrittivi puramente fantasy, situazioni disimpegnate e ironiche e atmosfere più cupe e drammatiche. Nel complesso dunque il libro appare discreto, meritando l'acquisto solo se veramente appassionati al ciclo Dragonlance, sebbene i due autori abbiano scritto opere più degne di nota.
Gli stessi autori precisano: “Dedicato a tutti coloro che desideravano leggerne di più”. Fate vobis.
Gentile o GiudeoTu che giri la ruota e volgi lo sguardo al vento,Pensa a Fleba, che un tempo era bello e alto come te
Volgi lo sguardo al vento, in originale “Look to Windward” è un romanzo di fantascienza di Iain M. Banks del 2000, facente parte del Ciclo della Cultura. Terzultimo romanzo in ordine cronologico della serie, è l'unico ad essere definito un vero e proprio seguito di un'opera precedente, quel “Pensa a Fleba” che dette inizio alla serie e al quale si rifà anche nel titolo.
Per chi non lo sapesse nel ciclo della Cultura viene descritta una immaginaria società anarchica, socialista e utopica. La Cultura è caratterizzata dall'essere una società in cui tecnologie avanzate provvedono praticamente senza alcun limite materiale alla ricchezza ed al sostentamento di ognuno, senza chiedere nulla in cambio, avendo tutto ma abolendo il concetto di possesso, dall'aver superato quasi tutti i vincoli fisici biologici (inclusa la malattia e la morte) e dall'essere una società stabile, priva di leggi e quasi totalmente egualitaria. La maggior parte dei romanzi del ciclo della Cultura si occupa di personaggi come diplomatici, spie o mercenari, per lo più di persone che si occupano del lavoro sporco per conto della Cultura.
La trama del romanzo: il pianeta Chel era abitato da una antica civiltà evoluta tecnologicamente allo stadio del volo spaziale, ma socialmente arretrata al punto da mantenere un rigido sistema di caste. Un'azione umanitaria segreta promossa dalla Cultura volta all'abolizione di questo sistema e all'instaurazione di una società egualitaria causò una sanguinosa guerra civile che costò milioni di morti. In seguito la Cultura ammise l'errore e contribuì alla ricostruzione di Chel, tuttavia alcuni alti esponenti del pianeta, convinti della necessità di vendicare le vittime del conflitto, iniziarono ad elaborare un piano per un attentato capace di infliggere alla Cultura un paragonabile numero di vittime. Come bersaglio dell'attentato fu scelto l'orbitale Masaq' in quanto la presenza su di esso di un famoso compositore chelgriano, nonché dissidente in esilio, Mahrai Ziller, offriva il pretesto per l'invio di un agente. Come obiettivo fu scelta l'unica cosa capace di arrecare un danno significativo ad una struttura vasta come un orbitale: la distruzione del Mozzo, la Mente che presiede al funzionamento dell'intero habitat. Nel frattempo sull'orbitale Masaq' si stanno svolgendo i preparativi per un'importante ricorrenza: ottocento anni prima, verso la fine della guerra idirana, si svolse la Battaglia delle Novae Gemelle così chiamata perché la violenza delle armi impiegate provocò l'esplosione di due stelle. La ricorrenza è particolarmente sentita dal Mozzo, in quanto, prima di essere installato sull'orbitale, era la mente di un Veicolo Sistemi Generali che partecipò proprio a quella battaglia. La commemorazione della battaglia e il piano dei chelgriani convergono verso il momento fatidico all'insaputa di tutti, ma non è facile cogliere di sorpresa una mente della Cultura, a meno che essa stessa non abbia i suoi piani...
Mentre le precedenti opere del ciclo sono sempre ambientati ai margini o all'esterno della Cultura, che il lettore impara a conoscere soprattutto tramite l'influenza che essa esercita su altre civiltà e tramite i suoi inviati presso di esse, con “Volgi lo sguardo al vento” Banks mostra finalmente la Cultura dall'interno. Ciò che appare è dunque una società incredibilmente opulenta e liberale, priva di ogni bisogno materiale se non quello di sfuggire alla noia di un sistema in cui la tecnologia ha totalmente eliminato la necessità del lavoro e le affida alle “Menti” la responsabilità della gestione quotidiana della società stessa. Un'esistenza in cui persino la morte è facoltativa e ogni individuo è libero di suicidarsi in qualsiasi momento come di diventare praticamente immortale facendo delle “copie di sicurezza” della sua mente da impiantare in corpi clonati in caso di danneggiamento dell'originale.
Come nelle precedenti opere di Banks anche in “Volgi lo sguardo al vento” non manca una notevole dose di quel “sense of wonder” tipico dell'età d'oro della fantascienza, qui rappresentato dai maestosi paesaggi e dalle incredibili strutture dell'orbitale, un habitat interamente artificiale con una superficie pari a molti pianeti e progettato tenendo in considerazione in egual misura estetica e funzionalità.
Indubbiamente e sotto ogni aspetto il ciclo della Cultura è uno dei più riusciti affreschi del genere fantascientifico contemporaneo, quali per esempio il ciclo di Hyperion di Simmons. Banks è un autore eccellente e dotato di enorme fascino e malgrado la tematica centrale sia sempre la stessa, l'autore sa offrire nuovamente un intreccio coinvolgente, pieno di spunti nuovi ed interessanti. Le sue invenzioni narrative sono eccezionali, vere e proprie pietre di paragone per l'intero genere fantascientifico, e il suo stile letterario diverte, strabilia e commuove allo stesso tempo.
Concetti arditi, idee originali, personaggi inusuali e mai banali, trame ingegnose, e certamente da non trascurare astronavi dai nomi unici. Banks dice che: “di base si sta parlando di una visione della tecnologia e dei progressi sociali abbastanza ottimistica, liberale, anche di sinistra. Cerco solo di dire che il futuro dopo tutto potrebbe non essere malaccio. Potrebbe essere divertente. Le macchine potrebbero essere nostre amiche, si!”
Consiglio questo ciclo a chi ama la fantascienza, non vi deluderà.
Inversioni, in originale “Inversions” è un romanzo di fantascienza di Iain M. Banks del 1998, facente parte, anche se non si direbbe, al Ciclo della Cultura, infatti ci sono riferimenti ad essa anche se molto velati. In questo romanzo Iain M. Banks esce dall'ambientazione della Cultura, ma in qualche modo vi resta collegato, tanto che alcuni dettagli possono essere compresi meglio da chi la conosce bene. Secondo un lettore, per chi ha letto i libri della Cultura Inversioni è pura fantascienza, per chi non li ha letti è pura fantasy.
Per chi non lo sapesse nel ciclo della Cultura viene descritta una immaginaria società anarchica, socialista e utopica. La Cultura è caratterizzata dall'essere una società in cui tecnologie avanzate provvedono praticamente senza alcun limite materiale alla ricchezza ed al sostentamento di ognuno, senza chiedere nulla in cambio, avendo tutto ma abolendo il concetto di possesso, dall'aver superato quasi tutti i vincoli fisici biologici (inclusa la malattia e la morte) e dall'essere una società stabile, priva di leggi e quasi totalmente egualitaria. La maggior parte dei romanzi del ciclo della Cultura si occupa di personaggi come diplomatici, spie o mercenari, per lo più di persone che si occupano del lavoro sporco per conto della Cultura.
La trama del romanzo: la giovane e affascinante dottoressa Vosill giunge al Palazzo di Haspidus. In apparenza è stata chiamata per diffondere e applicare le sue avanzatissime arti mediche; in realtà la sua missione è quella d'influenzare le decisioni del re, il cui potere è in grave pericolo. Sul suo cammino, la donna troverà molti ostacoli, primo fra tutti l'aperta ostilità dei cortigiani, e, per sopravvivere, sarà costretta a impiegare metodi piuttosto inquietanti.... In un altro palazzo, sul vicino continente di Tassassen, vive lo spietato DeWar, guardia del corpo del reggente, il generale UrLeyn. Anche DeWar ha una missione ed è circondato da nemici, però agisce in modo assai diverso, dato che non può interferire con le vicende politiche e militari e deve lasciare che i locali superino le loro difficoltà senza l'aiuto delle sue conoscenze superiori.
Il libro è narrato in prima persona da un personaggio che ha assistito agli eventi di una delle due storie e che ha trovato una sorta di diario relativa all'altra, decidendo di raccontarle così collegate. La narrazione si alterna capitolo per capitolo tra due storie diverse in contemporanea, con alternanza di titoli dei capitoli del medico e la guardia del corpo. La bravura di Banks sarà quella di saldarle via via in una vicenda unica. In un crescendo di colpi di scena, il lettore viene infatti coinvolto in una serie d'inversioni di ruoli: ognuno dei personaggi può essere, di volta in volta, un delatore, una spia o... l'esatto opposto. E solo quando i segreti, gli inganni, gli amori e i tradimenti saranno svelati si giungerà a un finale sorprendente...
La semplicità con cui Banks riesce e farti entrare nel vivo, usando la prima persona è davvero sensazionale, grazie anche alla brevità dei capitoli ed ai modi alterni per raccontare. Si legge bene, ed è bellissimo anche il tipo di collegamento tra le due storie, che fino a circa metà libro potrebbero benissimo essere ambientate su pianeti diversi o in secoli distanti, ma che alla fine si uniscono in unico disegno.
Chi ha letto George Martin o David Gemmel, troverà questo libro sicuramente affascinante. Chi invece lo dovesse leggere a prescindere dai precedenti autori, potrebbe trovarlo lo stesso bello, ma meno entusiasmante; per apprezzarlo appieno bisogna amare quella sfumatura del genere fantasy che comprende maggiormente gli intrighi e meno l'azione.
Recensione unica per il volume diviso in due dalla Mondadori
Il gioco del trono, in originale “A Game of Thrones”, è un romanzo fantasy del 1996 dello scrittore statunitense George R. R. Martin; rappresenta il primo libro della saga delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” e il suo seguito è “Lo scontro dei re”. È stato pubblicato in lingua italiana per la prima volta da Mondadori suddiviso in due volumi, intitolati “Il trono di spade” e “Il grande inverno”. Il gioco del trono nel 1997 è stato candidato al Premio Nebula e al Premio World Fantasy e ha vinto il Premio Locus. Dal 17 aprile 2011 viene trasmessa su HBO una omonima trasposizione televisiva del ciclo di romanzi, Il Trono di Spade. Oltre alla serie televisiva, sono nati giochi da tavolo, di carte e anche videogiochi basati sulla serie.
Martin ha classificato la propria saga come “epic fantasy”. Tra gli autori che hanno maggiormente influenzato la sua scrittura cita J. R. R. Tolkien e Tad Williams. L'autore ha combinato il realismo del romanzo storico con il lato soprannaturale del fantasy, riducendo al contempo l'importanza della magia a favore delle battaglie e degli intrighi politici.
Gli editori si aspettavano che “Il gioco del trono” sarebbe rapidamente diventato un best seller, ma il primo capitolo della serie non raggiunse neanche le ultime posizioni delle classifiche al momento dell'uscita. Tuttavia il romanzo raccolse gradualmente l'interesse dei lettori e la sua popolarità crebbe tramite un passaparola positivo, tanto che, nel 2010 Il gioco del trono superava il milione di copie vendute.
La storia si svolge in un mondo immaginario composto da due continenti principali, Westeros a occidente ed Essos a oriente, dove la civilizzazione è di tipo feudale e la magia e le creature leggendarie (come i draghi) sono esistite ma si reputa siano scomparse. In questo mondo si intersecano tre linee narrative principali: le lotte intestine tra casate nobiliari per l'ottenimento del trono di Westeros, il risveglio nel nord del reame di una razza di creature appartenenti alle leggende, e le peripezie dell'ultima erede della dinastia regnante di Westeros in esilio nel continente orientale per riottenere il trono. Ogni capitolo è presentato attraverso il punto di vista di uno dei personaggi principali. Essi sono spesso ambigui sul piano morale e gli intrighi politici e i ribaltamenti di fronte sono frequenti. I temi trattati sono rivolti a un pubblico più adulto rispetto al fantasy tradizionale, con la violenza e la sessualità che rivestono un ruolo importante.
Le Cronache del ghiaccio e del fuoco sono ambientate in un mondo fittizio che ricorda l'Europa medievale, ma nel quale le stagioni possono durare per anni. Westeros, il continente nel quale si svolge la maggior parte della storia, ricorda essenzialmente l'Inghilterra del medioevo, mentre il continente distrutto di Valyria si avvicina all'Impero romano, tramontato durante le invasioni barbariche. Martin si è ampiamente documentato sulla storia, l'abbigliamento, l'alimentazione e i tornei medievali per dare delle basi di realismo ai suoi librie si è costruito negli anni una biblioteca personale sull'argomento. Eventi storici come la guerra dei cent'anni, le crociate, la crociata albigese e soprattutto la guerra delle due rose gli sono servite da fonte di ispirazione.
Gran parte delle vicende si svolge nei Sette Regni del continente occidentale, entità feudali governate dalle nobili case Baratheon, Stark, Lannister, Arryn, Tully, Tyrell e Martell. La casata minore dei Greyjoy domina invece le Isole di Ferro. Secoli prima degli eventi raccontati nel primo libro, i Sette Regni furono riuniti sotto la dinastia Targaryen; una rivolta scoppiata in seguito tra i signori feudali, portò all'uccisione dell'ultimo re e alla conquista del trono di spade da parte del capo dei ribelli, Robert Baratheon. A nord del continente occidentale si erge la Barriera, un imponente muro di ghiaccio che protegge i Sette Regni dai pericoli provenienti dal profondo nord, gelido e perlopiù inesplorato, in cui vivono popoli barbari, comunemente detti Bruti, e creature leggendarie. A est del continente occidentale, oltre il Mare Stretto, v'è un continente chiamato Essos, dove vivono popolazioni nomadi e fioriscono le città libere. Qui sono da anni stati esiliati gli ultimi membri della casa Targaryen, un tempo al comando dei Sette Regni.
Le Cronache del ghiaccio e del fuoco è strutturata in modo tale da apparire come una storia politica piuttosto che di eroismo, dove la lotta per il potere è il risultato del sistema feudale e non di una contrapposizione netta tra bene e male. Martin non desidera solamente riflettere le frizioni tra le differenti classi sociali medievali, ma anche esplorare le conseguenza delle decisioni dei regnanti, egli evita deliberatamente la semplificazione bene-male tipica del fantasy tradizionale, troppo distante dalla realtà, e si impegna affinché i suoi personaggi non siano totalmente bianchi o neri ma di diverse sfumature di grigio. I suoi personaggi sono continuamente posti di fronte a scelte difficili e Martin esplora i temi della redenzione e della capacità di rimettersi in discussione e di cambiare. La struttura stessa del romanzo fa inoltre sì che anche i cattivi dichiarati abbiano la possibilità di presentare il loro punto di vista e di giustificare i loro comportamenti, così che il lettore è lasciato libero di decidere per sé chi siano i buoni e chi i cattivi in base alle conseguenze delle loro azioni.
La violenza, così come la morte o la mutilazione di alcuni dei personaggi principali, servono ad accrescere il senso di realismo, trovando particolarmente frustrante che i personaggi principali di molti romanzi fantasy attraversino la storia senza essere mai neanche feriti. La guerra è presentata nei suoi aspetti più macabri e i romanzi riflettono i tassi di mortalità effettivamente documentati in conflitti medievali. Sebbene l'aspetto sessuale sia spesso trascurato nel fantasy, Martin ritiene la sessualità una forza motrice importante nella vita umana che non dovrebbe essere esclusa dalla narrazione. Martin si sforza di rendere i personaggi femminili credibili quanto quelli maschili.
La trama anche in questi due primi libri è davvero complessa: nel Continente Occidentale di Westeros, in seguito alla misteriosa morte del Primo Cavaliere Jon Arryn, re Robert Baratheon, che aveva conquistato il trono durante la battaglia del Tridente e lo aveva consolidato attraverso il matrimonio con Cersei Lannister, nomina il signore di Grande Inverno, Eddard Stark, suo nuovo Primo Cavaliere. Alla morte di Robert, intrighi di corte, tradimenti e desiderio di potere porteranno i Sette Regni dell'Occidente alla guerra per la conquista del trono di spade. Intanto nel nord di Westeros, presso la Barriera, i pochi e male assortiti Guardiani della notte, tra cui Jon Snow figlio bastardo di Eddard Stark, devono fronteggiare l'imminente arrivo dell'inverno e proteggere il reame dalla minaccia dei Bruti e dalle creature note come Estranei, risvegliatesi dopo secoli di assenza. Nel Continente Orientale di Essos, invece, il crudele Viserys Targaryen cede in sposa la sorella Daenerys al potente guerriero nomade dothraki Khal Drogo per ottenere un esercito col quale riconquistare il trono che è appartenuto alla sua famiglia per quasi 300 anni.
Credo che fui uno dei primissimi lettori italiani a mettere le mani su questo volume nel lontano 2000, quando nessuno ne parlava perchè la serie era ancora al di là da venire e lo presi senza mai aver letto nulla delle recensioni inglesi, ma solo attirato dall'immagine della mia edizione cartonata quella con il drago che vola in un cielo nuvoloso sotto una grande luna. Mi ricordo che mi piacque molto e decisi di appuntarmi il nome per poter comperare il seguito: allora non sapevo che partiva così una delle saghe fantasy più lunghe mai prodotte e che avrebbe riscosso un successo planetario. Personaggi avvincenti, trama coinvolgente, un fantasy politico, con intrighi degni dei migliori libri thriller e di spionaggio, narrazione tesa e la trama che si snoda in modo molto fluida. E poi la crudeltà delle guerre, i personaggi che finalmente non sono semplicemente buoni o cattivi come nella maggior parte dei fantasy, ma che sfumano da una parte o dall'altra. Il sesso esplicito che in rare occasione avevo trovato in un libro di questo genere.
Io però lessi solo il seguito di questo (anche se in realtà era un volume unico spezzato in due) e un terzo (la prima parte del secondo volume). Sebbene anche il secondo manteneva alte le aspettative, ho trovato il terzo meno riuscito e complice anche un periodo di stanca nelle letture fantasy, ho abbandonato il ciclo e all'uscita della serie televisiva ho cominciato a seguirla quella senza più riprendere in mano la versione cartacea.
Recensione unica per il volume diviso in due dalla Mondadori
Il gioco del trono, in originale “A Game of Thrones”, è un romanzo fantasy del 1996 dello scrittore statunitense George R. R. Martin; rappresenta il primo libro della saga delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” e il suo seguito è “Lo scontro dei re”. È stato pubblicato in lingua italiana per la prima volta da Mondadori suddiviso in due volumi, intitolati “Il trono di spade” e “Il grande inverno”. Il gioco del trono nel 1997 è stato candidato al Premio Nebula e al Premio World Fantasy e ha vinto il Premio Locus. Dal 17 aprile 2011 viene trasmessa su HBO una omonima trasposizione televisiva del ciclo di romanzi, Il Trono di Spade. Oltre alla serie televisiva, sono nati giochi da tavolo, di carte e anche videogiochi basati sulla serie.
Martin ha classificato la propria saga come “epic fantasy”. Tra gli autori che hanno maggiormente influenzato la sua scrittura cita J. R. R. Tolkien e Tad Williams. L'autore ha combinato il realismo del romanzo storico con il lato soprannaturale del fantasy, riducendo al contempo l'importanza della magia a favore delle battaglie e degli intrighi politici.
Gli editori si aspettavano che “Il gioco del trono” sarebbe rapidamente diventato un best seller, ma il primo capitolo della serie non raggiunse neanche le ultime posizioni delle classifiche al momento dell'uscita. Tuttavia il romanzo raccolse gradualmente l'interesse dei lettori e la sua popolarità crebbe tramite un passaparola positivo, tanto che, nel 2010 Il gioco del trono superava il milione di copie vendute.
La storia si svolge in un mondo immaginario composto da due continenti principali, Westeros a occidente ed Essos a oriente, dove la civilizzazione è di tipo feudale e la magia e le creature leggendarie (come i draghi) sono esistite ma si reputa siano scomparse. In questo mondo si intersecano tre linee narrative principali: le lotte intestine tra casate nobiliari per l'ottenimento del trono di Westeros, il risveglio nel nord del reame di una razza di creature appartenenti alle leggende, e le peripezie dell'ultima erede della dinastia regnante di Westeros in esilio nel continente orientale per riottenere il trono. Ogni capitolo è presentato attraverso il punto di vista di uno dei personaggi principali. Essi sono spesso ambigui sul piano morale e gli intrighi politici e i ribaltamenti di fronte sono frequenti. I temi trattati sono rivolti a un pubblico più adulto rispetto al fantasy tradizionale, con la violenza e la sessualità che rivestono un ruolo importante.
Le Cronache del ghiaccio e del fuoco sono ambientate in un mondo fittizio che ricorda l'Europa medievale, ma nel quale le stagioni possono durare per anni. Westeros, il continente nel quale si svolge la maggior parte della storia, ricorda essenzialmente l'Inghilterra del medioevo, mentre il continente distrutto di Valyria si avvicina all'Impero romano, tramontato durante le invasioni barbariche. Martin si è ampiamente documentato sulla storia, l'abbigliamento, l'alimentazione e i tornei medievali per dare delle basi di realismo ai suoi librie si è costruito negli anni una biblioteca personale sull'argomento. Eventi storici come la guerra dei cent'anni, le crociate, la crociata albigese e soprattutto la guerra delle due rose gli sono servite da fonte di ispirazione.
Gran parte delle vicende si svolge nei Sette Regni del continente occidentale, entità feudali governate dalle nobili case Baratheon, Stark, Lannister, Arryn, Tully, Tyrell e Martell. La casata minore dei Greyjoy domina invece le Isole di Ferro. Secoli prima degli eventi raccontati nel primo libro, i Sette Regni furono riuniti sotto la dinastia Targaryen; una rivolta scoppiata in seguito tra i signori feudali, portò all'uccisione dell'ultimo re e alla conquista del trono di spade da parte del capo dei ribelli, Robert Baratheon. A nord del continente occidentale si erge la Barriera, un imponente muro di ghiaccio che protegge i Sette Regni dai pericoli provenienti dal profondo nord, gelido e perlopiù inesplorato, in cui vivono popoli barbari, comunemente detti Bruti, e creature leggendarie. A est del continente occidentale, oltre il Mare Stretto, v'è un continente chiamato Essos, dove vivono popolazioni nomadi e fioriscono le città libere. Qui sono da anni stati esiliati gli ultimi membri della casa Targaryen, un tempo al comando dei Sette Regni.
Le Cronache del ghiaccio e del fuoco è strutturata in modo tale da apparire come una storia politica piuttosto che di eroismo, dove la lotta per il potere è il risultato del sistema feudale e non di una contrapposizione netta tra bene e male. Martin non desidera solamente riflettere le frizioni tra le differenti classi sociali medievali, ma anche esplorare le conseguenza delle decisioni dei regnanti, egli evita deliberatamente la semplificazione bene-male tipica del fantasy tradizionale, troppo distante dalla realtà, e si impegna affinché i suoi personaggi non siano totalmente bianchi o neri ma di diverse sfumature di grigio. I suoi personaggi sono continuamente posti di fronte a scelte difficili e Martin esplora i temi della redenzione e della capacità di rimettersi in discussione e di cambiare. La struttura stessa del romanzo fa inoltre sì che anche i cattivi dichiarati abbiano la possibilità di presentare il loro punto di vista e di giustificare i loro comportamenti, così che il lettore è lasciato libero di decidere per sé chi siano i buoni e chi i cattivi in base alle conseguenze delle loro azioni.
La violenza, così come la morte o la mutilazione di alcuni dei personaggi principali, servono ad accrescere il senso di realismo, trovando particolarmente frustrante che i personaggi principali di molti romanzi fantasy attraversino la storia senza essere mai neanche feriti. La guerra è presentata nei suoi aspetti più macabri e i romanzi riflettono i tassi di mortalità effettivamente documentati in conflitti medievali. Sebbene l'aspetto sessuale sia spesso trascurato nel fantasy, Martin ritiene la sessualità una forza motrice importante nella vita umana che non dovrebbe essere esclusa dalla narrazione. Martin si sforza di rendere i personaggi femminili credibili quanto quelli maschili.
La trama anche in questi due primi libri è davvero complessa: nel Continente Occidentale di Westeros, in seguito alla misteriosa morte del Primo Cavaliere Jon Arryn, re Robert Baratheon, che aveva conquistato il trono durante la battaglia del Tridente e lo aveva consolidato attraverso il matrimonio con Cersei Lannister, nomina il signore di Grande Inverno, Eddard Stark, suo nuovo Primo Cavaliere. Alla morte di Robert, intrighi di corte, tradimenti e desiderio di potere porteranno i Sette Regni dell'Occidente alla guerra per la conquista del trono di spade. Intanto nel nord di Westeros, presso la Barriera, i pochi e male assortiti Guardiani della notte, tra cui Jon Snow figlio bastardo di Eddard Stark, devono fronteggiare l'imminente arrivo dell'inverno e proteggere il reame dalla minaccia dei Bruti e dalle creature note come Estranei, risvegliatesi dopo secoli di assenza. Nel Continente Orientale di Essos, invece, il crudele Viserys Targaryen cede in sposa la sorella Daenerys al potente guerriero nomade dothraki Khal Drogo per ottenere un esercito col quale riconquistare il trono che è appartenuto alla sua famiglia per quasi 300 anni.
Credo che fui uno dei primissimi lettori italiani a mettere le mani su questo volume nel lontano 2000, quando nessuno ne parlava perchè la serie era ancora al di là da venire e lo presi senza mai aver letto nulla delle recensioni inglesi, ma solo attirato dall'immagine della mia edizione cartonata quella con il drago che vola in un cielo nuvoloso sotto una grande luna. Mi ricordo che mi piacque molto e decisi di appuntarmi il nome per poter comperare il seguito: allora non sapevo che partiva così una delle saghe fantasy più lunghe mai prodotte e che avrebbe riscosso un successo planetario. Personaggi avvincenti, trama coinvolgente, un fantasy politico, con intrighi degni dei migliori libri thriller e di spionaggio, narrazione tesa e la trama che si snoda in modo molto fluida. E poi la crudeltà delle guerre, i personaggi che finalmente non sono semplicemente buoni o cattivi come nella maggior parte dei fantasy, ma che sfumano da una parte o dall'altra. Il sesso esplicito che in rare occasione avevo trovato in un libro di questo genere.
Io però lessi solo il seguito di questo (anche se in realtà era un volume unico spezzato in due) e un terzo (la prima parte del secondo volume). Sebbene anche il secondo manteneva alte le aspettative, ho trovato il terzo meno riuscito e complice anche un periodo di stanca nelle letture fantasy, ho abbandonato il ciclo e all'uscita della serie televisiva ho cominciato a seguirla quella senza più riprendere in mano la versione cartacea.