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Me ha gustado pero hay mucho subtexto y siendo un libro tan complicado... algo más de explicación se habría agradecido.
O início deixou-me entusiasmada, mas com o decorrer da trama, esse brilho foi-se desvanecendo. Não que tenha despencado, mas houve ali qualquer coisa que falhou... Talvez, seja curto demais; talvez, eu é que precise de pensar um pouco mais sobre o assunto; de qualquer das maneiras, não foi mau nem bom. Há muitas questões filosóficas pertinentes e que merecem a nossa atenção; quanto a esse aspeto, é uma história interessante de se explorar e equiparar com muitos filmes e séries que nos entretêm, diariamente. Sem dúvida, que se inspiraram neste livro! Enfim, ainda me vou debruçar mais e pesquisar um pouco!
¡Qué gran libro!
Había escuchado todo la bulla con respecto a la película de Ridley Scott (que, aunque suene increible, todavía no la he visto) y tal vez estaba esperando algo realmente extraordinario. No es la mejor novela con respecto a mi escala personal Dickiana, sigue siendo superada por Ubik hasta el momento aunque no deja de ser de lo mejor que he leído este año. Dick nunca deja de sorprenderme con cada libro de él que pongo entre mis manos.
El tema del Mercerismo como una religión tecnológica, las cajas empáticas, los climatizadores del ánimo Penfield, los animales vivos como símbolo de status social, los animales eléctricos y los androides me han dejado más que satisfecho. Una Tierra post-apocalíptica siempre llama mi atención. Ha sido un libro bastante profundo, estoy seguro que en algún momento nos toparemos con este dilema entra la vida natural y artificial.
It is a peculiar book. I read some stories of Dick before but this is different. It seems to push the reader thorough a interesting reflection about what makes us human in a world inhabited also by androids but the result of the thoughts of the characters end up in something very trivial and not so well elaborated. Empathy? just that? I don't know...
excelente lectura. la imaginación del autor muy acertada, ciencia ficción de calidad
(This review is for the audio CD read by Scott Brick). Good reader, but disappointing book. What a difference a few years (ahem: decades) makes. I couldn't understand the book's world—what were the motivations? The economics? How did food grow, who kept the electricity and infrastructure running? If androids weren't affected by mood organs, why not use those as a detection mechanism instead of the much slower VK? What motivated the androids to come to Earth? To mingle with humans? Just how did this world operate? I couldn't make it past those questions and more.
Blade Runner the movie is still one of my favorites. It has aged well. This book, not so well. I don't need to read it again. And probably neither do you.
Decisamente un caso, più unico che raro, in cui il film ha superato decisamente il libro. Mi viene in mente solo un altro romanzo che mi ha fatto spostare in maniera così netta la parte della bilancia dove sta la pellicola: Shining di Stephen King e la relativa trasposizione di Kubrick.
La popolarità di quest'opera, ma forse non è poi così popolare come romanzo, almeno rispetto al film, è dovuta al successo di Blade Runner, la trasposizione cinematografica di Ridley Scott, ritenuta una pietra miliare della filmografia di fantascienza. E giustamente direi.
A parte il fatto che la storia narrata è molto, anzi direi quasi totalmente diversa rispetto alla pellicola di Scott e non dovrebbe essere un problema in effetti, se la narrazione fosse stata in qualche modo più interessante. La trama è ambientata in un futuro apocalittico, dove una guerra mondiale ha costretto l'umanità a vivere in residui di città dove quasi tutti gli animali sono morti, una polvere radioattiva rende “speciali” alcuni e costringe i “normali” a colonizzare Marte dopo aver reso la Terra quasi invivibile, con l'aiuto di androidi. Sulla Terra non vuole starci nessuno e da Marte invece scappano gli androidi che sono stati resi schiavi. Il protagonista è proprio un cacciatore di taglie, quindi un killer di androidi. Quest'ultima forse l'unica assonanza con il film.
Sicuramente questa è un'opera minore di Dick e ha come fatto pregevole probabilmente il solo fatto di aver ispirato Blade Runner.
Probabilmente se non avessi mai sentito parlare del film, questo libro avrebbe meritato sicuramente un voto maggiore, ma anche se in molte parti mi ha preso, non mi hai quasi mai appassionato; i luoghi, ma più i personaggi (soprattutto Deckard, Rachel e Roy), non mi hanno mai trasmesso quelle sensazioni che invece il film, soprattutto nel finale mi avevano dato. Se nell'opera di Dick troviamo le solite tematiche di cos'è reale e cosa non lo è, il dualismo uomo-androide - in cui gli androidi vengono mostrate come “cose” -, la repressione poliziesca che porterà Deckard a interrogarsi sul vero significato della parola “umano”; nella pellicola troviamo il tormento e il travaglio, soprattutto nel finale sul tetto dell'edificio dove l'androide Roy Batty, ribalta il rapporto di umanità che lo legava al suo cacciatore Rick Deckard.
Ripeto “Ma gli androidi sognano pecore elettriche” non è affatto male, pregevole di molte trovate, visionario come solo Dick sa essere, ma “Blade Runner” è così radicato ormai dentro di me, che non è più possibile scindere le due cose e se dovessi scegliere, mi dispiace ma prendo il film per tutta la vita.
Consigliato, perchè è comunque un must della fantascienza e se in qualche strana maniera siete arrivati solo ora sulla Terra e per prima cosa avete letto questa recensione, provate prima a leggere la storia di Dick, prima della pellicola di Scott. Altrimenti non riuscirete più ad apprezzarlo come forse merita.
Ho tardato a leggere questo ennesimo capolavoro di Dick in quanto avendo visto il film credevo di saperne gia la trama. Niente di più sbagliato. Dick, come al solito usa una storia di fantascienza come pretesto per approfondire e sondare la mente umana e in questo libro supera ancora se stesso. Si inventa un mondo complesso, pieno di idee originali e spunti di riflessione. Capolavoro.