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Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.
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Molte volte capita che prendi in mano un libro e sai più o meno cosa aspettarti, per lo meno credi di averne intuito il genere, in alcuni casi invece, come questo, ti ritrovi a leggere tutt'altro da quello che ti eri immaginato e allora puoi o rimanerne deluso oppure contento. Colpa delle quarte di copertina che non sempre rispecchiano fedelmente il contenuto della storia?
In questo caso ne rimango deluso, perchè pensando di aver preso in mano un giallo mi sono ritrovato a leggere per metà libro un elogio al gioco degli scacchi (che per carità non disdegno in quanto giocatore) e per la parte finale ad uno scorcio su di una realtà storica nefasta (non descrivo più di questo per non togliere sorpresa al lettore).
Di per sè non posso affatto dire che il libro non sia frutto di una buona idea o che sia scritto male, tutt'altro a dire la verità, ma mi è rimasta quella “defenestrazione” di essermi ritrovato al leggere un libro che parte con un “assassinio” e finisce in maniera completamente diversa. In ogni caso comunque la parte iniziale e centrale del libro secondo me è troppo incentrata non tanto sulle regole degli scacchi ma sull'amore incondizionato che l'auotre sembra possedere per essi.
Diciamo che di buono ha un'ottima tecnica narrativa, e uno stile accattivante. L'idea poi della rivalità tra un ex nazista e un ebreo è quanto di più ovvio si potesse immaginare.
Al contrario degli altri pareri fin qui letti, non posso esprimermi positivamente su questa storia.
Ci sarebbero da dire tante cose. Sicuramente non mi aspettavo uno svolgimento del genere. E pensare che solitamente i libri che parlano - in qualsiasi modo - di guerra, non mi hanno mai attirata. Ma questo libro è una cosa a parte, qui si riescono a toccare le emozioni, le sensazioni...e in alcuni punti ti senti sprofondare in quella che dovrebbe essere la mente umana come se fosse un'immensità che ci racchiude e decide cosa farsene di noi.
Riuscire anche solo a pensare, per un secondo, concretamente, a determinate situazioni storiche suscita sentimenti devastanti.