Ratings7
Average rating4
"Twenty-year-old Taguchi Hiro has spent the last two years of his life living as a hikikomori--a shut-in who never leaves his room and has no human interaction--in his parents' home in Tokyo. As Hiro tentatively decides to reenter the world, he spends his days observing life around him from a park bench. Gradually he makes friends with Ohara Tetsu, a middle-aged salaryman who has lost his job but can't bring himself to tell his wife, and shows up every day in a suit and tie to pass the time on a nearby bench. As Hiro and Tetsu cautiously open up to each other, they discover in their sadness a common bond. Regrets and disappointments, as well as hopes and dreams, come to the surface until both find the strength to somehow give a new start to their lives."--From publisher's web site.
Reviews with the most likes.
Ci sono libri sottili, che passano quasi inosservati, poco strombazzati e pubblicizzati, stanno sugli scaffali delle librerie in angoli bui, schiacciati da nomi molto più importanti ed invadenti, sembrano vivere solo per l'attimo in cui qualcuno venga catturato da loro, così per caso.
Il signor Cravatta è uno di questi, è un romanzo toccante, delicato, costruito con un linguaggio lieve, di ambientazione giapponese, ricco di temi quali la perdita e la solitudine, di quello che non diciamo e non facciamo, il nascondere e la vergogna, descrive il mondo di personaggi soli ed in difficoltà che però riescono a superare il momento di crisi tornando alla vita. Con una prosa evocativa, l'autrice porta in scena una narrazione in cui si alternano tenerezza, dolore e rimpianto.
Milena Michiko Flasar, di madre giapponese e di padre austriaco, vive a Vienna e scrive in tedesco. Il Giappone è il suo paese di riferimento. Dopo alcune raccolte di novelle, nel 2012, pubblica un romanzo breve, Il signor Cravatta , che ora l'Einaudi presenta nella puntuale traduzione di Daniela Idra.
Il libro affronta problemi cruciali del Giappone contemporaneo, come quello degli “hikikomori”, ragazzi e ragazze che, causa l'ansia da prestazioni a scuola e di aspettative in casa, si isolano interrompendo ogni contatto con famiglie e società, quello dei “salaryman”, gli uomini-salario sempre a rischio di “karoshi”, (decesso per superlavoro) o di licenziamento causa la crisi, quello del bullismo tra gli adolescenti nelle scuole. Più in generale racconta di perdite e di solitudine, ma con una speranza di redenzione, di rinascita finale.
I capitoli sono brevi, scritti come pagine di diario in cui il monologo interiore si insinua di continuo nella narrazione oggettiva, una piccola perla, una bellissima sorpresa.
Un libro molto intenso, scritto molto bene, di una scrittrice da non perdere di vista e da cercare ancora.