No Country for Old Men

No Country for Old Men

2005 • 309 pages

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15

In questo libro probabilmente si muove uno dei personaggi più cattivi della letteratura moderna.

I personaggi sono tre, impegnati in una corsa senza tregua alcuna, che lascia incollati alle pagine. Moss è l'uomo qualunque, che si trova suo malgrado ad affrontare qualcosa di più grande di lui; lo sceriffo Bell, uomo che ancora crede alla giustizia ma che si rende conto che il mondo è cambiato e lui è rimasto troppo ancorato a quello che adesso non c'è più, e adesso i cattivi, oltre a essere cattivi sono anche crudeli e di una spietatezza sconosciuta. Infine Chigurh, il killer psicopatico, quello che secondo me è il personaggio più riuscito, dotato di una sua morale che va della mera brutalità.

Un killer spietato ma con una sua “morale” ben definita. Un personaggio nero, violento allo stato puro, che uccide senza pietà ma offre la possibilità di salvarsi lasciando il caso ad una monetina, ma non a tutti viene offerta questa possibilità, solo a chi forse merita di vivere secondo la sua logica impazzita. Un uomo che non ha nemici, semplicemente perchè come da lui citato “non permetto che esistano”. Si muove in un ambiente duro e crudo, siamo nel Texas al confine con il Messico, vaste pianure di terra brulla spaccata dal sole contornato da trafficanti di droga, uno sceriffo che sembra sospeso da questa realtà che non gli appartiene più e un uomo che decide “di fare una cazzata, ma la farò lo stesso”.

La prosa di McCarthy non è certo facile da seguire: veloce, dura e senza respiro ma densa di immagini evocative. Il libro è scritto con una prosa scarna e immediata, senza orpelli ne fronzoli. Un'opera che ti prende e ti butta a forza dentro questo mondo impazzito, dove non c'è speranza di sfuggire al proprio destino, dove ti aspetta un uomo con una monetina che volteggia in aria e ti dice di scegliere...

July 10, 2008