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Una riflessione profonda sull'anarchia, espresso da uno dei principali esponenti italiani e internazionali del XIX e XX secolo. Amico di Bakunin, internazionalista dopo essere stato mazziniano, in prima linea nella rivoluzione egiziana del 1882, cofondatore del primo sindacato argentino, arrestato in Inghilterra, Egitto, Argentina e Italia, ricercato dalla polizia francese e spagnola. Malatesta raccoglie i suoi pensieri in un momento particolare della vicenda europea e mondiale, nel 1891, subito dopo la fondazione della Seconda Internazionale e appena prima della fondazione del Partito Socialista Italiano, momenti che segnano la separazione della corrente anarchica dal resto della storia della sinistra italiana ed europea.
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Errico Malatesta è una delle figure più importanti della sinistra europea di fine Ottocento e inizio Novecento. Questo breve saggio è una breve introduzione al pensiero anarchico, in sostanza così vicino al socialismo e al comunismo. Personalmente, e nonostante le simpatie che ho per l'anarchismo, sembra ancora un sogno utopico adolescenziale impossibile in tempi in cui il fascismo è presente nella nostra vita quotidiana.
“L'anarchico è, per definizione, colui che non vuole essere oppresso e non vuole essere un oppressore; colui che vuole il massimo benessere, la massima libertà, il massimo sviluppo possibile per tutti gli esseri umani”