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La parte iniziale è interessante e coinvolgente: i personaggi vengono analizzati profondamente, le situazioni e gli eventi non sono banali, il susseguirsi degli eventi viene presentato quasi giornalmente, la descrizione degli apparati scientifici e della relativa fisica e matematica dietro è corretta e così via. Poi però, man mano che si procede nella lettura, le cose cambiano radicalmente: lunghi periodi temporali vengono passati in rassegna velocemente spesso dando solo pochi accenni ai fatti avvenuti durante (il colmo avviene quando ben 5 personaggi muoiono in 5 pagine circa nell'arco di due giorni quando ci si sarebbe aspettati chissà quale avvenimento dietro la loro morte, che tra l'altro viene anticipata fin dall'inizio), l'uso della matematica e della fisica si rivela scorretto (ad esempio nel calcolo del tempo necessario a raggiungere il pianeta: questo per me è stato davvero inspiegabile perché poco prima, nell'analisi del telescopio a cui lavora Jimmy e della relativa analisi dati l'autrice era stata perfettamente corretta e poi, poche pagine dopo, sbaglia un calcolo di relatività. tra l'altro, non è che mette una data scorretta perché quella reale sarebbe stata troppo lunga, quindi proprio non capisco) ; c'è poi da citare il fatto che tutti i problemi che ovviamente sorgono sul pianeta (respirazione, cibo, acqua, animali pericolosi, etc) vengono praticamente spazzati via ogni volta con un brevissimo Deus vult, che può andar bene una o due volte ma poi sembra diventare semplicemente la scusa dell'autrice per non scervellarsi troppo a risolverli. Inoltre l'analisi dei personaggi sfuma e si concentra solo su Sandoz e il suo travaglio spirituale. A questo punto, almeno per me, sembra diventare chiaro che lo scopo dell'autrice era parlare solo di questo: della fede in Dio da parte di Emilio. è sicuramente un oggetto lodevole ma non capisco allora la necessità di mettere in ballo un pianeta alieno quando evidentemente lo stesso scopo poteva essere raggiunto parlando di un qualsiasi evento sulla Terra. Difatti questo pianeta alieno è stato evidentemente un dramma da trattare: praticamente i contatti con i nativi locali non avvengono e non so quanto possa essere credibile che dei tizi che si fanno un viaggio di 4 anni luce per andare a visitare un pianeta, una volta arrivati lì rimangano 4 anni nello stesso posto, senza alcun vero desiderio di andare a visitare la città da dove è provenuto il segnale o semplicemente esplorare la regione (probabilmente la distruzione dell'aereo e la mancanza del combustibile per la navetta servivano ancor più allo scopo però poi non si spiega perché i personaggi rimangano a casa quando i runa vanno a scambiare le merci). Inoltre è semplicemente inspiegabile come Sandoz possa essere sopravvissuto nel viaggio di ritorno sulla terra considerate le condizioni in cui era (Deus vult di nuovo?). E che fine hanno fatto i tizi arrivati dopo Sandoz? E come è possibile che non solo i runa ma anche i ja'ata non facciano alcun commento o non si stupiscano nel vedere i terrestri (a parte Supaari che è l'unico alieno - in un pianeta pieno zeppo di alieni - ad essere analizzato!!!!)
In conclusione, l'argomento trattato - il percorso di fede di Sandoz (e specifico Sandoz perhè la fede è un percorso personale che ognuno di noi compie e giudica in maniera completamente diversa dagli altri) - è sicuramente interessante ma la scelta dell'ambientazione è completamente fuori luogo e porta difatti a continui espedienti letterari che sono fastidiosi e per nulla credibili.