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Delirio febbrile, pt. 1
Adattamento a fumetti del soggetto cinematografico che Frank Miller scrisse per il sequel del film “RoboCop”. Sequel che effettivamente venne poi realizzato e accreditato a Miller come soggettista e sceneggiatore, solo che lui, quel film, lo ha disconosciuto perché, tra rimaneggiamenti, tagli e smussature varie, non rispecchiava ciò che lui aveva ideato. Passa qualche anno, la Avatar Press acquisisce i diritti per i fumetti di RoboCop, prende lo script di Miller (che rimane come supervisore e copertinista) e lo affida a Steven Grant e Juan José Ryp, per dar vita alla visione originale di RoboCop 2 immaginata dallo stesso Miller. Il risultato, ben mixato all'estetica cyberpunk, è in linea con il corpus milleriano: una feroce e spietata critica sociale, l'utilizzo martellante dei media, personaggi ambigui e tormentati che si aggirano in un contento urbano cupo e decadente. Peccato che al di là di queste caratteristiche base si corra troppo e si spinga in maniera davvero esagerata sul pedale dell'ultra violenza, senza alcun controllo e con zero ritmo.
Quasi quasi (e lo dico da massimo estimatore di Miller) era meglio il film.